Silvio Berlusconi: ottant’anni da buttare nel cesso!

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Che dire degli ottant’anni di Silvio Berlusconi, ovvero di colui che ho combattuto con tutta la mia anima, il mio corpo, la mia fede, e con una infinita rabbia di non poterlo distruggere come avrei desiderato con tutta l’anima, il mio corpo e la mia fede?
Che dire di più? Rischierei di sminuire ciò che ho detto e ho scritto. Certo, oggi Berlusconi è una mummia, una specie di rottame allo stato vegetativo. Lui vorrebbe essere ancora giovane da poter scopare fino alla noia altre verginelle, ma è oramai impotente fisicamente, e non c’è farmaco che possa riattivare il suo sesso.
Però… però… milioni di italiani magari lo vorrebbero ancora attivo in campo politico, e, visti i tempi che corrono, con una sinistra sempre divisa (con tre o quattro mammalucchi che si divertono a dire sempre no perché non sanno dire sì) e con i partiti di protesta che pensano solo alla pancia annullando il cervello (vedi Lega Nord) e a fare i farfalloni o i grulli (vedi Movimento 5Stelle), Silvio Berlusconi potrebbe ancora dire qualcosa di suo: aggiungere altra merda alla merda, altro squallore allo squallore, altro sfascio allo sfascio, ma con quel di più che è la sua caratteristica: un tocco magistrale di furbizia, di saper fare, di imbrogliare, di attirare anche le mosche o i vermi del vaticano. 
Talora preferirei vederlo morire prima di me, ma, nello stesso tempo, non so se resisterei a tutta quell’ipocrisia o a quegli elogi popolari che gli tributeranno. Come a un santo! Ma, ancor di più, non so cosa succederebbe se dovessi poi trovare Berlusconi a braccetto col Padre Eterno, mentre tocca magari il culo della Madonna!
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da La Stampa

La passione di Silvio

28/09/2016
Massimo Gramellini
Nell’intervista per i suoi primi ottant’anni, Berlusconi confessa che la politica non lo ha mai appassionato. Detta da uno che è stato tre volte presidente del Consiglio, ha molestato televisivamente gli italiani e fatto persino un accordo con Scilipoti pur di restare al potere, l’affermazione suonerebbe bizzarra, se non fosse la più sincera da lui mai pronunciata.
La politica lo ha sempre annoiato. Cenare parando i rutti di Bossi, raccontare barzellette al manichino di Fini, insegnare l’italiano a La Russa, trattare Alfano da statista, fregare sistematicamente D’Alema facendogli credere di essere intelligente. Un lavoraccio per chi era abituato a volteggiare da mattina a sera tra le gambe scoperte di calciatori e ballerine.
Berlusconi ha detestato la politica come Agassi il tennis. Resta da chiedersi perché si sia sottoposto a questo tormento, saltuariamente alleviato dalle cene eleganti di Arcore. Per impedire all’Italia di cadere nelle mani dei comunisti Ciampi e Prodi, dice lui. Ma è troppo modesto. A spingerlo all’estremo sacrificio è stato il dovere morale di accrescere il Pil (prodotto ingordo lordo) dell’unico italiano che gli sia mai stato veramente a cuore, a parte forse Massimo Boldi, e che ogni mattina gli sorrideva davanti allo specchio.

10 Commenti

  1. Mario ha detto:

    Ieri nel mio ufficio c’erano colleghi che lo rimpiangevano dicendo che, almeno lui, aveva fatto qualcosa di buono (cosa? mah….).
    Il problema è questo: che lui con rutti, tette, culi e minne ha conquistato l’italico medio mentre le auliche discussioni non hanno avuto presa su tali esseri preistorici. Mentre gli intellettuali discutevano sul sesso degli angeli, lui si mangiava l’itaglia con tutti gli itagliani. Ma siamo poi così sicuri che una certa classe intellettuale e politica intelligente non abbia capito o non abbia voluto capire?

