Anche sulle unioni civili, la Chiesa milanese tace
di don Giorgio De Capitani
Nel passato, è successo che qualche voce autorevole della Curia milanese fosse uscita allo scoperto, sostenendo posizioni d’avanguardia nel campo socio-politico. Ma poi, è subito rientrata in riga, e da allora non si è più fatta sentire.
Si giustificano dicendo che hanno ben altro a cui pensare, dando così ragione al cardinale Angelo Bagnasco. C’è il campo educativo, c’è il campo assistenziale, c’è qui e c’è là. Ok. Come dar loro torto? Sono così super impegnati che non hanno neppure il tempo di respirare.
Eppure, dovrebbero respirare anche l’aria che li circonda, ed è una vita reale, fatta di gente che non solo lavora e talora fatica a vivere, fugge da paesi lontani e va assistita, ma è gente che tutti i giorni ha a che fare con problemi anche strettamente familiari. Come puoi dire che riconoscere le unioni civili sia qualcosa di accessorio, che distoglie da altri problemi più importanti? È finita l’epoca in cui si era costretti a vivere in una famiglia rigidamente cattolica anche nel fare all’amore, tenendo nascosto ciò che si chiamava un attentato al sacramento del matrimonio, o una perversione sessuale. La perversione stava nella mente di una Chiesa che vedeva male dappertutto, anche nel sesso, sopportato ma nei modi dovuti (si stabilivano anche le posizioni fisiche nel fare il coito, per ottenere il minimo piacere!), unicamente per fare figli. La procreazione era il fine primario del matrimonio sacramento, perciò veniva prima dell’amore! Poi qualcosa è cambiato, ma mettendo sullo stresso piano amore e procreazione. Certo, anche allo Stato piaceva questo modello familiare, dal momento che aveva bisogno di figli, tanti figli, soprattutto maschi per mandarli in guerra!
Il vero problema qual è? È costruirsi una vita di amore, e, nel caso di fallimento, tornare ancora a vivere, non importa il diritto canonico o il diritto “civile” stabilito da uno Stato succube di una Chiesa che impone per dritto o per traverso le proprie regole. L’amore non è forse più importante del lavoro o della casa? E quale amore? Amore è amore, e basta. L’amore fa parte costitutiva dell’essere. Come puoi allora dire che c’è amore solo tra uomo e donna? L’essere di per sé non è sessuato!
Sono convinto che non solo il 90% dei cattolici milanesi sia favorevole alle unioni civili, tranne Roberto Maroni e qualche altro super cattolico, e sono convinto che anche numerosi preti lo siano. Ma tacciono. Per convenienza. Per paura.
Che il cardinale Angelo Scola, oramai agli sgoccioli del suo mandato, sia integralista su tutto, e anche sulla famiglia tradizionale, composta di padre, madre e figli, idealizzandola sul modello della Famiglia di Nazaret (dove c’è un padre putativo, una madre vergine e un figlio unico!), non c’è nulla di che meravigliarsi, casomai mi meraviglierei se Scola in questi giorni dovesse dire una parola in favore delle unioni civili. Ma che male ci sarebbe, se Scola, a parte la sua fedeltà al dogma cattolico sulla famiglia, dovesse dire che lo Stato non è la Chiesa e che ha il dovere di concedere i diritti a tutti, sposati e non, conviventi e non, omo e etero, purché, ecco il problema, ci sia un riconoscimento civile?
La Chiesa continui pure (non so fino a quando!) a imporre il proprio criterio di famiglia, prendendo come modello la Sacra Famiglia di Nazaret (dove c’è un padre putativo, una madre vergine e un figlio unico!), ma non capisco perché sia così ottusa da proibire che lo Stato, che non è la Chiesa, riconosca le unioni civili. Addirittura, si appella alla legge naturale, voluta da Dio. E come lo sa? Lo sa dalla Bibbia? Povera Parola di Dio, tirata sempre in ballo quando fa comodo!
Forse la Chiesa si dimentica che con il volere di Dio ha fatto le guerre di religione, ha ucciso milioni di persone, ha mandato al rogo innocenti. Qui la Bibbia veterotestamentaria poteva sì insegnare qualcosa!
Volontà di Dio, legge naturale, stato oggettivo di verità o di errore, e così via. Non sarebbe ora di cambiare musica, e di sentire casomai le vibrazioni di quell’essere profondo, che la Chiesa ha sempre messo a tacere, perché troppo impertinente e pericoloso?
E allora, confratelli milanesi, che ne pensate? Già, come potete “pensare”, preoccupati come siete a organizzare feste, tornei, pizzate, gite, magari anche serate culturali, sempre e comunque in stile prettamente cattolico?
