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Ciotti, Salvini, Ponte dello Stretto:
commenti strumentali e offensivi, frasi
estrapolate da intervento ben più articolato
Redazione
25 Luglio 2023
In merito alle dichiarazioni del deputato leghista Domenico Furgiuele e del ministro Matteo Salvini che hanno commentato in modo strumentale e offensivo le parole di Luigi Ciotti, presidente di Libera che facendo riferimento al Ponte dello Stretto ha detto che “non unirà solo due coste, ma due cosche “ precisiamo per dovere di correttezza che le dichiarazioni del presidente di Libera sono state estrapolate da un intervento ben più articolato e documentato pronunciato in occasione della presentazione del libro “Guida all’Aspromonte misterioso” a Bovalino, nella Locride. Riportiamo di seguito in modo integrale l’articolo pubblicato su Corriere della Calabria del 23 luglio dove sono state trascritte in modo corretto le parole del presidente di Libera con riferimenti alla Calabria,terra meravigliosa, culla di arte e cultura, alla bellezza e al ruolo dei giovani calabresi.
Corriere della Calabria 23 luglio 2023
Don Ciotti: «Il Ponte sullo Stretto unirà certamente due cosche. La politica oggi è smemorata»
Il fondatore e presidente di Libera nella Locride: «La Calabria è una terra meravigliosa, ma ci vogliono le condizioni affinché i ragazzi tornino»
Nel suo intervento Don Luigi Ciotti ha parlato «una politica smemorata», di «segnali che diventano inquietanti» in relazione a decisioni prese su quelli che «sono stati pilastri» che «oggi vengono messi fortemente in discussione». Non ha mai avuto peli sulla lingua don Luigi Ciotti, il fondatore e presidente di Libera – l’associazione che supporta e raccoglie i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata – lo dimostra ancora una volta criticando le decisioni del Governo in tema di giustizia, autonomia differenziata, politiche sociali e giovanili. E non solo. «Il Ponte sullo Stretto – dice in occasione della presentazione del libro “Guida all’Aspromonte misterioso” a Bovalino, nella Locride – non unirà solo due coste, ma certamente due cosche».
«Una serie di segnali che diventano inquietanti»
«La politica è smemorata – spiega don Ciotti ai microfoni del Corriere della Calabria – perché vedo che in questo momento c’è in atto, con le dichiarazioni e anche con alcuni fatti, il depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati nell’arco degli anni per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali». Dichiarazioni e fatti che hanno a che fare con le posizioni che, secondo il presidente di Libera, vengono prese in relazione al «reato di abuso dato d’ufficio che viene impoverito, eliminato; le intercettazioni che ne vengono penalizzate, anche se alcune piccole modifiche erano necessarie; il concorso esterno in associazione mafiosa che viene messo in discussione e c’è la volontà di eliminarlo; il codice degli appalti che invece di stringere per controllare questa marea di denaro che sta arrivando, si favorisce su tutti i subappalti». Per don Ciotti si tratta di «tutta una serie di segnali che diventano inquietanti».
«I cittadini alzino la voce per chiedere ciò che è giusto»
E poi il presidente di Libera parla anche dell’importanza dell’impegno attivo dei cittadini: «Ci sono troppi cittadini a intermittenza», dice. «Nella lotta alla mafia il lavoro della magistratura e delle forze di polizia è fondamentale, ma c’è anche una responsabilità nostra, di cittadini, associazioni, movimenti. Noi che cosa facciamo? Abbiamo bisogno di essere cittadini più responsabili nella continuità, nella condivisione, nella responsabilità di collaborare con le istituzioni se fanno le cose giuste, essere una spina nel fianco se non fanno quello che devono fare. Abbiamo questo dovere: di alzare il volume della nostra voce per chiedere ciò che è giusto, perché oggi le mafie sono più forti di prima. Nonostante l’impegno, il sacrificio, il lavoro generoso di polizia, prefetture, segmenti delle istituzioni e segmenti importanti del nostro Paese sono più forti di prima, si è passati dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato».
