L’EDITORIALE
di don Giorgio
“Che cos’è il bene comune?”
Fu chiesto a un ministro parlamentare: “Che cos’è il bene comune?”. Rispose: “È il bene di tutti e perciò di nessuno in particolare!”.
Intendeva forse dire che il bene comune va bene per tutti in astratto, in concreto non serve a nulla.
Parliamone pure nei salotti, nelle conferenze o nei dibattiti o nelle campagne elettorali, così la gente rimarrà solo con la bocca aperta, con il rischio di ingoiare solo mosche.
Fu chiesto a un sindaco locale: ”Che cos’è il bene comune?”. Rispose: “Non accetto provocazioni, perciò non rispondo”.
Probabilmente non avrà mai sentito parlare di bene comune!
Fu chiesto a un cittadino brianzolo: “Che cos’è il bene comune?”. Rispose: “La mia pancia”.
Non c’è altro da aggiungere.
Anche io mi posi la stessa domanda, e mi diedi una risposta:
“Il bene non è comune fino a quando non coinvolge ogni singolo nel tutto, ovvero in quell’insieme che non è la somma dei beni particolari degli individui”.
Continuai: “Il bene comune è quel bene che attinge al Bene Sommo, da cui emana ogni bene del singolo: emana dall’Uno e torna all’Uno”.
Evidenziai: “Emana…”.
Continuai: “Il bene comune non è comune, ovvero banale, scontato, che va bene per ogni vestito, ogni ciabatta, per ogni…”
Continuai: “È comune, nel senso che richiede quel convivere di tutti sotto la stessa casa, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. È comune, perché tutti hanno diritto a partecipare al Bene Sommo, ma tutti restano singolari, se stessi, con diritti e doveri propri, da incastonare nell’armonia del Tutto”.
Chiesi a un amico se aveva capito: mi rispose di no, e che in ogni caso aveva una sua idea del bene comune.
Gli chiesi quale fosse, mi rispose: “Voglio star bene, sempre meglio, senza far del male a nessuno. Sono qui su questa terra: che almeno un pezzetto me la possa anche io godere, godendo anche che tutti abbiano un loro frammento. Tuttavia…”.
Notai sul suo volto una certa titubanza. Poi disse: “Forse hai ragione tu, quando dici che tutti insieme camminiamo verso il rimpatrio…”,.
E io: “Quale rimpatrio?”.
Rispose: “Sì, verso la propria casa, che è quella realtà che il bene comune onora e nobilita al di sopra di ogni cosa”.
Intervenni: “Intendi dire rientrare in se stessi?…”.
“Qualcosa di simile”, mi rispose.
Non azzardai dire oltre.
Mi accontentai per il momento che il mio amico avesse capito qualcosa che è all’origine del bene comune.
29/01/2022
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