Tina Anselmi, la prima donna ministro nella storia d’Italia, fu eletta 40 anni fa

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da Donna.fanpage.it

Tina Anselmi,

la prima donna ministro nella storia d’Italia,

fu eletta 40 anni fa

Tina Anselmi è una politica italiana ed è entrata nella storia per essere stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica. Il 29 luglio celebra i 40 anni dal suo incredibile traguardo e, ancora oggi, viene considerata un personaggio rivoluzionario della storia italiana.
28 luglio 2016
di Valeria Paglionico
Tina Anselmi è una politica italiana ed è entrata nella storia per essere stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica. È nata a Castelfranco Veneto nel 1927 da una famiglia cattolica che è stata perseguitata dai fascisti. È proprio dopo aver assistito a scuola all’impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia che ha deciso di prendere parte attivamente alla Resistenza. Da quel momento in poi ha dedicato tutta la sua vita alla politica e all’affermazione dei diritti delle donne.
La carriera politica di Tina Anselmi
Sotto il nome di battaglia di “Gabriella”, Tina Anselmi è diventata staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Si è iscritta alla Democrazia Cristiana, si è laureata in Lettere all’Università Cattolica di Milano, è diventata insegnante ma, allo stesso tempo, non ha abbandonato l’attività sindacale, tanto che nel 1963 è stata eletta membro del comitato direttivo dell’Unione europea femminile. E’ però il 29 luglio del 1976, esattamente 40 anni fa, che è diventata ministro del Lavoro nel terzo governo Andreotti, distinguendosi per sobrietà, equilibrio e per essere la prima donna nella storia italiana a ricoprire l’incarico di responsabilità di un dicastero. Negli anni successivi, è stata eletta anche ministro della sanità nei governi Andreotti IV e V, diventando una delle autrici della riforma che ha introdotto il Servizio Sanitario Nazionale.
Tina Anselmi, la prima donna che ha rivoluzionato la politica italiana
E’ chiaro dunque che Tina Anselmi è stata una personalità rivoluzionaria nella politica italiana. Non solo è stata la prima donna a ricoprire un incarico tanto importante ma ha cercato anche di affrontare e di risolvere il problema del sessismo, tanto da aver dato vita alla legge sulle pari opportunità. Non è un caso che sia stata presa più volte in considerazione per la carica di Presidente della Repubblica. Partigiana, sindacalista, ministro, ha dedicato tutta la sua vita all’attività politica, all’affermazione della democrazia e dei diritti delle donne, fino ad allora considerate solo mamme e casalinghe, con la speranza che i provvedimenti da lei approvati potessero essere una fonte di speranza e di giustizia per le generazioni future.
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da www.raistoria.rai.it
Ci sono voluti più di 100 anni perché l’Italia avesse un ministro donna. La prima, nel 1976 al ministero del Lavoro, è stata Tina Anselmi.
Il professor Agostino Giovagnoli ripercorre la vita della Anselmi dalla nascita nel 1927 a Castelfranco Veneto, paese al quale è molto legata, al 1981 quando viene chiamata a presiedere la commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2.
I passi salienti della sua vita: staffetta partigiana all’insaputa dei genitori, sindacalista, poi iscritta alla Democrazia Cristiana e impegnata nella vita politica. Una donna “forte” e schietta, spesso accostata a una figura femminile del Pci altrettanto energica, Nilde Jotti.
Diventare ministro, del Lavoro e poi della Sanità, è la svolta della sua vita e la lega, in particolare, alla grande riforma sanitaria del 1978, durante il governo Andreotti.
Infine, il lavoro nella commissione d’inchiesta sulla Loggia P2 che Tina Anselmi presiede con rigore, ma non senza polemiche. Un personaggio che il settimanale Cuore, nel 1991, arriva a proporre come Presidente della Repubblica. Fu solo una goliardata?

