Salvini, letame, fiori…

Salvini, letame, fiori…

In tanti tentano di definire la personalità politica di Matteo Salvini.
Che sia diventato un grosso personaggio pubblico, è sotto gli occhi di tutti. Che sia un personaggio che si possa qualificare, ne dubito fortemente: anche con tutta la buona volontà, non riuscirei a trovare in lui una benché minima qualità rispettabile. 
Che sia un personaggio che si  possa quantificare, lo ritengo possibile.
Ma non è aggiungendo termini più o meno squalificanti che si riesca a dare una certa fisionomia del personaggio Salvini.
Qualcuno lo definisce un “ego populista” senza freni. Può darsi che lo sia.
Qualche altro lo dipinge come un “megalomane del consenso”: a lui interesserebbe il massimo consenso popolare. Può darsi.
Credo che la verità stia altrove: Salvini è il risultato della somma di tanti zeri assoluti.
Neppure lui sa che cos’è.
Per non pensarci gira per l’Italia come una trottola, si diverte a fare il pagliaccio o il bullo o il prepotente: gode nel violare ogni legge scritta nel cuore umano.
Dire che è un burattino, non rende bene l’idea. Nemmeno dire che è un farabutto.
Per ora è solo un povero giocattolo nelle mani del tempo, che prima partorisce i bastardi, poi li rende farabutti e infine li stritola nella betoniera della storia.
Che non ci sia attualmente un anti-Salvini, può anche far arrabbiare gli onesti.
Ma anche questo fa parte del tempo che aspetta tempi migliori.
Dal letame potranno nascere nuove speranze.
Lo spero con tutto il cuore.

 

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