Un Direttore
con qualche distorsione mentale
Sono già intervenuto altre volte, ma quando ne vedo solo la foto o lo sento parlare (i suoi scritti difficilmente li leggo: sbrodolate di insensatezze), mi confermo nell’idea, che è convinzione, che il Direttore di AVVENIRE abbia qualche problema di distorsione mentale. In altre parole, ha la testa fasciata.
Lasciatelo pure come Direttore, e i danni prima o poi li farà. Credo che tra i suoi stessi collaboratori ci sia del malumore, e forte, sempre più forte: si vergognano di avere un Direttore con seri problemi di distorsione mentale.
Lui impone un cattolicesimo che è la fine del Cristianesimo.
È un toro che quando vede rosso va in bestia.
Ma parliamo del caso che sta anche suscitando più malumore nella redazione, ed è la sua perversa presa di posizione sul pacifismo, così criminale da mettere sullo stesso piano, come scrive Pierluigi Battista, carnefici e vittime. E non lo capisce, è tonto, imbecille, dalla testa ai piedi, ha una tale distorsione mentale da non capire che è cos’è la pace, che è fondata anzitutto sulla giustizia.
Lui intende il pacifismo come rassegnazione, non resistere al nemico, disertare, invocare l’obiezione di coscienza.
Certo, capisco quel voler salvare la faccia invocando da una parte un becero pacifismo e dall’altra un voler stare dalla parte degli ucraini.
La Chiesa è sempre stata diplomatica nel campo politico: vuole tenere il piede in cento scarpe, e così crea confusione, aggrava i problemi che esigono fermezza, chiarezza, prese di posizione senza guardare in faccia a nessuno.
Capisco le ipocrisie e i compromessi delle istituzioni anche religiose, ma non capisco le imbecillità di chi ha il dovere di essere realista e di riflettere con intelletto sulle situazioni sociali e politiche.
Che volete? Sono fatto così! Quando vedo o sento un poveretto che ragiona da imbecille, allora mi deprimo (e non è il mio caso) o duramente ribatto.
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www.huffingtonpost.it
27 Febbraio 2023
Il “non di meno” di Marco Tarquinio su “Avvenire”:
come equiparare carnefici e vittime
di Pierluigi Battista
Gli ucraini sono le vittime di una guerra che non hanno voluto e che ogni accostamento o equiparazione con gli aggressori a me sembra il segno di una cecità autoimposta
Stimo da sempre Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, organo della Conferenza episcopale italiana. E davvero non capisco come è potuto accadere che da una persona di valore acclarato, da una penna così sottile e acuminata siano uscite considerazioni così rozze e grossolanamente infondate a proposito del primo anno di guerra della Russia contro l’Ucraina: “Un anno intero è passato, anzi è finito, anzi è stato finito, letteralmente fatto a pezzi nelle terre orientali d’Europa. Un anno intero di tradimenti, di guerra e di propagande di guerra. Quella russa di Vladimir Putin, innanzitutto, ma non di meno quella dell’occidente”. Ora, si capisce benissimo che l’accostamento logico e semantico tra “innanzituto” e “non di meno” sia un espediente retorico per distinguersi (forse nella prosa di Tarquinio si tradisce un certo imbarazzo per la vicinanza con la variegata e multicolore, un po’ rossa e un po’ nera, compagnia di minimizzatori delle responsabilità di Putin) da un né né che punta alla resa di Zelensky ribattezzandola “negoziato”. Ma insomma quel “non di meno” è più di uno scivolone perché costituisce la pura e semplice negazione della realtà storica dei fatti, la pura e semplice negazione di ciò che è accaduto il 24 febbraio del 2022.
Vorrei solo ricordare a Tarquinio, cattolico di cristallina sensibilità, che tutte le persone torturate e giustiziate ai bordi della strada di Bucha sono ucraine. Che tutti i bambini deportati (ripeto: deportati) sono ucraini. Che tutte le donne maltrattate e stuprate sono ucraine. Che tutti gli ospedali pediatrici bombardati ospitavano bambini ucraini. Che tutte le città sventrate sono ucraine. Che tutti i civili ammazzati sono ucraini, compresi gli ucraini russofoni che in nessuna di queste città hanno accolto i russi aggressori e sterminatori con manifestazioni di gratitudine per una “liberazione” ottenuta con una ferocia assoluta. Che tutti i cristiani che chiedevano il coprifuoco per celebrare il Natale erano ucraini a cui la Russia imperiale ha risposto con un niet. E dunque che gli ucraini sono le vittime di una guerra che non hanno voluto e che ogni accostamento o equiparazione tra le vittime e i loro carnefici (“non di meno”) a me sembra il segno di una cecità autoimposta. Dalla compagnia di giro non mi sarei aspettato niente di diverso. Da Marco Tarquinio sì.
Mi sembra evidente che questa guerra è solo un’aggressione violenta e disumana di un esercito che ha invaso un altro paese opprimendo una popolazione che vorrebbe solo vivere in pace e difendere il proprio paese. l’esercito russo, come tutti gli eserciti invasori da che mondo è mondo, si comporta nella maniera più crudele e spietata. Eppure quei soldati, e chi li comanda, avranno anche loro delle famiglie e non vorrebbero che venissero trattate come loro trattano il popolo ucraino. Mi domando a cosa sia servita la rivoluzione russa se i governanti di quella nazione continuano a comportarsi come gli zar e i loro consiglieri…