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26 GIUGNO 2023
Damiano Tommasi:
“Destra al governo prepotente.
Sulla gestione dell’Arena di Verona
occupa tutte le poltrone. Li porto in tribunale”
di Concetto Vecchio
La denuncia del sindaco-ex calciatore, eletto un anno fa: imposta la conferma della sovrintendente Gasdia, “contro la volontà del Comune. Un modo di operare sprezzante. Abbiamo deciso di contestare la nomina del cda”. L’udienza si terrà il 19 luglio
Damiano Tommasi, da un anno esatto sindaco di Verona, è reduce da una partita nostalgia a Ferrara con Francesco Totti ed Alessandro Del Piero. In città si parla però del suo scontro con la destra. “Una storia istruttiva”, dice.
È la centesima edizione della stagione lirica in Arena. La destra meloniana ha imposto la conferma del suo sovrintendente. Cosa è successo?
“L’ha fatto andando contro la volontà del Comune. Avevamo proposto di avvicendare la sovrintentente uscente, Cecilia Gasdia, legata a Fratelli d’Italia, con un nome di profilo internazionale”.
Gasdia sarebbe uscita di scena?
“Sarebbe potuta rimanere come direttore artistico, per la cui carica ha senz’altro i titoli. Era stata infatti nominata per quello, la volta scorsa, salvo poi subentrare al sovrintendente bocciato dal ministro Franceschini per mancanza di requisiti”.
Invece?
“Il Consiglio è composto da sette membri, quattro nominati dal ministero, dalla Regione Veneto, dalla Camera di commercio e da Cattolica-Generali, tre sono invece espressione del Comune, tra cui io. Gasdia è stata confermata con quattro voti a tre”.
Il Comune è in minoranza?
“Non era mai successo. L’Arena è un bene della città, il Comune decide i canoni di concessione. A gennaio avevo incontrato il ministro Sangiuliano per individuare insieme un percorso di condivisione. Poi la destra locale ha deciso diversamente”.
La destra locale è il sottosegretario alla Cultura di Fratelli d’Italia, Gianmarco Mazzi?
“Mazzi è stato per anni l’amministratore delegato di Arena di Verona srl. È una società creata dalla Fondazione Arena per gestire gli eventi extra lirici: i concerti rock e gli show televisivi che si tengono nell’anfiteatro. Ha registrato incassi per due milioni di euro”.
Mazzi non si è dimesso?
“Ha dovuto farlo una volta nominato al governo, e comunque era in scadenza. E qui veniamo alla seconda parte della storia. Poco dopo la sua nomina a sovrintendente Cecilia Gasdia ha nominato il nuoco cda di Arena di Verona srl e si è autonominata presidente. E come direttore operativo è stata individuata Cecilia Baczynski, la segretaria generale e braccio destro di Mazzi”.
Lei era stato informato?
“No, è stato fatto tutto ad insaputa mia e del Consiglio”.
Un blitz.
“Sì, senz’altro un colpo di mano che lascia allibiti. Un modo di operare sprezzante”.
L’Arena srl ha in concessione l’anfiteatro?
“Sì, dal Comune: devono chiedere a noi il permesso per l’uso dell’Arena. È questo il paradosso. Abbiamo perciò deciso di contestare, attraverso l’avvocato Lamberto Lambertini, la nomina del cda di Arena di Verona srl davanti al Tribunale delle imprese. L’udienza si terrà il 19 luglio”.
Gasdia poteva farlo?
“La rappresentatività legale di Fondazione all’interno di Arena di Verona srl è solo del presidente, il sindaco, che può eventualmente delegare. E da me Gasdia non è mai stata delegata”.
Potreste revocarle la concessione?
“È un’ipotesi sul tavolo”.
Ecco cosa intende la destra quando parla di rovesciare l’egemonia culturale?
“È una logica piena di disprezzo. Ti faccio vedere che decido io, in barba ad una leale collaborazione istituzionale, che in questo caso è del tutto necessaria. Ma il bene della città dovrebbe prevalere rispetto alla prepotenza politica”.
Mazzi dice che lei non l’ha ringraziato per il successo della prima di Aida, in diretta tv.
“Lasciamo perdere. Sono stato con gli orchestrali e con la presidente Gasdia fino alle quattro del mattino: ho ringraziato loro”.
Un anno da sindaco. Preferiva la vecchia vita?
“No, no. Il bilancio è più che positivo. Si è creato un bel gruppo in giunta, animato da un grande spirito di cambiamento. Ma come vede il potere spodestato reagisce con una simile arroganza”.
Mi chiedo a che servono le elezioni se poi succedono questi soprusi…