Don Angelo, hai mille ragioni per lamentarti…

Che cosa ha detto di così strampalato questo prete da metterlo in ridicolo sui giornali? E poi… un colonnello nazista può dire le scemenze che vuole in nome del diritto alla libertà di parola, e a un parroco deve essere proibito di esprimere il proprio pensiero, tanto più se ha detto cose di buon senso?
In che Paese siamo?
Un po’ di decoro non guasta mai, anzi è doveroso, soprattutto se il contesto lo esige. E allora ”un po’ di decoro” non basta, tanto più se oggi si è superato ogni limite di decenza.
Non è questione di coprire o no il buco del ventre, ma di usare quel buon senso che sembra scomparso lasciando il posto a ogni sbracatura (da “sbracare”), con licenze che non fanno onore alla dignità della donna.
E vorrei aggiungere: è anche questione di buon gusto, e certe donne, vecchie e sformate, diventano ridicole e disgustose a vedersi.
Mancanza di buon senso, mancanza di decoro… e questo già da ragazzine, figlie di genitori senza cervello, a cui piace solo dare l’esempio della donna emancipata, in nome di una libertà che è solo libertinaggio di complessate che esibiscono un corpo tra l’altro mal formato.
E come si può sopportare tacendo ciò che avviene in chiesa, come denuncia il parroco di Soresina? Lettrici senza decoro, spose che fanno vedere di tutto e di più, e mi fermo qui.
Durante gli oratori estivi, ragazzine-animatrici semplicemente ributtanti, per non dire di peggio.
E i preti tacciono, i genitori sono compiacenti…
Non è questione di moralismo, ma di decoro… di buon senso… di un po’ di cervello, di rispetto anche degli altri.
***
da Il Giorno

Soresina,

il parroco detta il dress code per l’oratorio:

“Ragazze, niente pantaloncini attillati

né pance scoperte”

Soresina (Cremona) – A Soresina, in provincia di Cremona, oggi la temperatura massima prevista è di 38 gradi ma all’oratorio le ragazze non potranno indossare pantaloncini corti o attillati né canottiere con spalline per evitare “esibizione delle forme” e “provocazione erotica”. Niente pancia scoperta, mai, perché – non fosse chiaro il concetto – “il vero erotismo ha bisogno di riservatezza”. Ce n’è anche per i ragazzi: a bambini ed educatori vietato andare in giro a torso nudo. A dettare il dress code ispirato ai principi di “decenza, decoro se senso del pudore” è il parroco don Angelo Piccinelli che ha firmato una lunga lettera sul tema pubblicata nel notiziario parrocchiale del 20 agosto. Don Piccinelli, che guida la comunità di fedeli di Soresina dal 2010, si autodefinisce “bacchettone” e, per darne ulteriore prova, nella missiva fa una lunga premessa in cui difende la sua lotta a favore del “senso del pudore” contro la “moderna apertura mentale”.

Esempio delle ordinanze

Dapprima cita “le ordinanze di alcuni sindaci di altrettante città italiane, per lo più a vocazione turistica promulgate per tutelare il pubblico decoro e la “decenza” dei comportamenti nei centri abitati e soprattutto storici”. “Tra le disposizioni “anti-cafoni” ce ne sono alcune che, più di altre, hanno creato clamore e proteste: il divieto di circolare nelle aree urbane in costume da bagno, a torso nudo o scalzi, in boxer o bikini; di accedere in “abbigliamento poco decoroso” agli uffici, ai musei e alle biblio-teche, ai luoghi di culto e al cimitero, alle sedi di attività commerciali e artigianali, e di salire sui mezzi pubblici… Forse siamo arrivati al limite della tollerabilità: se tanti Comuni sono ricorsi alle ordinanze e alle sanzioni pecuniarie per arginare il fenomeno del malcostume, evidentemente il degrado e la mancanza di senso del pudore stanno colmando la misura”.

Musulmane e suore, esempio di senso del pudore

Don Piccinelli non è nuovo a provocazioni di questo tenore e lo ricorda nella lettera. “Nell’agosto 2010, affidavo a questo foglio settimanale alcune ironiche e provocatorie considerazioni in merito, rivelandomi, da subito, il prete “bacchettone” che sono: ‘Nel confronto, inevitabile e serrato, tra noi cristiani e i musulmani, appare evidente che le nostre uniche donne in grado di competere con certe sorelle di fede islamica, rigorosamente protette da lunghi abiti e totalmente avvolte nei loro veli, sono le Monache della Visitazione, grazie alle quali, anche noi seguaci di Cristo possiamo vantare di non aver perso, del tutto, il senso del pudore. La mancanza del quale, oggi, accomuna i credenti più “praticanti” ai “laicisti” più secolarizzati”.

Contro la “provocazione erotica”

L’illuminata lettera del parroco prosegue. “La moderna “apertura mentale” ha investito anche i nostri ambienti parrocchiali e oratoriani: nei quali il richiamo al rispetto dovuto al proprio corpo e alla sensibilità altrui in materia di abbigliamento, di “esibizione delle forme” e di “provocazione erotica” è di scottante attualità. Tanto che ogni tentativo di “restrizione” viene vissuto da genitori e figli, adulti e giovani, maschi e femmine, come una violazione della libertà individuale ed una inammissibile ingerenza nella coscienza personale. Se è vero che anche il senso del pudore, oggi, ha aggiornato suoi parametri, a me pare che abbiamo, comunque, ampiamente superato la soglia di emergenza! Sull’argomento ritorno di tanto in tanto, a parole o per iscritto, e non per il gusto morboso di “censurare”: la posta in gioco – ne sono convinto – è davvero alta, soprattutto per le nuove generazioni.

Il decalogo per ragazzi e ragazze

Ed ecco dunque le regole stilate da don Piccinelli: “Non sono bandite solo le bestemmie, ma anche le parole oscene… L’intercalare grasso e volgare, soprattutto in mezzo ai bambini, rivela un animo grossolano, ed è da incoscienti. Oltre che da imbecilli”. E ancora: “L’abbigliamento parla di noi: il senso del pudore è in grande ribasso nella nostra società; per questo la “decenza nel vestire” è una fantastica trasgressione. Perciò alle animatrici si chiede di non portare calzoncini corti e attillati e neppure canottiere con spallini o altro del genere… La pancia va coperta, sempre. Il vero erotismo ha bisogno di riservatezza. Anche i maschi non giocano mai a dorso nudo: né i bambini, né gli educatori. Si indossa la maglietta anche quando si torna, esausti di divertimento, dalla piscina. 11 caldo c’è per tutti. Da che mondo è mondo. E non solo a Soresina”.

Le regole per le spose

Non è finita: “L’abito della sposa sia “conveniente”, per decenza, alla celebrazione religiosa. Che è come dire: sono vietate le scollature procaci e le schiene nude. Anche l’abbigliamento dei testimoni e degli invitati, soprattutto durante l’estate, non contraddica al pudore e al buon senso. La chiesa non è un salone per ricevimenti. E il matrimonio cristiano è un sacramento. Impresa “donchisciottesca”? Probabilmente. Come ogni sforzo educativo”.

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