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19 Maggio 2022
Il “pace subito” di Matteo Salvini significa
“io sto con Putin”
di Filippo Rossi
Cosa importa se il gas di oggi lo paghiamo con la libertà di domani. Quel che conta per il leader della Lega e per i suoi simili è difendere i piccoli, piccolissimi interessi di oggi senza pensare alle ripercussioni future. Non si chiama politica. Si chiama egoismo
Sentire Matteo Salvini urlare “pace subito” in Parlamento ci fa sentire male come Italiani. Quella sua visione terra terra di quel che succede al mondo lo porta a dire cose indicibili, a dire cose che prospettano un’Italia piccola piccola, un’Italia indegna di essere protagonista di alcunché, un’Italia gregaria incapace di pensarsi in grande. Cosa significa il salviniano “pace subito” urlato contro Mario Draghi per salvaguardare a tutti la nostra economia, il nostro potere d’acquisto, il nostro benessere, la nostra “roba”? Significa un populista “che ci frega” della libertà di un popolo. E che ci frega della nostra libertà futura. E della difesa di quell’ordine liberale che ci ha assicurato pace e benessere per decenni. Ma non solo. C’è tragicamente molto di più. Quel “pace subito” significa in un’ultima analisi un colpevole “io sto con Putin”.
Perché dire che non bisogna più aiutare con le armi la resistenza ucraina è un modo subdolo per nascondere il vero obiettivo: aiutare Putin a vincere la sua delinquenziale guerra di aggressione. E significa, anche, non volere affatto una pace giusta ma una pace purchessia. In definitiva una pace putiniana che altro non è che una resa incondizionata dell’aggredito. Salvini spaccia il suo “pace subito” per difesa degli interessi ma in realtà la sua posizione è quanto di più dannoso ci possa essere anche per il futuro dell’Italia perché la renderebbe marginale in Occidente e sempre più debole a livello internazionale: un Paese che chiede l’elemosina di un tozzo di pane e al bordo della strada…
Inutile nascondersi dietro a un dito. Chi urla “pace subito” vorrebbe poter urlare “forza Putin”. Come quei comunisti degli anni ’50 e ’60 che tifavano per la nazionale russa quando giocava contro quella italiana. Perché in fondo in questa Italietta degna di un film di Alberto Sordi in troppi sperano che Putin finisca presto il suo lavoro in modo da poter tranquillamente ricominciare a comprare il suo gas sporco di sangue, in modo da ricominciare a far finta che tutto vada bene. Come è successo con la Crimea. Come è successo per la Georgia. Come è successo in Cecenia. Come è successo per il Donbass.
Cosa importa se il precedente storico di confini modificati con la violenza sarebbe un’eredità diabolica che lasciamo ai nostri figli perché la pace che abbiamo vissuto noi per loro sarebbe solo una chimera. Cosa importa se far vincere un’autocrazia, lasciandole fare senza opporsi il suo sporco lavoro, significa lasciare un mondo peggiore, molto peggiore ai nostri figli. Cosa importa se il gas di oggi lo paghiamo con la libertà di domani. Quel che conta per Salvini e per i suoi simili è difendere i piccoli, piccolissimi interessi di oggi senza pensare alle ripercussioni future. Non si chiama politica. Si chiama egoismo.
Non ho più parole o forse troppe e troppe piene di rabbia verso questo personaggio che, nonostante abbia più processi (come il suo compare Berlusca) che anni, è ancora in giro e continua a mettere zizzania giocando col fuoco.
Ogni giorno è una vergogna!! Sì, ci fa sentire male come italiani!!
Il suo populismo è da sradicare, basta, è il colmo.
Si nasconde dietro falsità populiste per non dire apertamente che sta col criminale di Mosca, Putin.
Populismo, egoismo, il male che impazza.
Articolo chiaro e che condivido.