Non dimentico e non perdono…

Non dimentico e non perdono…

di don Giorgio De Capitani
Siccome ho un debole, ed è quello di dire la verità, anche stavolta dico la verità, senza temere conseguenze.
Ho letto che nei giorni scorsi è morto il giornalista Antonio Risolo, e ho notato che ci sono stati elogi a non finire per la sua brillante carriera, evidenziando la sua lodevole professionalità giornalistica.
Da anni il suo nome mi è rimasto nella mente, da quando era apparso su “Il Giornale di Merate” un articolo/editoriale con la firma appunto di Antonio Risolo (non era lui il direttore), in cui non solo il sottoscritto ma la mia comunità di Monte venivano calunniati pesantemente tanto da sentirmi in dovere di querelarlo. Era l’anno 2009, in occasione delle polemiche nei miei riguardi per aver definito “mercenari” i soldati caduti in Afghanistan.
In occasione del ritiro a Roma del Premio Borsellino che mi era stato assegnato (ottobre 2009), avevo incontrato nel suo studio romano Ferdinando Imposimato, famoso magistrato, che si era offerto di difendermi gratuitamente da attacchi mediatici che in quei tempi venivano da tutte le parti. Consegnai al dottor Imposimato l’articolo in questione di Antonio Risolo per querelarlo. Poi, non se ne fece nulla.
Seppi solo che nel frattempo Antonio Risolo, tramite una persona di mia conoscenza, mi aveva fatto sapere che si era pentito. Troppo tardi. Il danno era stato fatto, ed era enorme.
Certo, nella vita tutti possono sbagliare, e non basta uno sbaglio per mettere in dubbio una brillante carriera. Però mi chiedo come si sia potuto scrivere un articolo così infamante e così mostruoso da parte di un giornalista già allora stimato.
Sì, non dimenticherò e non perdonerò mai di essere stato, insieme alla mia comunità, così brutalmente infamato, tanto più che Antonio Risolo non mi ha mai fatto personalmente le sue scuse. E questo non va certo a onore di una persona degna di stima.
L’articolo lo si trova senz’altro nell’archivio del “Giornale di Merate”. Andate a leggerlo. E capirete a quale bassezza può arrivare un noto giornalista.
Ma perché scandalizzarsi, quando ancora oggi si ha a che fare con un giornalismo privo di ogni decenza etica?

12 Commenti

  1. Désirée Sormani ha detto:

    Dio mio che livore! Ma come è possibile che un uomo di fede porti in serbo tanto rancore e risentimento al punto da attaccare un uomo morto? Un uomo morto! È sconcertante la mancanza di rispetto verso il dolore dei famigliari di Antonio Risolo. Sono impressionata… Non le pare da codardi attaccare una persona che non può replicare alle sue parole? È semplicemente disgustoso. Lei non è degno della veste che porta.

  2. CHIARA RISOLO ha detto:

    e poi chi le ha dato il diritto di mettere la foto di mio padre????? Potrei querelarla anche solo per questo. È una foto di agenzia. Comunque io rispondo al 3357748730. Non ho problemi (io)

  3. CHIARA RISOLO ha detto:

    Buongiorno Don Giorgio, se posso chiamarla Don. Sono Chiara Risolo, figlia di Antonio. Mi domando come lei possa essere un uomo di Dio. Il suo scritto è infamante e irrispettoso. Sono certa che ne darà conto al Signore, un giorno (spero per lei molto molto lontano). Mio padre, stimatissimo giornalista, è morto di cancro, dopo aver perso solo pochi mesi fa suo figlio, nonché mio fratello, sempre per un cancro. Si vergogni. Ma profondamente

    • Don Giorgio ha detto:

      Non ho affatto denigrato la persona di suo padre, ho solo riportato un fatto: un editoriale con cui suo padre ha infamato vergognosamente la mia comunità di Monte e il sottoscritto. L’articolo lo si trova nell’archivio del “Giornale di Merate”. Infine, chiedo di non mettere di mezzo altre persone che non c’entrano nulla. Ciò lo ritengo una grave scorrettezza.

    • Don Giorgio ha detto:

      Non ho affatto denigrato la persona di suo padre, ho solo riportato un fatto: un editoriale con cui suo padre ha infamato vergognosamente la mia comunità di Monte e il sottoscritto. L’articolo lo si trova nell’archivio del “Giornale di Merate”. Infine, chiedo di non mettere di mezzo altre persone che non c’entrano nulla. Ciò lo ritengo una grave scorrettezza.

  4. Monica ha detto:

    buongiorno
    è il Signore che perdona infatti non Lei
    Lei in questo caso non ne fa manco le veci
    Non si scrive una cosa così dopo che una persona è morta
    Poteva anche risparmiarsi di mettere la foto del sig. Antonio.
    E non si disturbi a scrivermi

    • CHIARA RISOLO ha detto:

      IMMENSA MONICA COME SEMPRE. I MIEI NON LI PUBBLICA. MISTERO DELLA FEDE MI VIEN DA DIRE

      • Don Giorgio ha detto:

        Ho pubblicato il suo commento e la mia risposta, non capisco perché non si vedono.

        • CHIARA RISOLO ha detto:

          Non ha importanza signor Giorgio, mi creda. Forse le sto dando anche troppa importanza. Speriamo che Dio perdoni almeno lei per le sue parole oscene. Non si scrivono certe cose. Abbia rispetto per la morte di mio padre e per il dolore della sua famiglia. Lei non ha un debole per la verità. Lei ha un debole per l’idiozia. Si vergogni

      • Don Giorgio ha detto:

        Commento di Chiara Risolo

        Buongiorno Don Giorgio, se posso chiamarla Don. Sono Chiara Risolo, figlia di Antonio. Mi domando come lei possa essere un uomo di Dio. Il suo scritto è infamante e irrispettoso. Sono certa che ne darà conto al Signore, un giorno (spero per lei molto molto ma molto lontano). Mio padre, stimatissimo giornalista, è morto di cancro, dopo aver perso solo pochi mesi fa suo figlio, nonché mio fratello, sempre per un cancro. Si vergogni. Ma profondamente.

        Risposta di don Giorgio
        Non ho affatto denigrato la persona di suo padre, ho solo riportato un fatto: un editoriale con cui suo padre ha infamato vergognosamente la mia comunità di Monte e il sottoscritto. L’articolo lo si trova nell’archivio del “Giornale di Merate”. Infine, chiedo di non mettere di mezzo altre persone che non c’entrano nulla. Ciò lo ritengo una grave scorrettezza.

        • CHIARA RISOLO ha detto:

          Non ho messo di mezzo nessuno. Ho solo cercato un modo per arrivare a lei. Domandare è lecito, rispondere cortesia. Ma sono tutti concetti che lei ignora. Non si parla di morti in questo modo. Se va avanti, la denuncio.

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