Non si risolvono i problemi alla carlona

smog targhe

di don Giorgio De Capitani
Già il fatto che si parli di certi problemi, e si vorrebbe risolverli con un colpo magico, solo quando, per una serie di circostanze atmosferiche (non piove da troppo tempo, non nevica, ecc.), si arriva all’estremo, fa capire quanto siamo superficiali e ci sentiamo vittime delle emergenze che, però, appena passano (piove o nevica), allora si torna come prima: a usare le auto, il riscaldamento a tutto gas, ecc. ecc.
La politica dell’emergenza è quella più cieca che ci possa mai essere.
I problemi dello smog vanno risolti, in ogni caso, che l’emergenza ci sia o non ci sia.
L’ho già detto, e lo ripeto: i migliori soldi sono quelli spesi per i professionisti di alto livello, ma una cosa è certa: i politici in quanto politici non sono in grado di risolvere i problemi più complessi, inerenti alla salute, al lavoro, allo smog, ecc. Facciano i politici, e scelgano le persone competenti, senza arrivare alle emergenze e tamponare certi fenomeni con provvedimenti che non servono a nulla.
Targhe alterne o divieto di circolazione risolvono il problema per un giorno o per due.
Non è una battuta. Quando penso al fatto che, nei giorni di divieto delle auto in una città, si inviti poi la gente a visitare a piedi o in bici musei o altro, mi viene da sorridere: i cittadini con le auto se ne vanno in montagna o al mare, quelli rimasti o che vengono in città, fanno da spugne assorbenti lo smog. Dopo i giorni stabiliti, i cittadini villeggianti tornano alle loro abitazioni, ringraziando per aver purificato l’aria.
Bisogna essere seri: o si chiudono le città in toto, o si dica chiaramente che chi rimane è a rischio.
Vedrete: quando si metterà a piovere magari per una settimana o nevicherà in abbondanza, più nessuno penserà allo smog, e il problema tornerà quando tornerà l’emergenza. Sempre così.
***
da L’Unità
Silvia Gernini

25 dicembre 2015

Smog, blocco totale del traffico a Milano.

Roma ci ripensa e decide per le targhe alterne

Nel capoluogo lombardo auto ferme dal 28 al 30 dicembre, nella Capitale lunedì e martedì targhe alterne
Un po’ di pioggia ieri c’è stata, ma non è bastata a ripulire l’aria dal tasso di polveri sottili molto elevato. Così a Milano ma anche nell’hinterland milanese (Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milano e Sesto San Giovanni), invase dal traffico per gli ultimi acquisti della vigilia, si è deciso per il blocco del traffico per tre giorni, dal 28 al 30 dicembre dalle 10 alle 16.
I Comuni lombardi che aderiscono allo stop della circolazione delle auto ricordano che si può viaggiare con un solo biglietto (tariffa urbana o extraurbana) a bordo di bus, tram, metro per un numero illimitato di viaggi fino al 31 dicembre compreso.
A Roma Tronca ci ripensa e dopo aver deciso inizialmente uno stop totale del traffico per due giorni, decide alla fine per le targhe alterne lunedì e martedì: “L’approfondita valutazione tecnico-scientifica dei dati sull’inquinamento, effettuata questo pomeriggio da parte del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale – si legge in un comunicato del Campidoglio – ha consentito di ritenere che, per far fronte alle condizioni di criticità in atto, è maggiormente indicato adottare misure restrittive alla circolazione veicolare nelle fasce caratterizzate da condizioni atmosferiche di maggior ristagno per gli inquinanti, 7.30/12.30 – 16,30 /20.30, piuttosto che nella fascia nella quale insisterebbe il blocco totale del traffico, 10.00/16.00″. Tronca farà sapere entro domani quando dovranno fermarsi le targhe pari e quando le dispari.
Durante le due giornate sarà comunque confermato il biglietto speciale giornaliero annunciato dal Campidoglio: gli “Ecobit” saranno al prezzo di 1,50 euro per viaggiare su bus, tram e metro in tutto il territorio della Capitale per tutto il giorno e non per 90 minuti.
Nella Capitale, denuncia Legambiente Lazio, c’è la “mal’aria“: dall’inizio del 2015 sono stati 56 i giorni di superamento della peggior centralina di monitoraggio a Cinecittà, con un picco impressionante di 110 µg/mc di Pm10 dello scorso 17 dicembre (60 µg/mc in più del valore massimo consentito dalla legge pari a 50 µg/mc), sono addirittura 378 i superamenti complessivi delle 13 centraline al 22 dicembre (erano 368 superamenti nel 2014, 350 nel 2013 e 366 nel 2012).
Un allarme che non accenna a diminuire e affrontato, per ora, con alcune giornate di targhe alterne, applicate in maniera non incisiva come prevede invece il Piano Regionale di Risanamento della Qualità dell’Aria, con solo 9 ore al giorno e un’ampia interruzione di metà giornata, mentre il piano stesso indica che la modalità deve essere quella delle 12 ore minime continuative. E sebbene molti cittadini siano scettici sulla misura delle targhe alterne, Legambiente, che ha presentato anche un decalogo per l’emergenza smog, insiste: “Curare la Mal’aria di Roma con le targhe alterne si deve fare ma non basta, bisogna passare a blocchi del traffico completi, allargamento immediato della Ztl, rilancio del trasporto pubblico, del car-saring, della ciclabilità”, ha dichiarato Scacchi.
Favorevoli al blocco del traffico il Cnr che però sottolinea come sia necessaria una misura più drastica di quelle attuate finora, prolungando lo stop alle auto per due settimane per cercare di tamponare una situazione che provoca problemi di salute anche gravi e, di riflesso, delle questioni serie anche a livello socio-economico. “L’inquinamento atmosferico – ha spiegato Giovanni Viegi, direttore facente funzioni dell’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare Cnr, Palermo – è associato a mortalità per malattie cardio-respiratorie, tumore al polmone, ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie (compresa la polmonite) e per asma, incidenza e riacutizzazione di asma, rinite allergica, sintomi respiratori (tosse, espettorato, respiro sibilante, difficoltà di respiro), riduzione della funzione respiratoria. Inoltre, esso causa un incremento dell’assenteismo lavorativo e scolastico, nonché la necessità di aumentare le dosi di broncodilatatori nei pazienti con patologia ostruttiva cronica. Determina quindi enormi costi socio-economici”.

