Due documenti a confronto… Giudicate voi!
Quello della curia milanese definirlo un documento alla “ponzio pilato” sarebbe forse ingeneroso. Definirlo un documento “coraggioso” sarebbe di certo eccessivamente generoso.
È un documento formale, d’obbligo, che dice e non dice, tenta una critica nei riguardi del governo e poi se ne guarda bene dal fare nomi e cognomi. Accusa l’indifferenza dei credenti, ma non la loro aperta contraddizione: vanno in chiesa, con la testa leghista per uscire con una serpe nel cuore.
Un documento che vorrebbe salvare la faccia di una diocesi in un gran parte leghista, ma che non si sente minimante contestata dalla parola di un vescovo che dovrebbe urlare in nome del Vangelo di Cristo.
Abbiamo visto Mario Delpini parlare alla “tavolata multietnica”, organizzata dal Comune di Milano, sabato 23 giugno. Il solito pazzerello che non sa quello che dice: due parole insulse, qualunquiste…
Ma torniamo al documento della curia milanese: è completamente monco di una parte importante, che è l’autocritica come Chiesa che indirettamente ha prodotto dei mostri: Berlusconi, Cl e Lega. Berlusconi e Cl sono in declino (non certo per merito della Chiesa), ma la Lega è risorta (per merito della Chiesa).
Sì, perché la Lega è il prodotto di un vuoto della Chiesa che non ha saputo, soprattutto in questi ultimi decenni, educare ai grandi valori dello Spirito, lasciando spazio alla carnalità di una fede e di una politica, che, messe insieme, sono una bomba pronta a sparare schegge di follie barbariche.
Il documento non fa alcuna autocritica, ed è qui la sua più grossa pecca.
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da www.chiesadimilano.it
DOCUMENTO
Migranti,
inquietudine e disagio
Il testo, firmato dal Consiglio pastorale diocesano con l’Arcivescovo mons. Mario Delpini, esprime grande preoccupazione per le vicende di queste ultime settimane. «Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera, che nessuno declini le sue responsabilità»
Nella sessione del Consiglio Pastorale Diocesano, riunito per svolgere il ruolo di assemblea sinodale per il Sinodo Minore “La chiesa dalle genti. Responsabilità e prospettive”, è emerso un condiviso disagio per vicende su cui la cronaca quotidiana attira l’attenzione e suscita emozioni e reazioni in tutti gli Italiani.
Che cosa sta succedendo nel Mediterraneo, in Italia e in Europa? I cristiani che sono cittadini italiani vorrebbero sapere, vorrebbero capire. Può bastare un titolo di giornale per leggere una situazione? Può bastare uno slogan per giustificare una decisione? Pensiamo di aver diritto a una informazione comprensibile, pacata, argomentata.
Quello che succede, nel Mediterraneo, in Italia e in Europa può lasciare indifferenti i cristiani? Possono i cristiani stare tranquilli e ignorare i drammi che si svolgono sotto i loro occhi? Possono coloro che partecipano alla Messa della domenica essere muti e sordi di fronte al dramma di tanti poveri, che sono, per i discepoli del Signore, fratelli e sorelle?
Gli innumerevoli gesti di solidarietà, la straordinaria generosità delle nostre comunità può consentire di “avere la coscienza a posto”, mentre intorno a noi c’è gente che soffre troppo, che fa troppa fatica, che paga a troppo caro prezzo una speranza di libertà e di benessere?
Di fronte al fenomeno tanto complesso della mobilità umana, delle migrazioni, delle tragedie che convincono ad affrontare qualsiasi pericolo e sofferenza pur di scappare dal proprio paese, la comunità internazionale, l’Europa, l’Italia possono rassegnarsi all’impotenza, a interventi maldestri, a logorarsi in discussioni e contenziosi, mentre uomini e donne, bambini e bambine muoiono in mare, vittime di mercanti di esseri umani?
I governanti che i cittadini italiani hanno eletto possono sottrarsi al compito di spiegare quello che stanno facendo, di argomentare di fronte ai cittadini il loro progetto politico, che onori la Costituzione, la tradizione del popolo italiano, i sentimenti della nostra gente?
Ecco: il Consiglio Pastorale Diocesano insieme con il Vescovo vuole condividere il disagio che prova, le domande che sorgono, l’urgenza di interventi, iniziative, parole che dicano speranze di futuro e passi di civiltà.
Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera, che nessuno declini le sue responsabilità.
Il consiglio pastorale diocesano con l’Arcivescovo mons. Mario Delpini
Truggio, 24 Giugno 2018
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Il documento ipotetico
di un gruppo di preti lombardi
Abbiamo deciso, come ministri di Cristo e come cittadini, di esporci pubblicamente per denunciare la gravità dell’attuale dirigenza politica italiana che, in pochi giorni dalla nascita del nuovo fantomatico governo, sta prepotentemente violentando i valori della democrazia e della fratellanza universale, assumendo il volto atroce di una barbarie mai vista, dopo l’ultima guerra mondiale.
Il governo non esiste: esiste solo Matteo Salvini che, come un bulldozer, schiaccia ogni rispetto per i più deboli che, in quanto deboli, sono già spogliati non certo per colpa loro di ogni sacrosanto diritto, e perciò meriterebbero più attenzione e maggiore solidarietà umana.
Riconosciamo che sono numerosi e complessi i problemi legati all’imponente fenomeno migratorio di popolazioni soprattutto africane, stremate e ridotte in povertà estrema, che sognano un futuro migliore fuggendo in Europa. Ma non per questo si deve ricorrere alla forza bruta per arginare l’esodo di migranti, come se, agendo da ponzio pilato e perciò lavandosene le mani, l’urlo dei disperati si spegnesse nella criminalità di chi chiude loro ogni frontiera, tappandosi le orecchie.
