Spasmodica o inutile attesa? Ma di che cosa?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Spasmodica o inutile attesa?

Ma di che cosa?

Come sembra suggerire la Bibbia, è veramente suggestiva la scena della sentinella, nei vesti di una signora, che sale su una collina per attendere il ritorno dei concittadini (nel caso sono gli ebrei esuli a Babilonia che tornano in patria), già desiderosa di scorgerli in lontananza: piccole sagome, sempre più grandi man mano si avvicinano.
Una sentinella, immaginata come una signora: richiama l’atteggiamento di quel padre della parabola che, così scrive l’evangelista Luca, quando il figlio minore, uscito di casa, è ancora lontano, ma sulla via del ritorno, lo vede e gli va incontro, gli si getta al collo e lo bacia.
Da notare che anche il celebre pittore olandese Rembrandt ci ha lasciato un quadro a olio su tela dal titolo: “Ritorno del Figliol Prodigo”, dipinto nel 1668, oggi conservato nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Questo dipinto è famoso anche per un particolare: sono le mani del padre, posate sulle spalle del figlio inginocchiato, di cui una mano maschile e una femminile, come se nell’amore egli diventasse padre e madre nello stesso tempo.
Sembra che non solo nella Bibbia, ma anche nella natura delle cose non possa mancare la parte femminile, presente dunque nella natura, nel creato, nella società, e in quel modo di essere di ciascuno.
Mi verrebbe da dire che è la realtà femminile che sa attendere, ovvero l’attesa è di quel senso materno che è la qualità costitutiva della Donna. Ogni essere ha un grembo, che lo Spirito feconda. E l’essere non ha genere.
E anche mi verrebbe da riconoscere – ed è una quotidiana constatazione – che la società di oggi è fortemente marchiata da un maschilismo che strozza ogni attesa, trasformandola in una spasmodica stressante ossessione di qualcosa che più si acquista, anche con sacrifici non da poco, più consuma lo spirito che ha sete di ben altro che di cose.
Ma perché dare la colpa solo alla società di oggi di essere talmente carnale da spegnere l’attesa del Divino in qualcosa di osceno, quando – apriamo gli occhi! – chi avrebbe la missione di indicare la Sorgente dell’Atteso non fa che alienare la fede in un complesso di riti o di pratiche anche magiche pur di accalappiare i fedeli, quasi schiavizzandoli come adepti incapaci di camminare da soli?
Sì, la religione non è la Sorgente di vita, ma solo indica dove sta questa Sorgente, o quel Pozzo in cui immergersi per scoprire il Mistero divino. Ma la religione non si limita a indicare, lei stessa vorrebbe essere una sorgente, che tutti vediamo quanto sia sterile e senza acqua dissetante per la vita eterna.
Sorgente dell’Atteso: Dio si fa attendere attorno a un Pozzo, quello del nostro essere. Ci aspetta, e noi veniamo meno all’appuntamento, immersi come siamo in una girandola di desideri che vanno dalle cose più elementari fino all’eccesso più folle.
Se vedi un pozzo, fèrmati, siediti sull’orlo, guarda giù, e forse sentirai nel fondo più profondo il suono di un misterioso richiamo: è l’Atteso che ti aspetta.
26/11/2022
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