3 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Meno male che Marino non è più il sindaco di Roma, altrimenti i soliti noti che l’hanno costretto a togliere il disturbo, dopo avergli impedito di svolgere le sue funzioni e trattandolo da capro espiatorio di tutti i mali della città, sarebbero capaci di affermare con l’abituale prosopopea, che anche l’inquinamento è frutto alla sua pessima amministrazione. Ormai anche i bambini lo sanno che l’inquinamento dell’aria è più forte negli agglomerati urbani dove è più numerosa la popolazione ed è maggiore la concentrazione dei gas di scarico industriali e non, e delle polveri sottili originati dalla combustione degli idrocarburi. Lo dimostra il fatto che le città forse più inquinate sono anche quelle con più abitanti, come ad esempio Pechino e Città del Messico, nonostante quest’ultima si trovi a più di 2000 metri d’altitudine. Qui in Italia il problema persiste perché, con la politica dell’emergenza che ci caratterizza, non è mai stato affrontato radicalmente, ma solo ricorrendo periodicamente ad interventi estemporanei, i cui effetti, ammesso che ci siano, sono dei semplici palliativi. Chi ha la responsabilità della cosa pubblica dovrebbe invece prendere di petto la situazione, visto che chi ne fa le spese è la salute di milioni di persone, specialmente quelle appartenenti alle fasce più deboli, come anziani e bambini. Ecco perché è necessario operare una riduzione drastica dell’uso, sia pubblico che privato, dei carburanti più nocivi, una concreta politica di incremento dei propellenti alternativi e una severa regolamentazione della circolazione nelle zone maggiormente a rischio. A maggior ragione perché lo stravolgimento dell’ecosistema, ha accentuato i “capricci” delle precipitazioni atmosferiche e dei fenomeni naturali, che non riescono più a funzionare da deterrente e da salvaguardia.

  2. GIANNI ha detto:

    Certe misure sono praticamente obbligatorie per legge, quando per un certo numero di giorni vengono superate certe soglie.
    Il che non significa che siano ritenute davvero efficaci per risolvere il problema.
    Sappiamo tutti che sono misure tampone, e la vera soluzione sarebbe cambiare modello di società.
    Ma siamo davvero disposti a farlo?
    A rinunciare alla vettura per spostarci, semmai ad usare il car sharing, a realizzare ovunque impianti di teleriscaldamento?
    Credo che anche le pubbliche amministrazioni che governano i comuni preferiscano la politica della pura occasionalità e delle misure tampone, anche per motivi politici.
    Quando, ad esempio si tolgono determinate facoltà, come appunto quella di usare veicoli privati, invece del trasporto pubblico, si fanno i conti con quanti voti in meno potrebbero ottenere alle elezioni e, quindi…..

  3. zorro ha detto:

    Purtroppo il destino dell’uomo e’ segnato con lo smog si dovra’ sempre convivere e il cambiamento climatico e’ inarestabile.Tanta gente al mondo tanti consumi di energia.Non esiste una energia in grande scala che permetta a tutti di vivere senza smog e’ pia illusione si puo’ mitigare con comportamenti diversi risparmio energetico telelavoro contenimento demografico stili di vita piu’ sobri diminuzione consumismo.Come si vede un totale cambiamento di mentalita’ a cui il sistema non e’ pronto la chiesa non ammette controllo nascite se i governi la impongono diventano tiranni se il popolo lo si spinge a minor consumi si lamentano.Penso che tutto sommato l’uomo paghera ancora con la propria carne la sua stupidita.Tanto siamo in tanti su questa terra e l’elite si salvera’ a scapito della massa stupida come sempre

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