Invita i fedeli alla messa per il boss ucciso: scoppia la bufera su un sacerdote pugliese

boss
Qui al Nord, anche nella Diocesi milanese, succede di peggio. Certo, in un modo più diplomatico e subdolo. Con i guanti bianchi. La Chiesa è ancora legata ai potenti. E la mafia si infiltra non solo nelle amministrazioni comunali, ma anche nelle parrocchie. Ma tutti tacciono. Torna comodo tacere. Ad ogni benedizione con l’acqua santa corrisponde una benedizione di tipo economico. Così vanno le cose. In fondo, la Chiesa cosa dice? “Che bisogna salvare le anime di tutti! Ogni vita ha un valore! Di fronte a Dio siamo tutti uguali! Siamo noi i cattivi che facciamo differenze!”.
A me piace stare da questa parte, quella del cattivo, che ritiene che i giusti e gli onesti siano trattati diversamente dai criminali, dai mafiosi, dai ladri, dai farabutti, e che è contento quando un terrorista viene ucciso! L’anima? Lasciamola a Dio, e non disturbiamolo con le nostre preci o i nostri suffragi che potrebbero ancor più irritarlo!
***
da La Stampa
26/12/2016

Invita i fedeli alla messa per il boss ucciso:

scoppia la bufera su un sacerdote pugliese

Nel manifesto il prete si dichiara “spiritualmente unito alla famiglia”
«Il parroco, don Michele Delle Foglie, spiritualmente unito ai famigliari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una santa messa in memoria del loro congiunto». È quanto si legge su alcuni manifesti funebri affissi per le strade di Grumo Appula (Bari) con i quali si invitano i fedeli (domani alle 18:30) alla messa in suffragio del pugliese Rocco Sollecito, boss della `ndrangheta ucciso nel maggio scorso a Montreal.
Rocco Sollecito, esponente di spicco del crimine organizzato italiano in Canada, fu ucciso il 28 maggio con colpi di arma da fuoco mentre guidava la sua Bmw bianca. La sua uccisione rappresentò un nuovo duro colpo per una delle famiglie mafiose del clan Rizzuto, ritenuto dagli investigatori tra i più potenti del Canada.
Lo scorso giugno il questore di Bari impedì i funerali in pompa magna, divieto non condiviso dal parroco Michele Delle Foglie.

 

2 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    In giurisprudenza esiste un principio per cui tutti, anche coloro che si sono macchiati di delitti orrendi, hanno diritto a un processo equo e soprattutto a una difesa senza remore o pregiudizi, affinché la giustizia possa avere il suo corso, senza essere trasformata in una forma di rappresaglia o vendetta. Allo stesso modo, e fatte le debite proporzioni, immagino che anche le anime dei peccatori possano avere “diritto” a delle messe di suffragio che servano ai loro cari di custodirne il ricordo e pregare per loro, facendo appello alla misericordia divina. Lo spirito di accoglienza che dovrebbe contraddistinguere il cristiano non può essere soggetto a condizionamenti, né fare eccezioni, altrimenti non avrebbe alcun senso l’esaltazione della carità né tantomeno il messaggio d’amore universale trasmessoci da Gesù Cristo.
    Quello che trovo discutibile, invece, è il modo in cui si affrontano queste cose che, purtroppo, troppo spesso denota una certa deferenza ed un ossequio alquanto sospetto verso gli esponenti di spicco della malavita organizzata, in alcune frange della società, e a cui non si sottraggono anche i ministri del clero e perfino le autorità sia laiche che religiose.

  2. GIANNI ha detto:

    Sono ormai note forme di criminalità organizzata che riconducono anche a ritualismi religiosi, deviati dal loro originario significato.
    Esiste, inoltre, la possibilità di forme di collateralità tra ambito mafioso ed ambito religioso che si esprime in diversi modi.
    E in questo caso, se il questore ha vietato i funerali, una ragione doveva ben esserci.
    Stupisce, quindi, anzi, forse non stupisce affatto, che ambienti religiosi continuino a offrire il loro tributo di ossequio a reverenza a personaggi quanto meno discutibili.
    Una conferma della collateralità di cui parlavo poc’anzi.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*