  2. Mario ha detto:

    E Paolo Rossi

  3. LANFRANCO CONSONNI ha detto:

    Massimo Gramellini ci spiega quello che CONTINUANO A NON CAPIRE tutti gli stolti che paragonano Berlusconi a Renzi.
    Renzi può anche dire le stesse cose che diceva Berlusconi, anche arrivando a formulare la (secondo me assurda) proposta di far risorgere il progetto del ponte sullo stretto, ma, accidenti, GLI OBIETTIVI E LE MOTIVAZIONI SONO DIVERSE: RENZI NON HA UN PROPRIO PIL DA DIFENDERE O ACCRESCERE!

  4. Giuseppe ha detto:

    Grande Gramellini! Ha fatto un ritratto dell’ex caimano preciso e calzante, riuscendo a descriverlo in poche righe, grazie anche ad un pizzico di ironia che non guasta.
    Certamente oggi Berlusconi, oltre ad essere un pregiudicato, è soltanto un ex, essendo decaduto o avendo abbandonato tutti i numerosi incarichi che ha ricoperto negli anni, sebbene gli inguaribili nostalgici e il suo servile entourage, anch’esso composto da una pletora di ex, lo consideri ancora un punto di riferimento di cui è difficile fare a meno. Ma il tempo è inesorabile e adesso, oltre all’evidente aggravamento delle sue già sconfortanti condizioni mentali, anche il fisico ne risente, a cominciare dal viso che assomiglia sempre più a una maschera di cartapesta o a una mummia di terracotta. Se dovessimo dar retta a tutte le fandonie e le volgarità che ci propina da più di vent’anni con la sua incredibile faccia di bronzo, scopriremo che anche fare l’imprenditore non è mai stata la sua passione, perché alla fin fine l’unica cosa che lo ha sempre affascinato, oltre al denaro e al potere, è l’istrionismo e l’esibizionismo da impenitente donnaiolo. La maschera ridicola da guitto della commedia dell’arte, o da cabarettista di terz’ordine, sono gli unici panni in cui si è sempre trovato a suo agio, fregandosene altamente del le conseguenze, tanto siamo stati noi italiani a farne le spese.

