Genova, professoressa muore e lascia in eredità 500mila euro: «Un pasto al giorno per 800 poveri»

dal Corriere della Sera

L’influencer silenziosa

di Massimo Gramellini | 26 aprile 2023
Sandra Arosio era un’insegnante di scuola media, una genovese colta che amava gli scrittori triestini di inizio Novecento, su cui aveva scritto anche un saggio, ma non è questa la notizia. Sandra Arosio era talmente riservata che di lei in Rete esiste soltanto una fotografia: un fenomeno straordinario, inspiegabile ai giorni nostri, intorno al quale andrebbero tenuti dei convegni, ma non è questa la notizia. Sandra Arosio, ricca di famiglia, per tutta la vita aveva adottato bambini a distanza e aiutato in modo capillare le vittime dei terremoti, i senzatetto e i migranti, ma non è neanche questa la notizia. Sandra Arosio non aveva figli e, quando l’anno scorso all’improvviso morì, nel testamento si trovò scritto che la sua eredità doveva servire a finanziare ottocento pasti caldi al giorno per i poveri di Genova.
Questa senza dubbio è una notizia, eppure non è ancora «la» notizia. Del testamento di Sandra Arosio non era trapelato nulla fino all’altro ieri, quando, durante la messa celebrata nel primo anniversario della morte, alcuni beneficiati se ne sono lasciati scappare il contenuto. Lei aveva preferito tenerlo per sé, convinta che il bene, proprio come il male, si faccia meglio in silenzio e di nascosto. Perciò converrete con me che, all’epoca degli influencer, dove quasi chiunque compia una buona azione non resiste alla tentazione di farlo sapere al mondo, sia questa la vera notizia.
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dal Corriere della Sera

Genova, professoressa muore

e lascia in eredità 500mila euro:

«Un pasto al giorno per 800 poveri»

di Alessandro Fulloni
La 74enne insegnante Sandra Arosio è scomparsa un anno fa in un incidente. La scoperta delle ultime volontà durante la messa di suffragio
La professoressa Sandra Arosio, benefattrice genovese morta un anno fa la cui attività a favore dei poveri, ai quali ha lasciato tutto, è emersa del tutto casualmente solo in questi giorni, era una donna riservata e di gran cultura. Ha scritto un saggio su tre scrittori triestini che sono un pezzo della nostra Memoria. Tre amici travolti dalla Grande guerra e dal fascismo: il sottotenente Scipio morì combattendo sul Podgora il 3 dicembre 1916, l’altro sottotenente Carlo si suicidò circa sei mesi dopo, il 30 maggio, sempre nelle trincee del Podgora dove si sparò pur di non farsi catturare dagli austriaci. Venne invece preso prigioniero Giani che al ritorno andò a insegnare, scrivendo saggi all’impronta dell’antifascismo. Ebreo, finì alla Risiera di San Sabba dove scampò alla morte solo grazie all’intervento del vescovo di Trieste Antonio Santin.
«Scrittori di frontiera», un libriccino
Storie raccolte dalla professoressa Sandra in un libriccino — «Scrittori di frontiera» — che forse ora si può trovare unicamente su Ebay. E chissà, forse una specie di vita di frontiera deve averla trascorsa anche questa donna che quando è scomparsa aveva 74 anni. Di lei, e di questo commovente lascito a favore di chi a Genova vive di nulla, sappiamo qualcosa solo grazie a ciò che emerso lo scorso giovedì, a Genova, dove si è tenuta la messa in suo ricordo a un anno dalla morte. A scriverne è stato il Secolo XIX che ha raccolto le parole di chi la conosceva, a partire dall’avvocato, Davide, che ne sta curando le volontà testamentarie. «Quando non ci sarò più, vorrei che i miei beni andassero a chi ne ha bisogno» aveva stabilito la prof. Ed ecco perché si mise poi in contatto con Caritas, Sant’Egidio e altre realtà del terzo settore.
I volontari delle associazioni
Parlando con i volontari delle associazioni, aveva iniziato a discutere quali iniziative sostenere, mettendo a disposizione — è il racconto fatto nella cronaca di Alessandra Rossi — il suo patrimonio di oltre mezzo milione di euro. Un progetto troncato d’improvviso il 17 aprile dello scorso anno quando la professoressa è morta a seguito di un incidente. Della professoressa Arosio sappiamo pure che ha insegnato in una scuola media di Arenzano, che non si è mai sposata, che viveva per la letteratura, per l’aiuto del prossimo, per i cani e per quel castello di sua proprietà nel piacentino che ha segnato tutta la sua esistenza e che adesso è tutelato dalle Belle Arti.
«La solidarietà in perfetto stile genovese»
Alla messa c’erano anche alcuni rappresentanti di Sant’Egidio che hanno ricordato quando, oltre un anno e mezzo fa, erano stati contattati da Sandra che «in perfetto stile genovese, ha abbracciato lo spirito di solidarietà e di vicinanza ai più deboli, chiedendo di poter sostenere progetti a favore dei senzatetto e dei nuovi poveri». Il suo patrimonio verrà elargito progressivamente — è stabilito nel testamento già dal 2017 — sostenendo più progetti a favore degli homeless, dei fragili, dei migranti. I primi 150.000 euro serviranno a garantire un pasto al giorno a circa 800 poveri e homeless di Genova. «Già molti anni fa – è il ricordo fatto al Secolo da Davide, l’avvocato a cui si è affidata Sandra per le sue ultime volontà — aveva adottato dei bambini a distanza e fatto donazioni ai terremotati del centro Italia».
Quel volumetto su Ebay
È ancora il legale a raccontare che l’insegnante — di cui esiste una sola foto — sin da piccola, con la migliore amica, buttava giù storie d’avventura, manoscritti ritrovati da lui stesso al castello piacentino. «Ce n’erano tantissimi: librettini scritti a mano da bambine, con storie avvincenti». Anche in passato aveva già fatto piccoli lasciti a favore dei genovesi: abiti, oggetti, piccole somme di denaro. Poi, ammirata dalla generosità di Sant’Egidio, ha deciso di sostenerli. Su Ebay compare una foto del libriccino dedicato agli irredentisti triestini. Il volume è ingiallito, dà l’aria di essere carta preziosa. «Per ricordare questa donna straordinaria meriterebbe di certo una ristampa, è bello» ha detto chi l’ha letto uscendo dalla messa di giovedì.

1 Commento

  1. simone ha detto:

    Questa è una notizia.
    Certo il bene si compie nel silenzio (dice il Vangelo di Matteo: “Ma quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”) ma credo che certi esempi vadano resi noti a molti.
    In particolare mi piace riflettere sulla somma e sul risultato. 500 mila euro per un ricco non sono niente; spesso nemmeno per alcune parrocchie che lanciano cantieri milionari per “mettere a norma” le strutture. Eppure quella piccola (per me grossa) somma permetterà di sfamare 800 persone per un anno. Non mi sembra qualcosa di proibitivo…c’è chi si compra degli yatch enormi o delle macchine superpotenti e chi decide di dare un pasto caldo a chi, emarginato e rifiutato dal mondo, non può permetterselo.
    Certo al mondo piace il consumismo, i ricchi, i potenti; però bello che sul giornale, giusto per farci riflettere, c’è chi ancora pensa agli ultimi.
    Per carità donna piena di difetti, di peccati (non fatico a crederlo, non è mia intenzione gridare alla santità) ma capace di segni concreti d’amore. Giusto che finisca sui giornali e faccia riflettere me per primo. Grazie Sandra!

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