Mario Draghi e…
gli animali del porcile
di don Giorgio De Capitani
Mario Draghi non è uno statista o un politico in senso stretto della parola (che ami la Democrazia e il Bene comune è fuori dubbio!), ma è un tecnico prestato alla politica che cerca di salvare l’Italia dal naufragio.
Che impari a mediare, a modo suo, accontentando a poco a poco ora l’uno ora l’altro dei galli in pollaio, è richiesto fa un governo “maltrainsema”, in cui manca solo la galletta tricolore a mezza asta: forse la donnetta politica più insulsa dell’universo.
Tener buoni tutti gli animali del porcile non sarebbe facile neanche per Gesù Cristo, il quale ha preferito parlare di “gregge”.
Forse Mario Draghi è più bravo di Gesù Cristo nel fare i conti, e sui conti non lo batte nessuno: forse l’ha capito anche l’animale più stupido del porcile.
E sui conti forse Mario Draghi salverà l’Italia, ma difficilmente riuscirà a cambiare il cervello degli italiani, che, invece che usare una calcolatrice, preferiscono riempirsi il loro ventre.
Mario Draghi è una brava persona, lo si vede, ma attorno a lui ci sono animali che lottano quotidianamente per prendersi po’ di spazio in più per mettere il muso nel trogolo.
Mario Draghi sa fare bene i conti, e tutti quelli del porcile li tiene bene a bada, sapendo che, senza i conti in ordine, il Paese salterebbe, e per gli animali del porcile il trogolo resterebbe a secco.
Non giriamo attorno alle parole, non usiamo eufemismi ridicoli: la realtà è sotto gli occhi di chi ancora riesce a vedere.
Il nostro Paese ha perso tutto, anche quel minimo pudore, rimasto ancora incolume tra gli animali/animali.
Dio nel Giudizio universale salverà tutti gli animali, ma forse condannerà senza pietà la barbarie dei suoi figli.
Dio si è abituato a voltar via la faccia dai suoi dissacratori, per consolare i suoi figli nobili e giusti.
Allo Spirito divino basterebbe poco: soffiare un po’ più forte, e farebbe volar via un pezzo di merda gettandolo nel pozzo nero.
Ma non lo fa, perché vuole punire un popolo rincoglionito, con la testa nella merda.
Dio parla nel “fondo dell’anima” di ognuno, e talora parla da solo, o con pochi Amici. Egli non esce tra carnalità oscene di una massa che si è auto-castrata nello spirito.
Definire questa società un bordello è ancora poco: non vi è parola che riesca a definire una realtà che forse lo stesso Dio non aveva messo in conto, quando decise di creare il mondo.
Ogni giorno il sole sorge, e la terra si sveglia nell’attesa del peggio del peggio.
Vi è sempre un Salvini che, appena alza la testa dal trogolo, emette un grugnito, unendosi al coro di grugniti dei suoi fratelli, pronti a impugnare la spada dell’imbecillità.
E essi grugniscono: “Viva l’Italia!”, difesa nei suoi confini da tanto sangue che si riversa a fiumi nei campi, pronti a germinare generazioni di aborti.
“Viva l’Italia!”, e i criminali populisti l’hanno ridotta a uno straccio per pulirsi il loro culo pieno di merda.
Creperanno anche loro, sì creperanno, ma il problema resterà: una massa di imbecilli che continueranno ad accoppiarsi carnalmente, generando altri mostri di imbecillità.
Castrarli fisicamente?
Lasciamo al Padre Eterno qualche altra soluzione più efficace!!!
Purtroppo sono anni in cui per molti è più facile e veloce ragionare con l’intestino. Speriamo sia almeno utile come concime
Chi legge questo blog per la prima volta si stupisce del linguaggio talvolta scurrile di don Giorgio. E se si ferma al linguaggio non riesce a comprendere la passione che lo anima per “l’uomo nobile”. Chi si informa sulla personalità di Lutero nella parte finale della sua vita e non conosce quella iniziale dà un giudizio parziale su un uomo stile Narciso e Boccadoro ben descritto da Hermann Hesse. Che c’entra con Draghi e … gli animali del porcile. C’entra se abbiamo il coraggio di riflettere su un’affermazione di Lutero ripresa da Dietrich Bonhoeffer che stupì Karl Barth: “Agli orecchi di Dio le maledizioni degli atei suonano a volte meglio degli alleluia dei bigotti”. Nel porcile quanti bigotti hanno cantato alleluia a Draghi per poi ripiegare su sè stessi in attesa di tempi più favorevoli per loro abituati a parlare alla pancia della gente? Non sono preferibili le maledizioni di una sinistra che teme il rischio dell’ennesima beffa per gli umili ed oppressi? E’ la storia che ce lo insegna, ma alla quale non diamo ascolto. Cosa insegna l’Esodo nella Bibbia? Che è più facile parlare alla pancia (la mondanità carnale) che al cuore (l’intelligenza spirituale).