Matteo Salvini querela, sterminando se potesse tutti i suoi detrattori

di don Giorgio De Capitani
Non saprei esattamente quante, ma dicono che siano migliaia le querele con cui Matteo Salvini vorrebbe mettere sotto chiave i suoi dissidenti. La presenza dell’avvocato Giulia Bongiorno nella Lega la dice lunga.
Per una ragione o per l’altra, anche solo per una parolaccia che arriva a segno, il leader leghista querela, e ciò dimostra lo spessore politico di uno che, pur essendo un personaggio pubblico, non accetta di mettere in conto le critiche, e anche eventuali offese.
No, lui vuole fare il leader indiscusso e indiscutibile, con il potere assoluto di dire anche stupidaggini di qualsiasi tipo, e non accetta contestazioni, neppure che un prete possa dissentire dalla sua linea politica, magari pregando ad alta voce che il Padre Eterno prima o poi lo rinsavisca. Ma forse Dio è sordo, o forse esiste solo il dio di Salvini che lo protegge e lo difende, a prescindere.
Salvini sostiene che don Giorgio è l’unico, o quasi, prete che lo contesta così duramente e costantemente: tanti preti lo sostengono (su questo non ho dubbi).
Questa non volontà o incapacità di accettare anche le critiche più feroci, offese comprese,  io la chiamo debolezza psichica. Matteo Salvini è un debole, che si fa forte minacciando. Lui attacca, e previene attacchi minacciando querele!
Sì, perché le querele sono per lo più delle vere minacce per far zittire gli spiriti liberi. Minacce non solo per eventuali condanne penali, ma anche per risarcimenti economici, che alla fine pesano sul bilancio delle persone oneste che, appunto perché oneste, non hanno grandi conti in banca, come i nostri politici che guadagnano soldi anche con le querele.
Ma la cosa ancor più paradossale è che il parlamentare Matteo Salvini ha il diritto di querelare, ma nello stesso tempo si avvale del diritto della immunità parlamentare: perciò, anche se fosse querelato, non potrebbe mai essere condannato.
E questo lo chiamate giustizia? Sì, giustizia made in Italy!
Lo dico con tutta sincerità: finora non ho mai partecipato alle udienze che mi vedono imputato per aver offeso Matteo Salvini, che mi ha perciò querelato.
Se partecipassi, mi sentirei fuori posto, starei male nel vedermi trattato ingiustamente: lui, mister Salvini, privilegiato e protetto dalla legge, ed io, povero cristo, costretto a subire una legge che giudica con due pesi e con due misure.
Ci sto pensando, e non so se parteciperò anche alla prossima udienza, dove siamo stati chiamati, Salvini e il sottoscritto, lui come testimone ed io per essere esaminato come imputato. 
Di che cosa dovrei testimoniare? Di aver scritto parolacce?
Ah, ah, ah!
E quali parolacce avrei scritto?
Non fermiamoci alla forma, ma al contenuto: ogni paroloccia contiene una verità, ma la verità, pur evidente nella parolaccia, non viene considerata dai giudici, che si fermano alla forma, e quindi condannano l’imputato per aver detto la verità ma con una parolaccia offensiva. E così, condannando la forma, si mette a tacere anche la verità!
Proseguiamo con altre domande. Forse che basta una “bella” parolaccia ben fatta per stigmatizzare a fuoco un politico, nel suo ruolo di populista, che non fa altro che raccogliere tanto fieno da nutrire milioni di pance mai satolle?
Ma scherziamo?
Ma il problema è un altro: queste nullità politiche non potranno mai fare schifo nemmeno a se stesse, ovvero non arrossiranno mai, ma continueranno a seminare altre nullità, aumentando il numero di teste di cazzo di italiani che faranno una strage del Pensiero, che resterà solo nel sogno di chi riesce a difendersi anche dall’arroganza di populisti che querelano per incutere paura.
Ma le idee-forza, i pensieri-energia non sono sogni, non sono utopie campate per aria. Lavorano sotto terra, nel cuore del cosmo, e prima o poi esploderanno, facendo saltare politicamente tutte le teste di cazzo, a iniziare dai politici populisti, nullità del cazzo.
Ah, ah, ah!
Ed io dovrei avere paura delle nullità? Casomai piango sulla marea di teste di cazzo, rese tali dalle nullità di populisti senza cervello.
Ma non piango sulla loro sorte (chissenefrega!?), ma sul fatto che queste teste di cazzo di dementi italiani permettono ai populisti senza cervello di seminare nullità in una società che, per salvarsi, avrebbe invece bisogno di qualche genio fuori del comune.
La nostra epoca è una maledizione, che un popolo del cazzo si merita!
Io non ci sto a subirne tutte le conseguenze, e, nel mio piccolo, continuerò a urlare, maledicendo quel populismo del cazzo che avrebbe bisogno, comunque, per essere distrutto, di ben altri interventi diciamo divini.
Ma la maledizione continua, anche perché questo popolo del cazzo deve ancora pagare tutte le sue colpe, anche se a pagarla saranno anche gli innocenti.
Ma è sempre stato così: solo il sangue dei giusti può redimere l’umanità, ma forse oggi di giusti ne esistono ben pochi! Perciò la redenzione è ancora lontana!

 

3 Commenti

  1. diogene ha detto:

    la legge è uguale per tutti… i prepotenti!
    Mi auguro che il ridotto numero dei commenti ai tuoi post non sia dovuto alla paura di essere querelati o, peggio ancora, all’indifferenza perchè sarebbe veramente la fine della Democrazia e della Libertà.
    Coraggio don Giorgio!

  2. Giuseppe ha detto:

    La legge è uguale per tutti? A una domanda del genere credo che quasi tutti risponderebbero affermativamente, anche perché si tratta di un’espressione che dovrebbe essere il fondamento di uno stato di diritto che, per definizione, riconosce parità di diritti e doveri per tutti i cittadini, nessuno escluso. Eppure ogni giorno assistiamo a consuetudini, sentenze e giudizi che sono in contrasto con questo principio.
    Premetto che, secondo me la giustizia umana è per sua natura fallibile, non solo perché esercitata da persone che, pur con tutta l’onestà possibile e un sincero desiderio di essere imparziali ed equilibrate, non possono fare a meno di provare dei sentimenti e delle emozioni e sono soggette per natura a simpatie o avversioni, spesso istintive ed immotivate, ma anche perché sono chiamate ad applicare delle norme che essendo emanate da altri esseri umani, non sono di per sé assolute ed immutabili, ma possono variare da paese a paese e il più delle volte sono il risultato di compromessi e di trattative tra punti di vista divergenti o addirittura contrapposti, oppure sono il retaggio di usi e tradizioni diverse.
    A questo proposito la nostra Costituzione introdusse la norma relativa all’immunità parlamentare per evitare che deputati e senatori nell’esercizio delle proprie funzioni potessero essere sottoposti al controllo degli organi giudiziari o di quelli dell’esecutivo, così da mantenere inalterata l’autonomia tra le diverse branche istituzionali, essenziale in ogni democrazia.
    Purtroppo però la prassi e gli abusi sempre più frequenti, con l’andar del tempo hanno trasformato tutto ciò in una sorta di privilegio, che ha finito per esulare dalle prerogative connesse all’attività parlamentare, trasformandosi quasi in una forma di impunità assoluta, per cui mentre un politico può dire e fare quello che gli pare, anche insultando e seminando veleni e maldicenze su chicchessia, guai a coloro che osano mancargli di di rispetto e usare il medesimo atteggiamento nei suoi confronti…

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