In quali mani siamo?
di don Giorgio De Capitani
Un’altra notte di incubi e di… rabbia.
Ciò che è successo mercoledì scorso, 20 luglio 2022 (“ad memoriam” per tutte le generazioni future!) non potrà passare facilmente nel dimenticatoio o nella indifferenza. Almeno per me!
Rabbia, tanta rabbia.
Non doveva succedere. Ma è successo.
Sì, a Dio tutto è possibile, anche far cadere il Governo Draghi.
Sembrava assurdo, ma è successo.
A Dio tutto è possibile, anche permettere che due o tre bastardi criminali riescano nel loro perfido intento di mettere in crisi una Nazione che stava per vedere la luce.
Ero contento, troppo contento di vedere e di risentire Draghi in ogni suo spostamento nel mondo.
Mi sentivo orgogliosamente italiano.
Ora mi sento uno stronzo che ha subìto una delle più assurde anomalie democratiche. Senza poter far nulla, anche se mi aspettavo una ribellione della Nazione.
Tre bastardi, degni della forca, o per lo meno di essere fisicamente seppelliti sotto uno strato di cenere, sono di nuovo riusciti a rendere possibile l’impossibile. E se la stanno godendo, ma spero che al più presto siano strozzati nel loro orgasmo da un nodo di quella giustizia divina, che almeno sappia chiudere le porte di quella satanica perversione di volere il male a tutti i costi.
Non riuscirò mai a perdonare una criminalità che ha fatto del Parlamento italiano il covo di farabutti imperdonabili.
Ma vorrei dire di più, allargando o meglio restringendo il discorso al locale.
Penso alla presenza di politici anche parlamentari nella nostra zona lecchese. Non mi sembra di aver visto una grande sofferenza, oltre un timido stracciarsi le vesti (antico uso ebraico, ridotto ai minimi termini, per di più simbolicamente inteso) per convenienza professionale.
E poi non sopporto più “quel politico locale” che sulla sua pagina facebook, ad ogni istante, non fa che postare immagini sacre (madonne, santi, cristi), oltre a donnette assai discutibili (ha qualche debole?) e a frasi del tutto superficiali e scontate.
Mi chiedo: con questi politici che futuro diverso possiamo avere in un’Italia fatta a pezzi da criminali, sempre pronti a tirar fuori la testa dal letamaio?
Se mi fa paura, diciamo orrore, una Destra populista e fascista, non è che mi possa godere lo spettacolo di una Sinistra, più o meno moderatamente di centro, che fa acqua da tutte le parti.
E così, costretti insanamente a votare alla fine di settembre, ci troviamo a disagio per chi votare. Sì, per chi votare? Certo, no la Destra, ma dov’è la vera Sinistra, ovvero quella Politica che metta al centro i valori dell’essere umano?
La massa che cosa farà? Voterà come al solito il populismo merdaio del porco Berlusconi o del barbaro Salvini o della donnetta insulsa che si chiama Meloni?
E a sinistra che cosa vediamo? Litigi, un vuoto di valori, per non dire di peggio.
È vero che per quanto è successo mercoledì 20 luglio 2022 (data da ricordare ogni anno per la infamia di un Parlamento ridotto a un porcile!) la gente comune è rimasta amareggiata, anche arrabbiata, ma la massa è fatta così: dimentica subito e pensa alle promesse fasulle del porco Berlusconi o del merdaio Salvini o della stronzetta fascista.
Certo, bisogna subito reagire e non restare fermi a una disperazione che farebbe male solo a se stessi.
Reagire e lottare, perché il male diventi una opportunità per un risveglio nazionale.
Reagire e lottare per una rivoluzione radicale.
Non si può accontentarsi di rattoppare un vestito, talmente stretto da soffocare lo spirito del nostro essere.
Bisogna denudare la massa, e costringerla ad essere se stessa.
E partiamo dal locale, smerdando i sindaci rincoglioniti dal proprio ego, con la testa fasciata da un becero campanilismo. Burattini pelandroni.
E che dire di quei sindaci che hanno finalmente abbandonato la Lega di Salvini, vedi Sindaco di Pescate, Dante De Capitani, dopo averla devotamente servita fino a rendersi ridicoli, e che ora vorrebbero fare un nuovo organismo di sindaci lariani “Civici di Centrodestra”?
Ogni sforzo di rinnovamento è lodevole, però mi chiedo se è sopportabile subire per anni e anni una malsana ideologia razzista, per poi finalmente aprire gli occhi. Ma questi occhi nuovi ora che cosa vedono? Mantengono ancora certi paraocchi?
Vivo in una zona dove tutto è così deprimente, malsano, inetto, immobile, senza creatività, solo con un po’ di infarinatura culturale.
Dove sono i veri maestri, i veri educatori, preti e politici che sappiano dare una mossa a una massa di rimbambiti?
Andremo a votare il 25 settembre. Quanti voteranno con la testa, e non con il culo o il ventre?
Ho una mia teoria sulla Democrazia. Così alta e nobile da ritenere il popolo italiano indegno di votare.
Democrazia non è dare il diritto di voto a un popolo bue. Il voto è un diritto e un dovere, quando si ha coscienza di ciò che è il Bene comune.
Occorre istituire delle scuole per il voto. Il voto va tolto al popolo bue.
Sono più di vent’anni ormai che questi “personaggi” fanno di tutto per farsi notare, mentre fanno a pezzi le istituzioni che uomini e donne di ben altro spessore avevano costruito per tirare fuori il nostro paese dal disastro di una guerra che ha portato morte distruzione un po’ dappertutto. Il teatrino che ormai è diventato la politica è una rassegna dei peggiori pulcinella e delle altre maschere della commedia dell’arte a cui non manca neanche la servetta colombina. L’avvento dei cinquestelle e il imprevisto successo degno dei masaniello e degli arruffapopolo che ogni tanto riescono ad ammaliare il popolo bue, unito agli interessi personali di quel disonesto di Berlusconi, ai rissosi leghisti e agli insignificanti (ma non per questo meno pericolosi) nostalgici del duce stanno facendo carne da macello di un paese che vorrebbe crescere farsi ammirare nel consesso delle nazioni. Sono riusciti ad impallinare anche l’unico italiano che poteva farsi valere nel politica internazionale, solo per i loro luridi interessi di bottega e, giustamente, adesso che la parola passa a noi cittadini, che succederà? Speriamo che il Padreterno ci assista e ci consigli dall’alto della sua infinita saggezza.