Questi sindaci locali molli come un fico maturo

 

Questi sindaci locali

molli come un fico maturo

Mentre i medici di base lottano per una assistenza sanitaria più efficiente, i sindaci locali non li sorreggono, ma se ne stanno nel loro brodo campanilistico.
Visto come vanno le cose, con il metodo disfattista della ATS, il cui intento è quello di smantellare sistematicamente ogni tentativo di dare al cittadino una assistenza più efficiente e a misura d’uomo, perché i sindaci locali, oltre a dare una ritualistica spiegazione di quanto sta succedendo, non scendono in piazza, uniti, uniti, uniti, e non individualmente?
Questi sindaci locali mi fanno incazzare… Molli come un fico maturo!
Avessi avuto ancora la comunità di Monte, a Roma avrebbero sentito le mie proteste!
Via gli interessi di partito, via le insegne delle varie tendenze politiche, via le credenze religiose, qui si tratta del bene comune che riguarda la salute di tutti i cittadini, di destra o di sinistra o di centro, credenti o non credenti.
Lo giuro su Dio, avessi avuto grandi responsabilità politiche o sanitarie, il virus sarebbe già stato debellato.
Così non si va avanti, così le cose si complicano, così il virus si diverte a prenderci per il sedere. Non se ne esce, se non quando il mister Covid 19 ci dirà: “Mi sono divertito, ora vi lascio con le vostre ceneri!”.
Un virus, che ha preso in giro scienziati e politici, andava affrontato diversamente.
È mancato il senso del dovere di cittadini educati dai populisti a fare i loro comodi, è mancata una seria competente politica unitaria come esige ogni emergenza, è mancata una coscienza che la Chiesa doveva inculcare per il bene comune, al di là di ogni formalità religiosa.
E ora? Siamo ancora qui nella paura, nella confusione totale, non si sa più a quale santo appellarci, anche perché i santi sembrano essersi dati alla fuga e le madonne scomparse.
La rivoluzione deve partire dal locale, e i sindaci devono svegliarsi, scendere in piazza e protestare, quando certi ordini che vengono dall’alto sono contro ogni buon senso, danneggiando la salute dei cittadini.

1 Commento

  1. Simone ha detto:

    La colpa dei sindaci é quella di non aver lottato per gestire la campagna vaccinale lasciando tutto in mano alla Regione. Ci si é affidati all’uomo forte, al salvatore della patria Guido Bertolaso che ieri, incalzato da una giornalista di Sky, ha ricordato di essere solo un consulente. Ma come?
    Certamente con un po’ di buon senso lei, don Giorgio, avrebbe già sconfitto il virus…come in Inghilterra.
    Purtroppo i comuni non hanno avuto il coraggio di imporsi come l’estate scorsa sulla questione scuola. Han diviso i banchi e tolto qualche armadio, col risultato di ricadere nuovamente in dad. Io vivo questa situazione: a casa 3 giorni con mia figlia di 9 anni. Non la porto dai nonni, come fan tutti, perché un genitore deve riconoscere i propri doveri e non delegarli. Faccio i salti mortali e per funzionare la dad é necessaria una grande collaborazione della famiglia.
    Certi provvedimenti mettono in ginocchio la famiglia che in questo anno non ha ricevuto alcun supporto.
    Assurdo come si è condotta la campagna vaccinale ma era impossibile trovare una via corretta basata sul rischio. Abbiamo vaccinati i tecnici di laboratorio e i centralinisti della croce bianca ma non i malati di tumore, le persone in dialisi, i malati cronici.
    Bisognava procedere per città, immunizzando giorno dopo giorno intere zone della Regione creando zone franche. Vaccinare a macchia di leopardo spostando la gente di 20 km é assurdo. Sembra di esser tornati al censimento di Cesare Augusto.
    Così si favorisce la trasmissione del virus senza vedere gli effettivi risultati del vaccino.
    La colpa é non indignarsi davanti ad ogni nomina di un raccomandato in Regione. Il risultato è questo: la loro unica competenza é l’amicizia di un potente.

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