  5. GIANNI ha detto:

    Vorrei cogliere l’occasione di questo commento, per una riflessione, anche filosofica, se vogliamo, sul senso delle cose e del tempo che passa, inesorabilmente.
    La politica, in tale visione, altro non è se non un aspetto particolare della realtà.
    L’uomo pensa, non fosse che per propria tranquillità psicologica, spesso, troppo spesso, di poter controllare situazioni ed eventi, quando invece quasi sempre non controlla nulla.
    Lo dimostra proprio il tempo che passa.
    Passano le situazioni, i personaggi, e difficilmente qualcosa può tornare com’era.
    Lo vediamo anche nella nostra vita quotidiana.
    Se, ad esempio, subiamo un furto, o comunque perdiamo delle cose, quante volte riusciamo a riavere quelle cose?
    Difficilmente queste tornano indietro.
    LE situazioni politiche sono un po’ come gli oggetti rubati.
    Difficilmente ritornano.
    Anche quello che, quando c’è, si pensa che esisterà per sempre.
    NEl dopo guerra la politica italiana è stata dominata dalla Dc, Un cinquantennio al governo.
    Durante la cosiddetta prima repubblica, e prima del periodo di mani pulite, se io avessi detto che un giorno la Dc sarebbe scomparsa, probabilmente molti mi avrebbero preso per pazzo.
    Eppure….
    Chi si ricorda dei Flaminio Piccoli, dei Forlani, Goria, e quant’altri?
    Forse, storicamente ce li ricordiamo, ma sono scomparsi dalla scena politica, alcuni anche per evidenti limiti di età, per non tornare mai più.
    IL fatto è che come tutto passa, passano anche le condizioni politiche, che avevano portato ad una certa situazione.
    E, proprio per questo, difficilmente ritornano.
    PArimenti, è stata la stessa cosa della coalizione messa in piedi da Berlusconi.
    Oggettivamente, parte significativa di quel programma è stata ripresa da Renzi, ma con fondamentali differenze antropologiche e politiche.
    Renzi non è Berlusconi, come persona, e Renzi non è arrivato, con i suoi alleati, a rendersi insopportabile, come fece invece Berlusconi.
    Il fatto è che dopo un po’, tutti gli alleati, a turno, iniziavano a capire che era solo Berlusconi a voler comandare, peraltro in una situazione in cui l’uomo Berlusconi diveniva sempre più non accettabile per molti, proprio per le sue caratteristiche antropologiche.
    IL primo governo Berlusconi fu contrassegnato da netti dissidi tra Bossi e Berlusconi stesso.
    Poi seguirono tutti gli altri, a turno.
    Follini, Fini, per non prlare dei contrasti tra Fini e Tremonti.
    Ebbene, tutti questi personaggi, che all’epoca tutti conoscevano e che erano sovente oggetto di attenzione mediatica, dove sono finiti?
    CHe fine hanno fatto Fini, Casini, FOllini?
    E Buttiglione, e Cesa?
    Lo stesso Di Pietro, che con le sue indagini iniziò a determinare il crollo del pentapartito, Dc in testa, che fine ha fatto?
    Tutto passa, e difficilmente ritorna.
    Per cui, certo, Berlusconi oggi tutti più o meno sanno chi è, ma non esistono le condizioni per un suo ritorno politico.
    Per andare al governo, avrebbe bisogno di ben altri numeri, non parlo tanto di lui, quanto del suo partito.
    E, quindi, con quali alleati?
    Anche questo è un segno dei tempi.
    Quello che un tempo era braccio destro di Berlusconi oggi è alleato di Renzi, e ministri che oggi sono nel governo una volta erano con Berlusconi.
    IL tempo passa, e tutto cambia.
    Spesso, poi, chi crede di avere il dominio su situazioni e persone invece si nutre di pure illusioni, e ad un certo punto crolla, quando meno te lo aspetti.
    Il definitivo tramonto politico di Berlusconi c’è stato quando Fini, all’epoca presidente della camera, ruppe l’alleanza con lui.
    Oggi neppure saprei dire che fine abbia fatto Fini.
    E poi, non fosse che per l’età, credo sia giusto che uno, ad un certo punto, si ritiri.
    Del resto, anche su opposti fronti politici si applica inesorabilmente la legge del tempo che passa.
    UNa volta erano in auge i vari Bertinotti e Diliberto.
    CHe fine hanno fatto?
    Che ne ha mai più sentito parlare?
    Ogni tanto compare ancora in qualche interista D’Alema o qualche altro leader del passato, ma più come testimonianza storica, che come portavoce di una posizione politica rilevante oggi.
    Tutto passa e tutto passerà, anche er chi oggi pare in auge.
    Anche il movimento 5 stelle sta già subendo qualche calo di consenso, dopo le vicende romane.
    Vedremo se sarà su scala nazionale.
    Al momento, a Torino non possiamo lamentarci dell’Appendino, che ha iniziato il suo ruolo con sobrietà.
    Del resto, penso che il movimento 5 stele sia un po’ come la balena bianca di un tempo, la Dc.
    SI compone già di anime diverse e talora contrapposte.
    Probabilmente emergerà solo che saprà staccarsi dalla demagogia e dal saltimbannchismo alla Grillo.
    Probabilmente in un movimento così vasto, penso e spero che qualcuno ne sia capace.
    Già intravedo qualcuno che si dissocia, ma lasciamo che il tempo passi, e probabilmente avremo alcune conferme.
    Del resto, come ci si è dissociati da Berlusconi, non vedo perchè non ci si possa dissociare dal giullare di turno.
    Appnto, anche questo un segno dei tempi, e del tempo che passa.

    • LANFRANCO CONSONNI ha detto:

      Mi ricordo con nostalgia di Goria e Martinazzoli, morti entrambi ….. secondo me starebbero ancora bene in un governo attuale..
      Di tutti gli altri nomi che hai elencato alcuni sono tuttora attivi, come Casini, altri, pur dimenticati, rimangono con i nomi scritti a lettere cubitali e indelebili nel libro paga dei vitalizi INPS.

    • matteo ha detto:

      non era salomone che in ecclesiaste diceva
      ecco una generazione che se ne va allo sceol e un altra generazione che viene
      e non c’e niente di nuovo sotto il sole, e’ tutto un correre dietro al vento, vanita’

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