Un papa fuori di testa

Un papa fuori di testa

Ho visto il video dell’intervento di papa Francesco di ieri sulla guerra.
A parte il fatto che mi sembra conciato male fisicamente, quasi biascica le parole, ma il vero problema è che sembra fuori di testa o uno che è male informato.
Come si possono dire certe stupidaggini nei riguardi della donna saltata in aria a Mosca, in Russia?
Ma sa chi era in realtà quella donna?
Con questo non intendo giustificare l’attentato, ma non si può dire che era una donna innocente.
E poi sempre quel fare l’equilibrista: stare nel mezzo, dicendo che la violenza sta da una parte e dell’altra.
Certo, la violenza sta anche dalla parte dell’Ucraina, ma si deve forse difendere con le mani giunte o con il rosario in mano?
Certo, guerra è guerra, ma chi l’ha scatenata? È forse venuto meno il diritto e il dovere alla difesa?
Forse il papa dimentica ciò che nel passato più o meno recente la Chiesa cattolica ha scatenato reprimendo gli spiriti liberi.
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Città del Vaticano, 24 ago. (askanews) – “Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di una disastro nucleare a Zaporizhzhia. Porto nel cuore i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili, e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale di oggi ricordando i sei mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina. Poi ha voluto ricordare Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, che ha annoverato tra le tante vittime di quel conflitto che sta insanguinando l’Europa. “Penso alla ragazza che è volata in aria per una bomba che era sotto un sedile di una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra. Pensiamo a questa realtà e diciamoci che la guerra è una pazzia” ha detto Papa Francesco che è tornato a condannare e deplorare le guerre ed ha chiesto una immediata cessazione del conflitto in Ucraina.

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da La Repubblica

Darya Dugina,

una vita sulle orme del padre, nel segno di Putin

di Enrico Franceschini
Aveva trent’anni, si era laureata in filosofia all’università della capitale russa, lavorava come giornalista, commentatrice televisiva e analista di geopolitica.
21 Agosto 2022
Tale il padre, tale la figlia. Darya Dugina, assassinata da ignoti ieri alle porte di Mosca in un attentato che ha fatto esplodere la sua auto, seguiva le orme del padre Aleksandr, considerato l’ideologo ultranazionalista di Vladimir Putin e uno dei promotori dell’invasione dell’Ucraina. Aveva trent’anni, si era laureata in filosofia all’università della capitale russa, lavorava come giornalista, commentatrice televisiva e analista di geopolitica. La stessa professione del padre, soprannominato da alcuni “il Rasputin di Putin”.
Come il padre aveva accanitamente sostenuto la guerra contro Kiev, definendo gli ucraini come dei “subumani che devono essere conquistati”. Era tra gli autori di un libro di imminente pubblicazione in Russia sul conflitto intitolato “Z”, la lettera diventata il simbolo dell’invasione, verniciata sui carri armati del Cremlino e disegnata su magliette e cartelloni pubblicitari. Con lo pseudonimo di Darya Platonova aveva lavorato per due emittenti fortemente schierate con Putin, RT e Tsargrad Tv. Dirigeva inoltre il sito United World International, accusato di disinformazione, di proprietà di Evghenij Prigozhin, uno stretto alleato del presidente russo.
Per questo, a maggio è apparsa nell’elenco dei membri della nuova nomenklatura moscovita colpiti dalle sanzioni: il suo nome figura sia nella lista nera americana che in quella britannica, per “avere espresso appoggio e promosso politiche favorevoli all’aggressione russa in Ucraina” e come “autrice di alto profilo della campagna di disinformazione sull’Ucraina su varie piattaforme online e vari media”.
Ritrovarsi così giovane e relativamente poco conosciuta nel mirino dell’Occidente l’aveva compiaciuta, dicendosi “orgogliosa” di essere indicata insieme al padre fra i personaggi responsabili dell’invasione e vicini al capo del Cremlino. Ha successivamente descritto la guerra come “uno scontro di civiltà” tra la Grande Russia e l’Occidente, rivendicando come il padre la creazione di una superpotenza euroasiatica attraverso l’integrazione della Russia con le ex-repubbliche slave e dell’Asia centrale che appartenevano all’Unione Sovietica.
Dasha, il diminutivo di Darya in russo, come la chiamavano gli amici, aveva dedicato i suoi studi universitari al neoplatonismo, ma rivendicava come riferimenti culturali un bizzarro cocktail di pensatori che includeva Antonio Gramsci, Martin Heidegger e il sociologo francese Jean Baudrillard.
Promuoveva da anni l’ideologia fieramente nazionalista che ha contribuito alla decisione di Putin di invadere l’Ucraina.
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La reazione degli ucraini alle parole del papa

Papa Francesco ricorda Darya Dugin. E l’Ucraina s’infuria

2 Commenti

  1. luigi egidio ha detto:

    “Papa Francesco ha ricevuto in udienza Katalin Novak, presidente dell’Ungheria ed ex ministro della famiglia, e l’esito dell’incontro non fa altro che far storcere la bocca alla sinistra a meno di trenta giorni dalle elezioni politiche in Italia. “Il Santo Padre si è particolarmente interessato alla politica della famiglia ungherese. Ha accolto con favore il fatto che i matrimoni siano raddoppiati e gli aborti dimezzati. Ha ringraziato per la difesa di famiglie tradizionali e cristiani perseguitati” le parole di Novak, che ha ricevuto i complimenti dal Santo Padre.” (Da IL TEMPO.it del 27 agosto 2022). All’inizio del suo pontificato ha deluso i tradizionalisti e conservatori che lo avevano pure votato. Poi è toccato ai progressisti. Adesso sta deludendo tutti quelli che in lui vedevano una nuova primavera della Chiesa. Tutto l’opposto di Giovanni XXIII che ha avuto il coraggio di indire il concilio vaticano II, usando il potere assoluto del quale godeva. I papi, fino a prova contraria, godono ancora di potere assoluto come Bin Salman in Arabia Saudita. Solo un furbacchione come Renzi ci voleva far passare come nuovo Rinascimento questo regime. Come furbacchioni sono quelli che ci vogliono far passare come democratici tutti i regimi che piacciono alla Chiesa. Non è paradossale che la Corea del Nord si chiami Repubblica Popolare Democratica di Corea? Volevo citare una frase rilasciata da Martini a Sporschill: “Mi angustiano le persone che non pensano, che sono in balìa degli eventi. Vorrei individui pensanti. Questo è l’importante. Soltanto allora si porrà la questione se siano credenti o non credenti”. Papa Francesco pensa o crede?

  2. Martina ha detto:

    Temo che questo papa non sia poi così fuori di testa, ma che sappia bene quello che dice e fa.
    Non si è mai pronunciato a favore dell’Ucraina, mai.
    Mai con l’Europa, mai!!
    Troppo ambiguo come la destra di Meloni, Salvini, Berlusconi. Tutti che amano i regimi e amici di Putin.
    Ciò che ha pronunciato a favore di questa “ragazza innocente” dice tutto.

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