Hai proprio ragione: se il modello a cui fare riferimento è la famiglia di Nazareth, se volessimo estremizzare considerandone solo l’aspetto esteriore e puramente umano, ci troveremmo davanti a un padre putativo (oggi si direbbe surrogato), una ragazza madre rimasta incinta misteriosamente che si sposa per evitare uno scandalo e un figlio unico. Sbaglierò, ma non mi sembra che corrisponda all’immagine di famiglia ideale tradizionale, tanto strombazzata dall’apparato ecclesiastico cattolico! La chiesa ha indubbiamente tanti meriti, ma come tutte le istituzioni, sebbene sia assistita dallo Spirito Santo (che faremmo senza di lui?), è composta da esseri umani che, come tutti gli altri sono soggetti a sbagliare e sono esposti costantemente a tentazioni mondane riferibili all’intero arco dei cosiddetti vizi capitali. Per questo appare quanto meno strano che coloro che sono al vertice dell’istituzione pretendano, con la scusa del decoro, della continenza e della morigeratezza, di imporre ai propri fedeli in maniera quasi dettagliata comportamenti ritenuti accettabili anche in materia di sessualità, fino ad invadere l’intimità di un rapporto d’amore e ficcare il naso nelle loro alcove. Se il Creatore ha voluto rendere piacevole l’atto sessuale, che per sua natura non è sempre e comunque finalizzato alla procreazione, perché fisiologicamente impossibile, non dovrebbe esserci alcun motivo per impedirlo, o mortificarlo in base alle convenienze sociali o a un senso del pudore che si vorrebbe collettivo, mentre si tratta di qualcosa strettamente personale. A meno che non si sconfini nella costrizione o nella brutalità, violando la dignità altrui. Le persone che conducono una vita sana, corretta e responsabile sono in grado di distinguere da sole il bene dal male e ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e, in ogni caso, non dovrebbero mai essere discriminate in base ai sentimenti che provano e alla loro sessualità.
L’articolo integra perfettamente taluni ragionamenti, talune analisi, che ho espresso in precedenti commenti.
Ma, per procedere con ordine, uso il metodo di rispondere ad alcune domande:
perché il papa non rispetta il principio di libera chiesa in libero stato?
perché i preti tacciono?
da dove deriva il modello di famiglia cattolica?
Iniziando da quest’ultimo quesito, occorre osservare una rottura fondamentale tra il cristianesimo dei primi tempi e le successive confessioni cristiane, appunto, non solo cattoliche.
IL messaggio di Cristo era di rottura verso una religione istituzionalizzata ed in particolare verso l’ebraismo.
Invece il cristianesimo ha accettato parte significativa dell’ebraismo, riconducibile al vecchio testamento, e guarda caso si parla di tradizione non cristiana, ma giudaico-cristiana.
In tale ambito è sempre prevalso un modello di famiglia che combatte gli altri modelli come peste da abbattere.
In tal senso vi sono diversi riferimenti scritturali, a partire dal famoso episodio di Sodoma e Gomorra.
Cosa io pensi di certi fatti l’ho già detto, probabilmente episodi che hanno a che fare con combattimenti con extraterrestri che usarono armi atomiche (di questo vi è riprova scientifica), ma da quel presunto fondamento la chiesa trasse l’interpretazione che tutto quello che non ricadeva nel suo modello istituzionale fosse da condannare, ed unitamente a quell’episodio, trasse elementi di presunta conferma da altri elementi scritturali.
Ma quale modello?
Sicuramente una famiglia che quasi prescinde dalla componente sessuale, in quanto finalizzata ad elemento di coesione sociale e di sviluppo dei figli.
In tutto questo, il sesso e l’amore sono sempre messi in secondo piano, ed anzi, spesso in cattiva luce.
Perchè il papa non rispetta il principio di libera chiesa in libero stato?
Perché ancora oggi prevale la vecchia concezione che il cattolico, anche se politico in uno stato laico, non è del tutto autonomo, ma nelle materie dove esiste una posizione della chiesa, debba seguire le indicazioni di questa, anche se comportano una diminuzione di libertà per tutti.
Infatti, voler imporre determinate visioni contrasta con il principio che ogni cittadino possa scegliere.
Perché i sacerdoti tacciono?
Come dice un vecchio adagio, chi tace acconsente…
Diciamo, quindi, che o sono concordi, o non osano dissentire apertamente.
Il tutto conferma, se ancora ve ne fosse bisogno, alcuni elementi dell’attuale chiesa e dell’attuale papato: in materia di magistero prevale la concezione tradizionale, e papa Bergoglio è perfettamente coeso con tale impostazione.
Semmai disturberà organizzativamente taluni, e taluni giochi politici che pensavano di piazzare, in posti chiave del vaticano, altri, ma quanto a dottrina della fede, alcuna novità, alcuna scalfittura alla pregressa impostazione, in linea con quanto avevo previsto.
Quanto ai preti, non solo a quelli dell’arcidiocesi milanese, evidentemente piace il quieto vivere, quella routine consuetudinaria che costituisce un aspetto dominante della loro esistenza.
Insomma, sotto diversi profili, ancora una volta, nihil sub sole novi.
sulle unioni civili siamo tutti d’accordo. il problema sono le adozioni e l’utero in affitto
Che fuoco fatuo, che parabola penosamente discendente questo papa Francesco che, vergognosamente, ingerisce se stesso e le sue “truppe” a sabotare le regole di uno stato sovrano! Lo stato del Vaticano, incistato in Italia (proprio anche fisicamente) ne costituisce una metastasi mefitica e letale… caro Francesco… e tu non muovi un dito… e tu, nei fatti, approvi… ma allora sei doppio, non sei sincero. Non meravigliarti, però, se cominciano a schivarti e, continuando così, lo faranno sempre di più.