Il fondamentalismo, origine e ragion d’essere di ogni religione

religioni mono
di don Giorgio De Capitani
Ogni religione è nata dal fondamentalismo e vive di fondamentalismo. La differenza tra l’Isis, nel suo aspetto religioso, e la religione ebraica e quella cattolica è solo apparente: sì, la violenza è solo apparentemente diversa.
A parte la storia del passato, quando ogni religione usava ogni forma di violenza fisica per imporre il proprio dio, anche oggi le religioni che sembrano più buoniste, come quella cattolica, impongono il loro dio, e questa imposizione è una forma di violenza, anche se le armi sono più raffinate.
A parte la storia del passato, quando il dio ebraico, il dio cattolico e il dio islamico sterminavano intere popolazioni, appellandosi a pseudo-rivelazioni divine, anche oggi  ebrei, cattolici e islamici reprimono i diritti civili, e impongono la loro ideologia, che di Umano ha ben poco.
Oggi assistiamo ad uno scontro di mondi, che starei bene attento a definire civiltà. Non è civiltà il mondo islamico che usa la violenza per vendicarsi di chissà quali soprusi; non è civiltà il mondo ebraico che è diventato talmente ateo da credersi l’onnipotenza in persona; e non è civiltà il mondo cattolico che, nonostante la rivoluzione bergoglionana, è solo fumo per coprire una struttura ancora mastodontica, in cui a dominare è la forza dell’avere col solito criterio che il fine giustifica i mezzi.
La religione cattolica, che oggi potrebbe sembrare la più addomesticata, in realtà è un lupo travestito da agnello. Cristo è servito sì a qualcosa, ma come un paravento per coprire delle mostruosità, al cui confronto l’Isis è un angelo. Ma la cosa più dissacrante è l’aver sempre represso, da parte della Chiesa, l’essere umano, nella sua realtà più vitale.
Le tre religioni monoteistiche, ciascuna in modo esclusivista, hanno inventato un loro dio-fantoccio, lo hanno fatto parlare con la bocca dei gerarchi e hanno creato tre mondi blasfemi di Umanità.
Dunque, ciò a cui oggi assistiamo è lo scontro tra tre mondi diversi e tra loro in contrapposizione: da una parte e dall’altra, c’è una tale “alienazione di Umanità”, per cui ci chiediamo se non sia giunto il momento di tornare all’origine dell’umanità, quando non c’erano ancora le religioni e l’umanità era una. Ma siccome sognare non serve, perché non tornare alle sorgenti dell’essere umano, ovvero rientrare in noi stessi e scoprirci Umani senza mediazioni religiose?
La parola “umanesimo” è equivoca, si presta cioè a diverse interpretazioni. L’umanesimo è soprattutto interiore, di carattere spirituale, perché solo nel profondo del cuore o dell’anima ci si scopre uni nel molteplice.
Se ci inorridiamo per criminali attentati contro innocenti, compiuti dal terrorismo islamico, perché non ci poniamo almeno il perché, senza andare a scomodare quell’innocente Ignoto che, se tace, è perché le religioni gli hanno tappato la bocca, chiudendolo nella prigione dell’essere umano, dov’è il suo regno?
Il mondo moderno si sta giocando una dura battaglia su deserti di sabbia, fuori perciò da quel mondo interiore, dove sarebbe ancora possibile far nascere quella rivoluzione, che potrà eventualmente cambiare la società.
Se l’Isis è una bestia assetata di sangue innocente, il mondo occidentale “civilizzato” non è che un mostro di alienati, costretti a vivere fuori dal proprio essere.
Era logico che si arrivasse a questo scontro tra mostri senz’anima. E si continua da una parte a uccidere senza pietà, e dall’altra a mostrare solo l’impotenza di saper reagire con la forza dello spirito.
Sono in contrapposizione “vuoti d’essere”, ma la via d’uscita sarà ancora lunga e dolorosa, se l’occidente non riconoscerà al più presto il proprio fallimento, anche per colpa di una Chiesa, che non ha fatto che opporsi al mondo dello spirito, mortificando l’essere umano.
Il dio ebraico, il dio cattolico e il dio islamico hanno agito imprigionando lo spirito umano, e gli effetti disastrosi li abbiamo sotto gli occhi.
Solo la riscoperta del mondo mistico potrà aprire uno spiraglio di speranza. O riprenderemo in mano il nostro mondo interiore, ovvero la realtà del nostro essere, oppure finiremo tutti, vittime di quella forza malefica che si chiama ostinata “alienazione”. Il fondamentalismo è frutto dell’alienazione, ed è la radice di ogni credenza religiosa. Lo Stato è solo una povera impalcatura socio-politica, costruita anch’essa sul vuoto d’essere. 

