
CREDITI FOTO: Un’immagine d’archivio del 22 luglio 2021 che mostra un giovane sanguinante, ferito durante il blitz compiuto dalla polizia quella notte nella scuola Diaz di Genova. ARCHIVIO/ ANSA / LI
da Micromega
Il G8 è una ferita aperta.
Ma non per tutti
La nomina di Filippo Ferri a questore di Monza è l’ennesimo segnale – gravissimo – di un governo che ritiene legittimo reprimere ogni manifestazione di dissenso.
Redazione
27 Maggio 2025
Che segnale dà un governo che nomina uno dei responsabili della “più grave sospensione dei diritti umani del secondo dopoguerra” nel nostro paese (definizione di Amnesty International per le torture del G8 di Genova) a capo della pubblica sicurezza di una città? Un segnale gravissimo, che dovrebbe allarmarci tutti. E un segnale in totale continuità con il lavoro condotto in parlamento con il dl “sicurezza” (con il quale non resta spazio per la critica né per il dissenso, il reato diventa politico e la politica diventa reato), sul quale il governo ha posto la fiducia e che sarà convertito in legge nei prossimi giorni.
La notizia della nomina di Filippo Ferri a questore di Monza a partire dal 1° giugno non poteva passare in sordina. Nel luglio del 2001, Ferri era capo della squadra mobile di La Spezia e si trovava a Genova per gestire l’ordine pubblico durante il G8. Nel 2012, nell’ambito del processo per le brutali violenze perpetrate dalle forze dell’ordine all’interno della scuola Diaz di Genova, è stato condannato in Cassazione a tre anni e otto mesi di carcere per falso e calunnia, con l’aggiunta dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Nelle motivazioni della sentenza, la Cassazione evidenziò «l’odiosità del comportamento» dei vertici di comando. Di chi, in posizione di comando a diversi livelli come i funzionari, una volta preso atto che l’esito della perquisizione si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare ed emarginare i violenti denunciandoli (…) avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze».
«In questi giorni decisivi per il dl sicurezza, anche la nomina di un nuovo questore è un segnale che non si può sottovalutare», ha commentato Ilaria Cucchi che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare. «Men che meno quella di Filippo Ferri, che all’epoca del G8 aveva un ruolo cruciale. Furono proprio i suoi uomini a creare ad arte le prove contro i residenti della Diaz, poi intimiditi e massacrati in una delle pagine più buie della nostra storia. Se oggi un profilo come quello di Ferri diventa responsabile della “pubblica sicurezza” di una città, il messaggio del governo è chiaro. Stiamo tornando a quei giorni. A uno stato di tensione, uno Stato di polizia. In cui nessuno può dirsi davvero al sicuro».
Cittadine e cittadini della Provincia di Monza e Brianza hanno diffuso una lettera aperta al ministro Piantedosi in cui chiedono di riconsiderare la nomina: «La decisione di tornare ad affidare funzioni di responsabilità dell’ordine pubblico e della sicurezza in una provincia italiana e a maggior ragione in un contesto come quello della provincia di Monza e Brianza, risulta inopportuna e ingiustificata, perché quando chi è chiamato a svolgere compiti così delicati come la gestione dell’ordine pubblico, vìola gravemente il patto di fiducia che è alla base del rapporto tra cittadini e istituzioni, anche le stesse istituzioni subiscono le conseguenze dei crimini perpetrati. Sappia quindi che la Sua decisione offende la nostra intera comunità, che non merita di subire un tale affronto e una così scarsa considerazione dei princìpi costituzionali, dei valori di giustizia e di democrazia nei quali si riconosce».
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