Tutti lo riconoscono: il fenomeno migratorio è inarrestabile; nessuno perciò potrà fermarlo. Per questo si esige una grande sinergia delle forze migliori, onde trovare la via più saggia e lungimirante per “governare” con intelligenza le fiumane di profughi alla ricerca di un po’ di benessere, senza dimenticare i crimini che l’Occidente ha compiuto contro di loro.
I grandi Statisti, anche italiani, del passato nelle gravi emergenze tralasciavano ogni pregiudizio ideologico, e si univano attorno a un tavolo per trovare una saggia soluzione, senza minimamente sfruttare le situazioni drammatiche ai fini elettorali.
Da anni questo non avviene più: né in Italia, né in Europa. E la cosa grave è che i populisti, che sono il frutto delle emergenze irrisolte, soffiano e speculano sulle disgrazie altrui, per ottenere consensi dalla massa delusa.
Ed è qui che vorremmo essere chiari. Se ce la prendiamo con Matteo Salvini, è perché al momento sembra l’unico padrone di questo governo, il quale tace e acconsente alle sue folli scelte nel campo delle emergenze umanitarie. E ciò è imperdonabile!
Ma non possiamo limitarci a combattere Matteo Salvini, come se fosse la personificazione del male. Salvini è l’espressione o l’incarnazione di un disagio collettivo, che nel tempo si è fatto un coacervo di esigenze che, in parte anche doverose, hanno preso però risvolti razzisti, come se il primo dovere di una nazione fosse quella di difendersi da presunti “nemici” provenienti da lontano.
Il problema non è tanto Salvini in sé. Via Salvini arriverà un altro Salvini. Il problema è la massa che crea sempre altri Salvini, altri Berlusconi: li usa e li getta, per corriere dietro ad altri populisti, sempre pronti a cavalcare le proteste talora irragionevoli della base.
E, come ministri di Cristo, ci chiediamo come sia stato possibile che numerosi credenti abbiano confuso il messaggio radicale di Cristo con il Vangelo secondo l’ideologia razzista, e si sia arrivati ad avere comunità in cui i razzisti si sentano quasi a casa loro: vengono ancora a Messa, e magari manducano il corpo di Cristo, e poi, appena fuori di chiesa, li senti urlare: “Prima noi… e poi gli altri”.
Forse l’ebreo Cristo ha predicato: “Prima gli ebrei e… poi tutti gli altri?”. Ma non è stato crocifisso dai caporioni, sentitisi esautorati nei loro privilegi di casta “prediletta”? Cristo sulla croce, mentre moriva, ci donava lo Spirito, quello Spirito che, nella Pentecoste, avrebbe riunito tutti i popoli della terra. Almeno idealmente. Poi sappiamo che cosa è successo: la Chiesa istituzionale riuscirà a imbrigliare perfino il mondo dello Spirito.
Riconosciamo, con amarezza, che se Matteo Salvini è il frutto di una massa che privilegia egoisticamente i propri interessi, questa massa in parte cristiana è il prodotto di una manchevolezza della Chiesa, che non ha educato i credenti ai veri valori umani che, in quanto tali, non possono non essere evangelici, e nello stesso tempo trascendono ogni religione, ed è per questo che sono universali.,
Siamo fortemente preoccupati della contraddizione delle comunità cristiane, ma anche del silenzio di questa Chiesa che non parla chiaro: teme divisioni al suo interno. Eppure non è stato Cristo che ha detto: “non sono venuto per portare la pace sulla terra, ma le divisioni…”? Intendeva dire che la verità divide, la giustizia divide, anche la democrazia divide. Bisogna dire la verità, anche se procura divisioni.
Ma la Chiesa preferisce tacere, per non creare divisioni all’interno delle comunità che, finché resteranno tranquille, creeranno meno problemi di convivenza pacifica al loro prete.
Ma come ministri di Cristo e come cittadini non ci sentiamo affatto sconfitti. La nostra fede nel Cristo radicale e il nostro profondo senso democratico ci impongono di essere una spina nel fianco, per stimolare credenti e non credenti a riprendersi la forza rivoluzionaria del Vangelo o quell’orgoglio di sentirsi ancora parte di quella Civiltà, che non potrà mai soggiacere alla violenza dei nuovi barbari.
Gli insulti e le minacce non ci faranno paura, e tanto meno freneranno la nostra lotta per la Civiltà, nella speranza che l’Italia migliore scenda nelle piazze e faccia sentire forte la sua voce di protesta.
Ma sappiamo benissimo che ciò non basterà. L’Occidente, ma anche in parte l’Oriente, si stanno spegnendo come Civiltà perché hanno perso il Pensiero che è l’essere nella sua realtà più profonda. Il Pensiero è dentro di noi, ma è spento, ed è l’ego di ciascuno la causa del male. I grandi Mistici dicevano che la vera causa di ogni male è l’amor sui: l’amore di se stesso, ovvero di quell’ego che blocca la realtà del nostro spirito interiore. Il populismo che fa? Agisce sull’ego di ciascuno, sull’amor sui. Ed è qui il vero male.
È rientrando dentro di noi che possiamo scoprire chi siamo e prendere coscienza di quell’unità che ci fa sentire e vivere da fratelli, in un mondo dove esiste una sola razza, ed è quella Umana.
don Giorgio De Capitani
Impossibile fare un confronto. Il documento del consiglio pastorale è degno di un azzeccacarbugli che vorrebbe dire, ma non ci riesce, e per questo rimane senza una vera e propria conclusione.