La guerra culturale sul David di Michelangelo

dal Corriere della Sera

La guerra culturale

sul David di Michelangelo

di MASSIMO GAGGI
da New York
La guerra culturale sull’istruzione scolastica che imperversa in America, con gli Stati conservatori che trasferiscono le scelte sui programmi scolastici dei giovani dagli insegnanti alle famiglie sta generando mostri. Il caso forse più estremo è quello di Tallahassee, capitale della Florida, lo Stato governato da Ron DeSantis, gran combattente delle culture war ultraconservatrici: Hope Carrasquilla, preside della Tallahassee Classical School, è stata costretta a dimettersi dalle famiglie infuriate perché ai loro figli di 11-12 anni era stata mostrata, all’insaputa di padri e madri, l’immagine del David di Michelangelo: una delle statue più famose e celebrate al mondo ma, ahimè, un nudo, per questo bollata da alcuni di questi genitori come un’opera pornografica.
L’onda di una reazione contro l’insegnamento pubblico, affidato a docenti considerati in maggioranza progressisti, si sta diffondendo a macchia d’olio nell’America profonda dopo le nitide vittorie elettorali di due governatori — Ron DeSantis in Florida e Glenn Youngkin in Virginia — che hanno cavalcato questa campagna. Risultato: mentre nel Nord democratico si verificano radicalizzazioni al contrario (bambini che si dichiarano transgender e che sono aiutati in questo percorso dagli insegnanti all’insaputa dei genitori), nel Sud e nel Midwest imperversano campagne per sottrarre ai docenti la scelta di cosa insegnare sulla storia degli Stati Uniti, sul razzismo, l’identità di genere, i rapporti sessuali.
Negli ultimi tre anni i parlamenti locali di 45 Stati dell’Unione hanno discusso ben 283 proposte di legge in questi campi: 64 di queste proposte sono diventate leggi in 25 Stati. Un terzo di queste norme — che toccano il curriculum scolastico e impongono una censura dei testi a disposizione degli studenti nelle biblioteche degli istituti — riguardano l’insegnamento della storia e il modo di trattare i rapporti razziali, mentre un altro quarto ha a che vedere con la sessualità e l’identità di genere.
In alcuni di questi Stati i docenti, ormai terrorizzati, eliminano un gran numero di libri e alterano profondamente i programmi nel timore di essere licenziati e, in qualche caso, anche di patire le conseguenze penali previste dalle leggi più oltranziste. Una battaglia che rende bene politicamente, almeno a destra (secondo un sondaggio della Fox il 64% delle famiglie americane ritiene di non avere abbastanza potere sull’istruzione dei suoi figli) e che proprio oggi il capo della maggioranza repubblicana della Camera, Kevin McCarthy, porta in aula al Congresso.
Il testo che potrebbe essere approvato in questa aula non diventerà legge perché poi non passerà al Senato, per ora a controllo democratico, ma spostare dalla periferia a Washington questa battaglia è un altro modo per amplificare l’offensiva conservatrice nell’istruzione. Intanto, mentre nelle scuole imperversano le guerre culturali, i genitori più responsabili si preoccupano anche di altro: la maggioranza degli studenti americani non impara più a leggere e scrivere. Le famiglie che giudicano sufficiente la preparazione dei loro figli in questi campi basilari sono solo il 42%.
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dal Corriere della Sera

Florida,

prof licenziata per aver mostrato

il David di Michelangelo ai suoi studenti:

«È pornografia»

di Giulio Gori
È accaduto alla Tallahassee Classical School, in Florida. Hope Carrasquilla, la dirigente scolastica, è stata costretta alle dimissioni dopo una lezione in cui si parlava del capolavoro di Michelangelo
Il David di Michelangelo? «Pornografia». È così che in una scuola statunitense è stata definita una lezione di storia dell’arte sul Rinascimento fiorentino. A puntare l’indice contro la preside dell’istituto, rea di aver autorizzato una materia ritenuta troppo bollente, sono stati alcuni genitori. La querelle si è trascinata al punto tale che Hope Carrasquilla, la dirigente scolastica della Tallahassee Classical School, in Florida, è stata costretta alle dimissioni.
La vicenda, che ora sta rimbalzando tra tutti i media d’Oltreoceano, è stata anticipata da Tallahassee Democrat. Per alcuni genitori mostrare a dei ragazzini di 11 anni le nudità del David, sarebbe quindi sconveniente. Al punto che il consiglio della scuola ha messo la preside di fronte a un aut aut: dimettersi o subire l’onta del licenziamento.

Altre opere nel mirino

Oltre al David, anche la Nascita di Venere del Botticelli o la Creazione di Adamo dello stesso Michelangelo avrebbero causato scontento nei genitori.
E se il presidente del consiglio della scuola, Barney Bishop, si è chiuso in un no comment e non ha confermato che la richiesta di dimissioni sia legata alle lezioni sul Rinascimento, la rivolta dei genitori contro le immagini di nudo artistico è un fatto certo.
Da notare che questa scuola americana si chiama Classical school e nel suo sito si presenta così: «La Tallahassee Classical School allena le menti e migliora i cuori dei giovani attraverso un’educazione classica ricca di contenuti nelle arti e nelle scienze liberali, con l’insegnamento dei principi del carattere morale e della virtù civica».

I precedenti di censura

Quello avvenuto nella capitale della Florida non è il primo caso di critica della statua di Michelangelo. Al di là delle tante censure avvenute nel corso dei secoli, la più nota delle quali fu la copertura delle nudità nel Giudizio Universale nella Cappella Sistina, in tempi recenti a fare clamore era stato nel 1995 il veto della città di Gerusalemme, che proibì l’esposizione di una copia del David michelangiolesco, preferendo ripiegare sulla versione vestita del Verrocchio.
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Dal Corriere della Sera
Il Caffè di Gramellini

Il David in mutande

«Ormai è appurato che in America i fessi hanno un serio problema con le statue. Mentre i fessi progressisti le fanno abbattere, quelli reazionari fanno licenziare la preside che ha osato tenere una lezione d’arte sul David di Michelangelo. Siamo a Tallahassee, nella Florida di Ron DeSantis, la versione «light» di Donald Trump, ma sarebbe potuto succedere in qualsiasi altro Stato dell’Unione, eccetto forse in California e a New York e dintorni. Ad accendersi di sacro sdegno sono stati i genitori dei ragazzi. Immaginate la scena: gli studenti tornano a casa e mostrano ai loro cari l’immagine del capolavoro rinascimentale come se l’avessero appena trovata su Onlyfans. L’occhio di mamma e papà non indugia sull’armonia delle forme, ma va a cascare proprio là, dove si aspetterebbe di trovare delle mutande di marmo, magari sponsorizzate. Le chat dei genitori prendono fuoco: si chiede e si ottiene la testa della professoressa reproba, per propaganda e smercio di materiale pornografico.
Come passa (male) il tempo. Cinque secoli fa Firenze ospitò un dibattito sul luogo più adatto a ospitare il David di Michelangelo a cui parteciparono, tra gli altri, Botticelli e Leonardo.
Cinque secoli dopo, in Florida, si caccia da scuola chi lo mostra. Certo, quella era una élite di statura mondiale mentre costoro sono degli ignoranti. È proprio questo il problema: hanno censurato il David perché li disturba, ma li disturba perché non sanno che è il David».

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