da Rete l’Abuso
MILANO.
I fratelli don Lucchina
e le pericolose leggerezze dell’arcivescovo Delpini
by REDAZIONE WEB
26 Maggio 2022
Una vicenda che ha dell’incredibile riporta alla luce ancora una volta le leggerezze della diocesi Ambrosiana e le recidività del suo arcivescovo, Mario Delpini, promosso tale da papa Francesco dopo aver insabbiato il caso di don Mauro Galli, oggi nascosto nel seminario di Seveso e già condannato in primo grado e in appello dal tribunale italiano, che con molta probabilità vedrà confermata in Cassazione il prossimo 9 giugno la condanna definitiva.
Un caso che fece molto clamore soprattutto perché malgrado gli insabbiamenti noti in Vaticano, vide papa Francesco nominare Delpini comunque arcivescovo di Milano.
Ma Delpini ci ricasca, in sprezzo oltre che alla salute dei minori affidati alle sue parrocchie, anche alle direttive di papa Francesco.
Tutto accade a Milano dove poche settimane fa, a seguito della condanna in primo grado da parte del tribunale diocesano di uno dei due fratelli Lucchina, in questo caso Alberto, la Rete L’ABUSO che è titolare dei procedimenti avviati nei confronti dei due, pubblica la notizia della condanna di Alberto, riportando le dichiarazioni dello stesso tribunale diocesano che nel condannarlo a 5 anni sottolinea al nostro avvocato che il sacerdote che si era autosospeso, è recluso da un anno in un luogo isolato e quindi dovrà scontare solo più 4 anni dei 5 inflitti.
Pochi giorni dopo la pubblicazione della notizia, diverse segnalazioni dei parrocchiani giungono alla Rete L’ABUSO,qualcuno addirittura ci accusa di mentire sulla vicenda dicendo che don Alberto Lucchina non è affatto sospeso, fa il sacerdote nel quartiere Isola da un anno, insieme al fratello Maurizio.
Ma i poveri parrocchiani non sanno che anche il fratello di Alberto, Maurizio è stato denunciato per violenza sessuale, quest’altro però non a danno di minori, ma di una donna maggiorenne, con disabilità.
Naturalmente nella sede operativa della Rete L’ABUSO a Savona lo sesso Presidente Zanardi è incredulo alle segnalazioni che in poche ore diventano parecchie e non si spiega, soprattutto perché in un periodo dove la CEI che è alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente sta vantando l’efficienza degli sportelli diocesani, che qualcuno possa avere azzardato una simile idiozia e ordina al distaccamento operativo di Milano un’immediata verifica delle segnalazioni.
Passeranno meno di 24 ore per accertare che le segnalazioni sono più che fondate. Immediatamente la sede operativa di Savona informerà sollecitamente la Procura Penale e quella minorile di Milano, continuando a presidiare le due parrocchie e scoprendo un terzo parroco don Aurelio, in realtà il titolare delle due parrocchie dove i Lucchina sono nascosti dalla Diocesi.
E qui l’ultima delle drammatiche scoperte, lo scorso lunedì in una riunione con i parrocchiani si viene a conoscenza che i due fratelli sacerdoti stanno organizzando l’oratorio estivo, ad uno saranno assegnati i ragazzi delle medie, all’altro i più piccini.
Zanardi
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Queste incongruenze, per essere delicati, sembrano non sfuggire a Roma. O meglio, per mons. Delpini son del tutto normali (ordinaria amministrazione), mentre a Roma sembrano non apprezzare. Non a caso il rappresentate della nostra diocesi in un ipotetico conclave, dopo l’uscita per raggiunti limiti di età del card. Scola, sarà mons. Cantoni, vescovo di Como che verrà creato cardinale il 27 Agosto prossimo.
Chissà che gioia per mons. Delpini!!!! Il metropolita della conferenza episcopale lombarda rimane vescovo mentre una sede suffraganea diventa cardinalizia. Che sia l’occasione per riequilibrare un pò le cose? Che l’indiscussa presunzione del clero lombardo venga finalmente ridimensionata? Staremo a vedere….intanto, a differenza del portale della diocesi di Milano dove tutto tace (strano, di castronerie ne pubblicano ogni giorno numerose e con un tempismo eccezionale), io gioisco per la nomina di mons. Cantoni.
Volevo aggiungere un pensiero a valle del suo video sul cardinalato. Premetto che son totalmente d’accordo sulla necessità di abolire il cardinalato e su questi inutili intrighi di potere. Il comportamento di papa Francesco, a mio avviso, rientra nel percorso di rinnovamento della curia romana. È noto a tutti, fu il card. Martini a rivelarlo, che durante il conclave che elesse Benedetto XVI ci fu un momento di stallo dove un potente cardinale della curia romana, non fu rivelato il nome ma tutti interpretarono Bertone, stava per approfittarne. Martini allora dirottò i suoi voti su Ratzinger che venne eletto. Bertone, negli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II, controllava tutte le nomine. A lui si deve il degrado della curia e la nomina di vescovi e cardinali compiacenti. Per questo appena arrivato papa Francesco, notizia certa confermata da amico prete in servizio presso la congregazione dei vescovi, iniziò a sovvertire gli schemi. Per nominare un vescovo si procede con una lunga indagine che porta una terna di candidati. Di solito il papa sceglie il primo nome mentre Francesco iniziò a nominare sempre il terzo nome, per ribaltare lo schema di Bertone e le influenze degli interessati sulle nomine. Certo dopo poco tempo il nome di punta venne messo al terzo posto. Questo per dire che c’è un tentativo banale per scardinare i percorsi di potere e il carrierismo.
Purtroppo il problema lo si risolve unicamente eliminando il cardinalato e i privilegi connessi.
Sulla nomina di mons. Cantoni non vedo grossi stravolgimenti. L’arcivescovo di Milano rimane potente e influente anche senza il titolo. Il cardinalato a Como non sposta alcun equilibrio. Condivido anche la necessità di abolire le diocesi piccole e aggiungerei la possibilità di valorizzare i vescovi ausiliari che ad oggi son vescovi di niente, oserei dire tappabuchi. Andrebbero nominati come pastori di un popolo e non come aiutanti di un vescovo titolare.. per aiutare un vescovo bastano i preti.
Che Delpini abbia rinunciato al cardinalato non ne sono certo…è un uomo indecifrabile quindi potrebbe anche essere una sua scelta. Di sicuro non è papabile o almeno lo spero per il bene della chiesa.