«La Calabria è una terra meravigliosa, ma ci vogliono le condizioni affinché i ragazzi tornino»
Infine il fondatore di Libera ha parlato dei rischi dell’autonomia differenziata: «I poveri saranno sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi», e della condizione di tanti giovani che vanno lontano in cerca di opportunità formative e lavorative: «La Calabria è una terra così bella, meravigliosa, dall’archeologia all’arte, nella storia, nella natura, nell’ambiente con mare e monti che si baciano. Tutto questo avrebbe delle potenzialità che permetterebbe a tanti dei nostri ragazzi che hanno voglia di portare il loro contributo, i loro saperi, a rendere ancora più forte questa terra. Ma ci vogliono le condizioni affinché i ragazzi tornino nelle loro terre. È un problema della politica investire sui nostri ragazzi. Sarebbe un grande cambiamento»
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25 Luglio 2023
Ma quel ponte è un grande bluff,
il dossier di Legambiente sull’opera più amata
dal ministro leghista
Redazione
Realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina per collegare più velocemente Calabria e Sicilia è solo un grande abbaglio. I principali nodi della questione e le false verità nel report di Legambiente che riportiamo di seguito.
“Per risolvere i problemi di mobilità del Mezzogiorno, per l’ennesima volta nella storia del Paese, si discute della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, una cattedrale nel deserto utile solo a sperperare altri soldi pubblici, oltre al miliardo di euro che fino ad oggi sono costati studi, consulenze e stipendi della Società Stretto di Messina.
La retorica di questa “grande opera” per collegare più velocemente Calabria e Sicilia -dove oggi per arrivare da Trapani a Ragusa si impiegano 13 ore e 14 minuti, cambiando quattro treni regionali – di fatto ha distolto l’attenzione dalle vere priorità su cui si dovrebbe lavorare.
Ci sono, infatti, tantissimi investimenti e opere pubbliche da fare nel settore dei trasporti, meno visibili mediaticamente del Ponte sullo Stretto di Messina, ma molto più utili alla collettività e all’economia del nostro Paese, a partire dai territori direttamente interessati.
Quello che è sempre mancato è un progetto per rendere più semplice la vita e gli spostamenti tra Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Tremestieri, per i pendolari, i cittadini e i tanti turisti, con servizi integrati e coincidenze per ridurre i tempi di spostamento. Attualmente in Calabria il 70% dei km ferroviari è a binario unico, in Sicilia l’85%.
Prima di tutto occorre migliorare il trasporto su ferro per collegare meglio le due regioni con il resto della Penisola; migliorare quello via nave con l’acquisto dei traghetti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off) e convertire le flotte attuali in traghetti elettrici, replicando anche quelle esperienze virtuose sull’utilizzo dei traghetti elettrici che arrivano dall’estero; rendere più efficienti i servizi coordinando l’offerta dei diversi servizi per semplificare gli spostamenti e gli scambi tra treni, autobus locali e regionali, traghetti; integrare tariffe e biglietti dei vari gestori, migliorando l’offerta di viaggio per i pendolari con costi minimi per le casse pubbliche. Solo così in Sicilia e Calabria si potranno far spostare persone e merci in modo civile e da Paese moderno”.
Per il rapporto completo clicca
Don Giorgio,
perche Salvini attacca don Ciotti? Non sarà forse legato ad ambienti mafiosi direttamente o indirettamente tramite il suocero Verdini massone (ex pilotatore di appalti loggia P3)? Sono solo interrogativi o c’è del vero quando don Ciotti dice che si fa una favore alle cosche mafiose? Perchè la minoranza dei conservatori (amici di Salvini e Meloni?) in Vaticano continuano ad insabbiare le scomuniche di papa Francesco contro i mafiosi?
A maggio 2021 con la beatificazione di Rosario Livatino (magistrato) viene annunciata la creazione di un gruppo di lavoro di nove esperti tra i quali per Libera don Luigi Ciotti (Rosy Bindi parlamentare antimafia, Michele Pennisi ex arcivescovo di Monreale, Raffaele Grimaldi ispettore cappellani carcerari, don Marcello Cozzi fondazione antiusura Uomo, Federico Cafiero de Raho procuratore antimafia, Giuseppe Pignatone presidente tribunale vaticano, Ioan Alexandru Pop giurista canonico, Vittorio Alberti filosofo per formulare una proposta concreta sulla scomunica ai mafiosi da sottoporre al Papa. Che fine ha fatto?
Quando feci il servizio di leva, nel lontano 1969, dovetti andare in treno fino ad Aversa (NA) e da lì fino a Bari, su binario unico impiegando il doppio del tempo che ci sarebbe voluto. Non so se la situazione sia migliorata con gli anni, ma di situazioni analoghe ce ne sono ancora tante al sud, mentre in altre zone vengono attivate linee ad alta velocità con binari doppi e tripli. Il “ministro” Salvini dovrebbe prima pensare a risolvere queste criticità, anziché sognare un’opera costosissima e probabilmente inutile.