Occorreva una foglia di fico per coprire le “vergogne” di questa attuale politica

 
da Democratica
24 marzo 2018

Chi è Roberto Fico,

il nuovo presidente della Camera

L’accordo tra centrodestra e M5s porta l’ex Presidente della Commissione di Vigilanza Rai sullo scranno più alto di Montecitorio
Conosciamo meglio chi è
L’accordo è stato trovato, sara Roberto Fico il prossimo presidente della Camera. Il primo esponente del M5s a sedere sullo scranno più alto di Montecitorio è una vecchia conoscenza delle votazioni per le presidenze. Fico infatti anche cinque anni fa era stato il candidato grillino per la presidenza della Camera.
Il quarantaquattrenne napoletano è uno dei massimi esponenti del grillismo intransigente. Tra i più legati alle idee originali del Movimento è stato spesso contrapposto a Luigi Di Maio, esponente della nuova via M5s. Tra i suoi colleghi è considerato esponente della sinistra grillina. La sua elezione a presidente della Camera silenzierebbe una delle più autorevoli voci interne contrarie ad un accordo di governo con il centrodestra.
Il suo dissenso viene definito silenzioso, infatti è sempre stato molto fedele alla linea espressa anche se non conforme al suo pensiero. Molti lo volevano candidato contrapposto a Luigi Di Maio alle primarie per la scelta del candidato premier. Ma alla fine decise di non partecipare. All’appuntamento di Rimini, giorni in cui Luigi Di Maio prese, di fatto, in mano il Movimento memorabile è la sua freddezza nei confronti del compagno. I due si ignorarono e Fico non salì sul palco.
Laureato a Trieste in in Scienze della Comunicazione con una tesi incentrata sulla comunicazione di massa è stato il candidato del Movimento alla presidenza della Camera nel 2013. Dopo la bocciatura della sua candidatura e l’elezione di Laura Boldrini, Fico è stato eletto presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza RAI.
Sin dal 2005 seguace di Beppe Grillo, è uno dei primi a fondare un Meetup – a Napoli nel 2005 il Meetup Amici di Beppe Grillo -. Con la nascita nel 2009 del Movimento 5 stelle Fico è subito entrato a farne parte. Nel 2010 si presenta come candidato a Presidente della Regione Campania per il M5S, mentre l’anno successivo si candida come sindaco di Napoli. In entrambe le occasioni conquista poco più dell’1% dei voti.

 

1 Commento

  1. Giuseppe ha detto:

    Non conosco Roberto Fico. Le uniche cose che ho appreso di lui sono quelle riportate dai giornali e siti web in questi giorni della sua consacrazione a ricoprire una delle cariche istituzionali più prestigiose della repubblica. A quanto pare si tratta di uno dei fedelissimi del M5S, avendo aderito sin dalla prima ora all’ortodossia del pensiero di Grillo. E qui, d’istinto mi pongo una domanda: “quale sarebbe il pensiero di Grillo”? Che io sappia il vecchio guitto genovese non ha mai scritto un trattato filosofico o politico in cui esporre le sue “idee” su politica e società. Confesso la mia ignoranza al riguardo, ma se non sbaglio il sorgere dell’interesse politico del rancoroso miliardario di Sant’Ilario, risale ai canovacci degli monologhi che recitava deridendo e oltraggiando la classe politica ed imprenditoriale del paese, spargendo veleno e fango un po’ ovunque: strano modo di ringraziare chi finanziava lautamente quegli stessi spettacoli in cui veniva messo alla berlina. Parole, oltretutto, spesso pronunciate a braccio, da bravo animale da palcoscenico calcato per anni e anni. Argomenti poi ripresi quando, divenuto un fanatico della rete, ha aperto un blog che ha fatto la sua fortuna, grazie al malcontento e l’insoddisfazione generale con cui alimenta quotidianamente il suo sito. Il tutto senza esporre alcuna soluzione né qualche proposta costruttiva per combattere il malcostume denunciato, tranne una idealizzata “democrazia diretta” in contrapposizione alla stantia e “fallimentare” democrazia rappresentativa, ovviamente in odio ai partiti tradizionali.
    Eppure un partito, anche se l’ha chiamato in altro modo, l’ha fondato ugualmente. Non solo, ma l’ha fatto partecipare con gran successo alle consutazioni elettorali per il parlamento e gli enti locali: e questa, di grazia, non è una forma di democrazia rappresentativa? Certo i suoi militanti preferiscono chiamarsi attivisti 5 Stelle e definire il loro raggruppamwento come una “libera associazione di cittadini”, proclamando, per di più, che la loro organizzazione non è né di destra né di sinistra, sebbene stranamente in Europa siano aggregati al momevimento euroscettico della destra, che loro stessi hanno contribuito a fondare.
    Il neo presidente della Camera dei deputati, inoltre, da buon grillino non poteva fare a meno di millantare nel proprio curriculum vitae il conseguimento di qualche master che ne avvalorasse le competenze. Per questo ha indicato la specializzazzione del “Knowledge management”, facente capo ai politecnici di Palermo, Napoli e Milano, in cui, però, non si trova alcun riscontro della sua esistenza…

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