6 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Mi sono avvalso di questa parte di un testo di Giovanni Vannucci dal titolo Fedeli allo Spirito sperando che possa essere d’aiuto. “Un ideale di vita associata politica, religiosa, economica, culturale quando viene strutturato in un gruppo, produce inevitabilmente i notabili che ne precisano e ne formulano il contenuto; gli uomini d’azione impongono la dottrina calandola dall’alto in appropriate forme di autoritarismo; i sacerdoti che compongono i riti e i simboli che operano nella massa; i magistrati che ne incanalano le forze sul binario del lecito e del non lecito. Un’idea, una conoscenza, raggiunta dalla coscienza di un grande, quando prende la forma di una dottrina, di un’estetica, di un partito, di una religione, con il corteggio di interpretazioni, di strutture sociali, di autorità, si impoverisce nella sua intensità originaria, si altera a vantaggio di credenze imposte e di leggi che sono i punti di appoggio dei notabili che si sono arrogati il compito di appropriarsene e di difenderla. Tale è la condizione di ogni manifestazione della verità: il genio viene incatenato dall’accademia, il grande educatore dalle scuole, il santo dalle strutture sociali della religione, l’eroe pietrificato dai monumenti e nullificato sui ditirambi dei retori … La vita ha un duplice aspetto: uno esteriore corposo, appartenente ai sensi, alla ragione calcolatrice, all’astuzia dell’uomo realizzatore e immaturo. E’ il piano dove vengono solidificate le conoscenze, stereotipate le visioni dei grandi artisti, rese accessibili al volgo le intuizioni più coraggiose, ridotta a formulari catechistici la intraducibile vicenda dell’uomo-Dio. L’altro aspetto è interiore, spirituale, appartiene alla mente ardente folgorata dalle più intraducibili visioni, dalle conoscenze ultime, dalle aspirazioni assolute. E’ il cammino che Dio compie nell’intimo della coscienza umana, nel cuore delle cose. Il primo aspetto esteriore è quello dell’uomo quotidiano, anonimo, succube dei costumi, della routine della società cui appartiene. L’amante della quiete affida ai dottori, ai custodi del tempio e della legge gli ultimi problemi della vita che lo riguardano. Non vuol conoscere l’eccezionale, costruisce la sua comoda casa in una ben ordinata vita non avendo l’ardimento di gettarla allo sbaraglio. Il secondo aspetto, invece, è proprio dell’uomo che rifugge la quietudine dell’anonimato, che si interroga sugli ultimi problemi, che non si accontenta delle spiegazioni in voga, che vuol pensare col suo pensiero, che fonda la sua vita non sul dato ammesso da tutti, ma sulla scoperta del vero che è la ricompensa di chiunque getta allo sbaraglio la propria vita.” Mi scuso per la sua lunghezza.

  2. Giuseppe ha detto:

    Credo che tutto dipenda dal fatto che l’essere umano sia in perenne contraddizione con se stesso e anche quando è spinto dalle migliori intenzioni del mondo sia capace di rovinare tutto. Non per niente esiste il detto latino “video bona proboque, deteriora sequor” (vedo le cose buone le approvo, ma seguo il peggio), che sembra calzare a pennello con quello che nei secoli il fondamentalismo delle tre grandi religioni monoteistiche ha combinato riguardo all’idea di Dio. Del resto sebbene viviamo in un piccolo pianeta, una ridicola entità rispetto all’infinito, siamo talmente presuntuosi da sentirci il centro dell’universo. E anche se rimaniamo sbalorditi di fronte alle meraviglie del creato, la cui perfezione non può essere del tutto casuale, inducendoci a credere che sia opera di un essere soprannaturale, misterioso e onnipotente, di cui abbiamo anche un po’ timore, ma che, forse per esorcizzare la paura, finiamo per raffigurarcelo a modo nostro, adattandolo alle nostre esigenze e ai nostri comodi, arrivando addirittura a convincerci di capire i suoi intendimenti e ciò che si aspetta da noi.

  3. mauro ha detto:

    Concordo con quanto scritto da Gianni e forse questo era il senso delle parole del Card. Martini quando diceva che Dio non è cattolico…Però la mia libertà è anche la libertà dell’uomo che cerca Dio attraverso la coscienza mediante la fede; e non sa bene come e chi sia Dio. Aggiungo, di mio, che fino a quando non riconosceremo nell’Islam un ostacolo al cammino dei diritti umani non saremo in grado di fare alcun progresso… il problema non è (solo) l’immigrazione, il problema è l’Islam che è manifestamente contrario alle costituzione degli stati moderni….

    Don Giorgio. per favore, se può mi indichi un libro per iniziare un cammino di riflessione mistica… un libro adatto a un quasi neofita…grazie

  4. GIANNI ha detto:

    richiamo di seguito il commento all’editoriale:
    E’ nella natura di ogni religione, che, non dimentichiamolo, etimologicamente vale religo, cioè relegare, negare ogni libertà di spirito.
    Non posso dichiararmi cattolico, protestante, ebreo, musulmano,… se non sono disposto a negare tale libertà.
    O sono cattolico, musulmano……, oppure sono a favore della libertà.
    Le due opzioni, essere ….ed essere a favore della libertà di spirito, sono inconciliabili.

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