I vescovi nel ridicolo…

Il decreto Conte fa infuriare la Conferenza episcopale italiana, e i vescovi cadono nel ridicolo, invocando la libertà di culto e la pratica religiosa per animare il servizio ai poveri. Non siamo nei tempi delle persecuzioni, e la solidarietà è un bene che non è prerogativa della religione, ma attinge la sua energia all’interno dell’essere umano.

Il decreto Conte fa infuriare la Conferenza episcopale italiana, e i vescovi cadono nel ridicolo, invocando la libertà di culto e la pratica religiosa per animare il servizio ai poveri. Non siamo nei tempi delle persecuzioni, e la solidarietà è un bene che non è prerogativa della religione, ma attinge la sua energia all’interno dell’essere umano.

Publiée par Don Giorgio De Capitani sur Lundi 27 avril 2020

 

3 Commenti

  1. don ha detto:

    Racconto un’esperienza personale: in un autobus di 40 mq sono ammesse 16 persone. In una chiesa (che sicuramente è ben più di 40 mq!) sono ammesse 15 persone vive più un morto … ma se il morto non c’è neanche i vivi possono entrare (permessi solo i funerali). Se qualcuno mi spiega questo mistero …

  2. Luigi ha detto:

    Il vescovo Gaillot: “Non sopporto una chiesa che pensa a sè stessa.” Il vescovo Derio: “Sapete cos’è questa malattia?” Il cappellano della Gavazzeni: “Sulle messe chiedo di essere cauti.” Don Antonelli: “Perchè le messe sì e i bar no?” Don Giorgio: “Cadono nel ridicolo.” I vescovi italiani in maggioranza sono figli di una chiesa patriarcale. E’ il dramma della Chiesa italiana. La restaurazione di papa Wojtyla proseguita da papa Ratzinger ha accentuato questo aspetto paterno allontanando quello materno. Il lampo di papa Luciani “Dio è Madre” è svanito con il suo cuore che ha ceduto. Papa Bergoglio ci sta provando. Parlando ieri della bellezza si deve essere ricordato del documento di papa Montini dove accanto alla via della verità aveva messo la via della bellezza. Penso sia questo che manca alla Chiesa. La bellezza dell’amore materno. Sono pochi i vescovi italiani che lo sanno dare. La loro morale non è quella del cuore ma del rigore geometrico dove il bilanciamento prende il posto dell’amore gratuito. Se l’avessero non si preoccuperebbero di portare a messa i loro fedeli rischiando la loro vita, ma si affiderebbero alla forza dello Spirito di quel Nazareno che ha preferito morire in Croce e risorgere nei cuori di chi gli apre la porta.

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