
Ancora a Mario Delpini,
con la stessa determinazione,
anzi con ancor più determinazione
Mi rattrista dover constatare l’ostinazione di chiusura nei miei riguardi da parte di una gerarchia ambrosiana che, sinceramente, non riesco più ad accettare nel suo tradimento della figura del buon pastore, delineata dallo stesso Gesù Cristo, che da anni sembra scomparsa nella diocesi milanese, e che perciò non sembra più richiamare un passato glorioso e nobile, disperso nella nebbia più fitta della Val Padana.
Leggo la vita di Sant’Ambrogio, e rimango amareggiato pensando alla imbecillità del presente.
Avrei preferito che Lei, monsignore, mi proponesse un confronto o semplicemente prendesse qualche mia proposta e anche i miei duri giudizi sull’operato della Chiesa, come spunto di riflessione, e non liquidare il tutto come “una interpretazione molto personale”.
Quanto Lei mi ha scritto, in poche righe, con tutto l’intento di voler chiudere un discorso alternativo, ma sinceramente dialettico, per una Chiesa “altra”, ma che in realtà vorrebbe rifarsi a quelle origini che affondano nello stesso essere umano, là dove ciascuno è allo stesso grado figlio dello stesso Dio, in quel contatto profondo, l’unico, tra lo spirito umano e lo Spirito divino, ecco, ripeto, quanto da Lei scritto in poche righe rigidamente sbrigative, lo ritengo umiliante nei riguardi di chi, soprattutto in questi ultimi anni, pur prigioniero tra quattro mura domestiche, ha cercato, anche con durezza talora spigolosa, di aprire qualche “finestra sull’Infinito”, parafrasando le parole di don Primo Mazzolari.
No! Sempre un rifiuto!
No! Sempre la stessa chiusura e ostinazione!
E allora, le Sue visite di cortesia le potrei anche gradire (non sono quell’orso che sembro!), ma quanto avrei voluto e tuttora vorrei (ci spero ancora!) un’apertura che mi facesse sperare in una collaborazione ”costruttiva” con una Diocesi così grande che potrebbe anche accettare la mano di uno spirito libero.
Sempre mi vengono in mente le parole di Carlo Maria Martini: “Don Giorgio, la Diocesi è grandissima. Ho bisogno anche di te!”.
E poi, che cosa è successo? Di tutto, e di più!
Restrizioni, condanne, isolamento! Trattato peggio di un delinquente!
I carcerati mafiosi hanno più attenzioni del sottoscritto!
Lei, Eccellenza, continua a far finta di nulla sulle mie restrizioni, eppure, come mi diceva Tettamanzi, “le punizioni devono avere un tempo determinato per essere rieducative”.
No! Lei lo sa (e lo sa se Lei stessa le ha sottoscritte come Vicario generale di Angelo Scola, allora arcivescovo di Milano), che da quel mese di settembre del 2013 sono passati oramai otto anni. Otto anni di galera, e anche provvidenzialmente anni di Grazia, ma di questa Grazia voi caparbiamente volete ignorare l’origine e anche la possibilità che possa diventare una “finestra aperta sull’Infinito”.
No! Tutto è ridotto a qualcosa di strettamente “personale”!
Ma perché non vedervi anche una piccola fiamma della Grazia divina?
I Mistici medievali dicevano che noi siamo una “scintilla divina”. E voi continuate a negare anche questo: che siamo una “scintilla divina”!
Certo, avete tentato di spegnere la grande Mistica medievale con scomuniche delinquenziali, bruciando sul rogo i corpi dei Mistici e, dopo secoli e secoli, avete perso la coscienza della presenza di quel Dio, da cui noi siamo scaturiti come una “scintilla”.
Siete paurosamente di una carnalità terrificante!
Vi aggrappate alle socche di una puttana (ha ancora le socche per coprirsi almeno le “vergogne”!), che è quell’organismo strutturale che fa godere fondamentalisti abili nel far convivere la carne con i dogmi per giustificare la carne, e che tiene legata a sé anche una massa di credenti banderuole.
La Chiesa istituzionale si è suicidata condannando la Mistica, e diabolicamente persiste nell’inganno di far credere che vi siete liberati da un peso insopportabile.
La Chiesa si è castrata nel suo Spirito.
Ecco che cos’è la Chiesa istituzionale ancora oggi: una puttana “castrata”!
