Ci lascia Roberto Cicciomessere. A lui si deve l’obiezione di coscienza in Italia

www.huffingtonpost.it
26 Maggio 2023

Ci lascia Roberto Cicciomessere.

A lui si deve l’obiezione di coscienza in Italia

di Elio Vito
È stato per due volte segretario del Partito Radicale, negli anni Settanta, deputato per diverse legislature, una volta anche parlamentare europeo
È scomparso oggi Roberto Cicciomessere. E chi era?, si starà chiedendo probabilmente chi legge. Lo so, per questo ne scrivo. Perché l’Italia, non solo i Radicali, devono molto a Roberto. Anche se non lo sanno.
Roberto Cicciomessere è stato per due volte segretario del Partito Radicale, negli anni settanta, deputato per diverse legislature, una volta anche parlamentare europeo. Ma questo non dice nulla o dice poco di lui. Cicciomessere è stato protagonista, anche personalmente, della battaglia per introdurre l’obiezione di coscienza in Italia, fu obiettore quando era impossibile esserlo e fu detenuto in un carcere militare. Se quella battaglia, come tante, i radicali l’hanno vinta e il nostro Paese ha oggi un diritto in più lo dobbiamo a Roberto Cicciomessere. In quel periodo subì anche un violento pestaggio dai neofascisti, perché il vero fascismo, la vera violenza fascista è sempre stata dei fascisti, contro i nonviolenti, gli obiettori, gli antimilitaristi, gli antifascisti.
Alla Camera fu protagonista di tante altre battaglie e dei famosi ostruzionismi radicali contro le leggi liberticide. Per impedire gli ostruzionismi, quelli veri, fu necessario cambiare i Regolamenti parlamentari. E proprio in difesa del Regolamento, e della Costituzione, una volta Cicciomessere letteralmente saltò, e che salto, sul banco della Presidenza, Regolamento alla mano, per chiederne il rispetto. C’era Nilde Iotti alla Presidenza e fu subito scandalo, insorsero tutti, democristiani e comunisti. Come si permetteva quel deputato radicale di salire con le scarpe sul banco della Presidenza, armato di un Regolamento poi! Le violazioni della Costituzione e dei Regolamenti, invece, non scandalizzavano nessuno, allora come oggi, tranne i radicali. Ma quel salto fu utile, perché se ne parlò e si parlò delle battaglie radicali in Parlamento.
Uomo di straordinario intuito ed intelligenza, Cicciomessere capì prima di tutti l’importanza e le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione, della radio e soprattutto della telematica. Diede vita ad Agorà telematica, una piattaforma all’avanguardia, che ha sperimentato ed anticipato la politica, e non solo, digitale.
Ho condiviso con lui una legislatura alla Camera, la mia prima, la sua ultima, quella del 1992, eletti nella lista Pannella. Siedeva nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, lui che, come i radicali, si era battuto per decenni per abolire quell’odioso privilegio (l’autorizzazione a procedere non c’entra con la giusta previsione dell’insindacabilità dei voti e delle espressioni parlamentari). Arrivavano, erano i tempi di Mani pulite, centinaia di richieste di autorizzazione a procedere, Cicciomessere, come sempre nella sua vita, le esaminò senza pregiudizi, erano stati tutti suoi avversari, da politico serio, integerrimo e implacabile come era. Alla fine anche quel privilegio venne abolito, un’altra battaglia radicale vinta. Oggi c’è chi pensa di reintrodurlo come c’è chi pensa di di rendere di nuovo obbligatorio il servizio militare. Segno che le battaglie radicali, per la giustizia e per i diritti non sono mai vinte per sempre. A proposito di diritti, Cicciomessere si è occupato, tanto .bene, anche di diritto del lavoro. A smentire chi dice che i radicali non sono stati attenti pure ai temi del lavoro e ai diritti sociali
Amava il mare, la barca, guardare lontano, Roberto, che è stato a lungo legato sentimentalmente a Emma Bonino. Ma ha frequentato soprattutto, direi quasi esclusivamente, le sedi radicali. Nell’ultima di queste, quella dei Radicali italiani, a Roma, in via Bargoni 35 sabato 27 Roberto Cicciomessere sarà ricordato e salutato, dalle sue compagne e dai suoi compagni radicali.

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