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Tina Anselmi. La grazia della normalità

È’ la prima personalità ad avere, in vita, a ricevere l’omaggio di un francobollo, emesso dalle Poste Italiane, a settanta anni dal del voto alle donne ricordata in questo modo: Tina Anselmi. A lei Rai Cultura dedica il documentario “Tina Anselmi. La grazia della normalità” di Anna Vinci, con la regia di Claudia Mencarelli,su Rai Storia per la serie “Italiani”, con Paolo Mieli.
Parlamentare, primo ministro donna della storia d’Italia, nel 1976, presidente della Commissione sulla Loggia P2, più volte presa in considerazione da cittadini e politici per la presidenza della Repubblica, ma mai nominata senatrice a vita, Tina Anselmi viene raccontata a partire dalle sue parole: “Io ripeto sempre, a cominciare dalle mie nipotine, che nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto possiamo anche perdere. Negli anni Sessanta, e nei primi anni Settanta, noi donne impegnate in politica e nei movimenti femminili e femministi, noi parlamentari con responsabilità nei partiti e nel governo eravamo ancora pioniere. Questa parola fa pensare che in seguito saremmo diventate più numerose e avremmo contato di più. Purtroppo, certe speranze sembrano non aver dato i frutti che avevano in serbo”.
È su questo “purtroppo” che il documentario s’interroga, attraverso il materiale di repertorio delle Teche Rai: un “purtroppo” che trova spiegazioni attraverso le parole della Anselmi in due fatti salienti della politica del nostro Paese. Prima di tutto il mancato approfondimento sulle conclusioni della Commissione sulla P2 e sulla politica “sommersa” alla base del progetto della Loggia che “vive e prospera – ricordava l’ex presidente – contro la politica ufficiale e genera una democrazia manipolata che è in realtà una non democrazia.
Ogni tentativo di correggere surrettiziamente e per vie traverse il sistema democratico significa in realtà negarlo alla radice dei suoi valori”. E ci sono poi i fatti di sangue che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1976 al 1981, in concomitanza con l’elaborazione del piano di Rinascita Democratica di Gelli e il crescente potere della Loggia P2. E su questo la Commissione aveva tratto cuna conclusione che “documenta la presenza di uomini affiliati alla Loggia in buona parte delle vicende più torbide che hanno attraversato il paese nel corso di più di un decennio”.
E c’è poi la Anselmi che ricorda il ruolo della donna, anche in politica: “Quando le donne – dice – si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è per noi politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace”.
A parlare di lei e del suo impegno civile e politico, la sorella Maria e l’amica Maria Luisa Gazzolo; Enzo Giaccotto, segretario politico durante l’impegno ministeriale dell’Anselmi, prima ministro del Lavoro, 1976, e poi 1978 ministro della Sanità; Giovanni Di Ciommo, segretario della Commissione Bicamerale sulla Loggia P2 di Licio Gelli. E ancora, Dacia Maraini, testimone degli anni Settanta e delle battaglie femministe e di quelle dei movimenti femminili, e amica della Anselmi, pur nella diversità dei campi politici.

4 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Un grazie alla Tina Anselmi pioniera delle donne in politica. Donne che sanno resistere, come la Rosy Bindi, anche agli insulti di un presidente del consiglio perché riteneva gravissime le sue affermazioni sul presidente della Repubblica: “Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente”. Risposta immediata: “Sono una donna che non è a sua disposizione, e ritengo molto gravi le sue affermazioni.” Le seduzioni del Cavaliere vanno buche quando si ha il coraggio di dire: “Sono una donna che non è a sua disposizione”.

  2. zorro ha detto:

    E oggi chi abbiamo come degni discepoli?Politicanti di poco spessore umano e professionale sig!!!

  3. Giuseppe ha detto:

    Omaggio dovuto a una donna che nel mondo maschilista del secolo scorso, ha saputo far emergere le sue capacità e competenze, ormai universalmente riconosciute. Non è stata la sola però, considerato che Nilde Iotti ha rivestito a lungo, con risultati lusinghieri, una delle cariche più importanti della repubblica, vale a dire quella di presidente della camera dei Deputati. Mentre, l’anno scorso una pista ciclabile nei pressi di Monte Mario a Roma, che si snoda per oltre 5 chilometri, è stata dedicata alle “madri della Costituente” Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Rita Montagnana, Maria Maddalena Rossi, Teresa Noce, Angelina Merlin, Elettra Pollastrini, per iniziativa della classe III A dell’Istituto turistico superiore Pertini-Falcone, nell’ambito del progetto “Sulle vie della parità @ Roma”, promosso dall’assessorato alle Pari opportunità e da quello alla Cultura e allo Sport della capitale.

  4. GIANNI ha detto:

    Sicuramente una delle donne che hanno fatto la storia d’Italia, non solo come partigiana, ma anche come politico che introdusse il sistema sanitario nazionale.

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