Sono d’accordo che la Chiesa faccia la Chiesa, e dica la sua. Ma quale è il suo autentico messaggio? Di che cosa deve essere testimone? Di se stessa? Del fatto che è un organismo, come quel “grosso animale” di cui parlava Platone e Simone Weil?
Ma non capite che la Chiesa, da quando si è fatta una religione, ha tradito il Pensiero di Cristo?
E il problema è che non si nota neppure un timido tentativo di conversione.
No! La Chiesa istituzionale si ostina ad essere un “grosso animale”, lisciandosi i peli.
Eccellenza, dica qualcosa di autenticamente evangelico!
Eccellenza, la smetta di correre di qua e di là, come una trottola: dall’alto di un convento lanci quel messaggio radicale di un Cristo che è risorto e non di un Gesù di Nazaret che è morto definitivamente sulla croce.
Eccellenza, scenda poi in valle, e soffi sulle ossa aride l’alito dello Spirito.
Qualcosa di Nuovo succederà!
***
Se qualcuno volesse rileggere la lettera che avevo scritto il 23 maggio 2021:
8 anni, 8 anni!!!
8 anni di profondo insegnamento e determinazione.
Anche io mi unisco in sostegno di don Giorgio.
La sua determinazione dopo 8 anni mi commuove e mi é da insegnamento.
Io sarei arrivato ad aspettare 1 anno, forse, poi avrei mandato al diavolo tutti. Per questo la stimo ancora di più.
Sulla diocesi, sull’arcivescovo, sul vicario generale io non voglio aggiungere nulla. 33 gradi, afa…meglio risparmiare un po’ di fiato.
É paurosa la situazione della diocesi e di una crescente fetta dei preti.
I problemi di sempre: celibato, omosessualità, pedofilia stan venendo a galla creando uno scandalo immenso.
Quanta gente si é allontanata per sempre a causa dei vizi del clero.
L’azione del vescovo é chiara, rafforzare la gerarchia, il controllo e i vincoli. Imbrigliare ancor di più, se possibile, i pochi preti liberi ed illuminati.
L’operazione peggiore nel momento peggiore.
Lo stesso cardinal Scola passò gli ultimi anni continuando a ribadire l’importanza dell’obbedienza al vescovo.
Non una testimonianza autentica, una vita coerente…l’obbedienza quella conta.
E qui chiudo…
Il vescovo ha detto in questi giorno che farebbe un monumento ai medici che hanno lottato il covid…giusto per ricordare quello che conta nella vita, la carnalità, il segno visibile.
Io don Giorgio le dico semplicemente e sinceramente grazie…per questa battaglia in cui ci ha rimesso per migliorare la condizione del clero.
Anche le Sue parole mi commuovono, e mi stimolano ad andare avanti.
Perchè la diocesi milanese con il suo vescovo è sterile e scoraggiante? E’ un interrogativo penso che si pongono cattolici come me. Non sono un gay nè una lesbica, ma come rispondere ad uno di loro cattolici che avevano sperato in quel “chi sono io per giudicare” e che adesso si sentono ancora ghettizzati dentro una Chiesa che non solo li discrimina, ma non li accoglie? Che fine ha fatto il messaggio evangelico verso di loro? Sono i nuovi lebbrosi, le nuove emorroisse, le nuove adultere …? Non è assurdo dare la comunione ai delinquenti e non darla ai divorziati? Non è assurdo che un papa (papa Sarto) riteneva una diavoleria una bicicletta e scomunicava i preti che la usavano per velocizzare il tragitto verso i malati e i moribondi? Non è … Per fortuna lo Spirito santo soffia dove e quando vuole. Per fortuna il Padre che è anche Madre ama i suoi figli senza chiedergli che sesso hanno. Per fortuna siamo tutti figli di quel Dio che è creduto e non creduto, ma al quali atei e credenti non possono esimersi di dare e darsi una risposta. Che senso ha vivere se non si da un senso al vivere. Piantiamola di confondere quello che è celeste con quello che è terreno, quello che è puro con quello che non lo è, la fede cristallina con quella spuria. Vescovo della diocesi alla quale appartengono, svegliati! Dai spazio alla Mistica come chiede don Giorgio perchè anche se fai finta di non saperlo è la ricchezza della Chiesa. Pensa a Origene, ai mistici medievali e alle sante Teresina e Teresona, a …