Dopo la sbornia…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Dopo la sbornia…

Dopo la sbornia delle manifestazioni per la pace e per il 25 aprile, sembra che si sia tornati a respirare l’aria di sempre, ovvero di una normalità, fatta delle solite noiose notizie sulla guerra (la guerra purtroppo non è noiosa, ma sono le notizie dei soliti spara balle), e fatta della solita politica dei soliti mentecatti, che (è nella loro natura) sfruttano ogni emergenza per farsi notare.
A dire il vero, la massa ha imparato a sopravvivere ad ogni emergenza, ritagliandosi spazi di libertà, fatta su misura della propria vigliaccheria, e che perciò non è libertà, ma ben altro che pesca nel torbido di interessi non sempre evidenti.
Forse c’è un’altra parola meno urtante di vigliaccheria, ma preferisco dire pane al pane e vino al vino.
In ogni emergenza i vigliacchi si prendono la scena, ma giustificandosi sparando notizie a modo loro: notizie che fanno colpo come se loro fossero gli intelligentoni che si puliscono la coscienza in un mare di meschinità, con una raffica di idiozie lanciate da cattedre mediatiche offerte a buon mercato purché i pirloni innalzino l’audience.
Ma la massa neppure li ascolta, rintanata com’è nel buco di un orticello, anche piccolo, ma sempre prezioso, da difendere con tutti gli artigli di questo mondo.
Che dico? La massa, sì, è rintanata, ma ha bisogno di essere gratificata, mettendosi in sintonia mediatica con quei “migliori” che si credono tali solo perché escono dalla tana e si mettono sulle strade segnate da indicazioni che portano a luoghi sacri, dove la pace è già benedetta da santi o profeti tanto lontani da essere stati spogliati di ogni originalità divina.
Ci sono strade di pellegrinaggi che danno una tale sensazione mistica da far sentire ai camminanti di essere già in cielo, da dove poi lanciarsi giù per paura che qualcuno porti via loro quell’orticello, dove il Figlio di Dio si sarebbe incarnato per renderlo ancora più benedetto.
E ci sono piazze, dove i soliti “migliori” fuoriusciti dalla massa rintanata sbandierano con infiniti orgasmi le loro ideologie, poco importa se puzzolenti di muffa, opportunamente profumata con tanto incenso ricavato da esotiche piante.
Pellegrinaggi o marce per la pace, piazze o riversamenti di gente capitanata da leader sempre pronti a esternare come feci imbecillità intellettuali.
Certo, si salvi chi può!
E si può, con quella conversione che si chiama ”cambiamento di mentalità”, che ci spinge a reagire, a resistere, a ribellarsi.
Forse basta poco, ma è quel poco che impegna tutto il nostro essere interiore.
30 aprile 2022
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