Un grosso eterno dilemma…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Un grosso eterno dilemma…

Più sento l’enorme divario tra chi usa l’intelletto (quello “attivo” in senso aristotelico: l’intelletto aperto all’Intelletto divino) e chi è immerso nella imbecillità, più mi trovo davanti al dilemma: se provocare l’intelletto perché esca dal coma oppure battere e ribattere per scuotere una massa di imbecilli perché provino qualche disagio per la loro imbecillità.
Non per stare nel mezzo, ma le tento tutte: ora cerco di risvegliare l’intelletto, ora vorrei denudare l’imbecillità.
Ma gli effetti sono i medesimi: la massa resta immobile nella propria imbecillità.
E allora sarei tentato di scegliere una terza via: fregarmene di tutto e di tutti per starmene finalmente tranquillo nel mio “privilegiato” mondo (privilegiato in senso profondamente interiore), godendomi quei pochi (sempre pochi in confronto all’eternità) momenti che mi rimangono di rimanere su questa terra.
Ma carattere è carattere, e il mio è ostinatamente solidale, nel senso di far parte dell’uno nel tutto in senso filosofico e mistico.
Non riesco fare a meno del tutto, lasciando gli esseri umani nel loro brodo o nella pentola a cuocere lentamente.
Una giustificazione per il mio disinteressarmi l’avrei: è una loro scelta, una loro cocciuta scelta, e allora… peggio per loro!
Ma poi penso a Cristo, ai giusti, ai martiri, ai grandi pensatori del passato.
Cristo è morto per tutti, e non per un suo pallino personale. I martiri si sono sacrificati per una causa nobile. I grandi pensatori del passato hanno affrontato il loro tempo, già triste e tenebroso, per diffondere un seme di speranza.
Tentato di seguire la scelta di chi disprezzava il volgo maledicendolo e lasciandolo annegare nella cisterna piena di fogna, ad ogni nuova alba che sorge non mi sento di ringraziare da solo il Dio della Luce.
Mi sentirei male al pensiero che ci sarà un altro giorno in cui imbecilli e farabutti si nutriranno di nuovo di imbecillità e di perversione mentale.
Signore, perché mai c’è ancora gente che odia la luce, reprime l’intelletto, mortifica ogni respiro dello Spirito, preferisce per un altro giorno nutrirsi di carne come iena affamata?
Già questo, ovvero pregarti con qualche domanda che mi brucia dentro, è segno di solidarietà con ogni essere umano.
Non ti chiedo nulla: sarebbe indegno di un Dio che sa tutto, ed è quel Bene Sommo, a cui nulla sfugge,
Non ti dico nulla: direi magari qualcosa di sbagliato, a mio e a danno degli altri.
Fiat voluntas tua!
Che di nuovo sorgerà il sole è già una garanzia che la tua Grazia opera incessantemente nel cuore di ogni essere umano.
E a te basta poco: una piccola fessura, e la tua Grazia si infiltrerà come un seme di risurrezione, nella Risurrezione di quel Cristo totale o cosmico, nel cui grembo è già concepito il futuro dell’umanità, quando la luce dell’intelletto vincerà ogni imbecillità.
27 maggio 2023
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