Roberto Maroni prende per i fondelli San Francesco

lampamaro
di don Giorgio De Capitani
Il prossimo 4 ottobre sarà la Regione Lombardia a compiere ad Assisi il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio per la Lampada di San Francesco. Questo gesto, che vede ogni anno l’alternarsi di una regione italiana, è nato in occasione della proclamazione di San Francesco patrono d’Italia, voluta da Papa Pio XII nel 1939, in un momento tragico e gravido di conseguenze per il mondo intero.
Proprio per questa specifica caratteristica, il patronato sulla Nazione, il calendario delle manifestazioni prevede, per lunga tradizione, pure un risvolto civile. A questo appuntamento interverranno, per esempio, un Ministro del Governo italiano e le massime Autorità regionali, provinciali e comunali della Lombardia, cui sono riservati momenti propri di incontro con le omologhe Istituzioni umbre.
Il Presidente della Regione Roberto Maroni prenderà poi la parola dalla Loggia del Sacro Convento, mentre spetterà al Sindaco del Capoluogo, Giuliano Pisapia, il compito di accendere la Lampada votiva.
Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, ha già rilasciato il messaggio. Leggetelo attentamente. E poi chiedetevi se gli sia rimasto ancora un po’ di pudore, quel poco che doveva per lo meno spingere il Mentecatto leghista a farsi sostituire da qualcuno  altro (non leghista) un po’ più decente. Una scusa l’aveva: dichiararsi malato. Ogni psichiatra glielo avrebbe subito rilasciato.
Vergognati, Maroni! Una scusante te la do: la coscienza l’hai da tempo messa sotto i piedi!  
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dal sito della ChiesadiMilano

Roberto Maroni:

«Si rinnova l’amicizia con la Chiesa»

Il presidente della Regione: «Il dono dell’olio è un contributo prezioso alla costruzione di una società migliore»
di Roberto MARONI
Presidente della Regione Lombardia
Da Presidente della Regione e anche da lombardo vivo come grande onore che quest’anno sia la Lombardia la prescelta per offrire l’olio alla Lampada di san Francesco. Un olio, nelle parole del cardinale Carlo Maria Martini di molti anni fa, che è «medicazione, riconciliazione, pacificazione per le molte ferite aperte», «desiderio di rinascita sociale, politica, evangelica». Un gesto semplice e tradizionale, che rappresenta però per le Istituzioni e i cittadini un dono prezioso, un contributo alla costruzione di una società migliore e una preghiera al Santo patrono d’Italia, così amato nelle terre lombarde.
La figura di san Francesco è più che mai attuale nei giorni in cui viviamo, in cui la crisi mondiale ci ha obbligato ad aprire gli occhi sui bisogni più elementari dell’uomo e sulla grande fetta di popolazione che vive in bisogno e povertà anche nelle città in cui abitiamo. San Francesco incarna in maniera innegabile – spiritualmente e culturalmente, per i credenti ma anche per laici – l’esempio massimo di umiltà a servizio degli altri e di una vita dedicata al Bene più alto. Un esempio che con semplicità è in grado di ispirare anche chi si occupa di politica ed è chiamato ad amministrare un territorio con l’unico obiettivo di offrire il meglio ai cittadini e di tutelare i più fragili, coloro che non hanno voce. Lo stesso Papa, che ha scelto il nome di questo Santo, dal primo giorno ha orientato il suo Pontificato nel solco della sua semplicità e vicinanza alla gente comune, soprattutto quella che soffre.
Le celebrazioni del prossimo fine settimana ci regalano quindi una grande occasione. Quella di dimostrare la devozione dei lombardi a san Francesco, ma anche quella di rinnovare la consolidata amicizia fra la Regione e la Chiesa, sempre pronta a offrirci stimoli utili – e molto spesso accolti nei provvedimenti della Giunta, come le azioni di sostegno al reddito, alle famiglie di persone fragili e al volontariato – per una politica attenta ai più deboli nei fatti e non soltanto nelle dichiarazioni.

3 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Non mi sembra il caso di stupirsi, né di indignarsi più di tanto, anche perché la persona in questione è già di per sé una nullità. Basta dare un’occhiata al suo operato come ministro dei governi dell’ex cavaliere di sventura e come segretario politico di una banda di mascalzoni che, con la scusa dell’autonomia e della voglia di indipendenza, ha commesso e continua a commettere un sacco di nefandezze, oltre a considerare l’Italia centromeridionale una succursale del continente africano.

  2. GIANNI ha detto:

    Sono quelle classiche situazioni/manifestazioni, in cui si confondono aspetti religiosi e laici, ragion per cui intervengono autorità civili ed ecclesiastiche.
    La conseguenza più ricorrente è il ripetersi di discorsi formali,d’occasione, fatti tanto per eseere pronunciati, anche se non necessariamente sentiti.
    Come quando si dice predicare bene, ma razzolare male.
    Non so fino a che punto Maroni condivida effettivamente quel che dice, ma, del resto, il discorso, sinceramente, vale un po’ per tutti o quasi i politici e, francamente, anche per certi ecclesiastici.
    SI fa un discorso in occasione di san Francesco, ma…..chi ne ha realmente colto, esistenzialmente, non a parole, il messaggio?
    Sinceramente, non penso siano in molti, a partire dallo stesso ambito ecclesiastico.
    Certo, mi piacerebbe aver torto ed essere smentito, ma, purtroppo, mi sa che……

  3. zorro ha detto:

    Discorso di Maroni becera propaganda che dire? Forse e’ meglio che la politica e la religione rimangano divise.La politica propone guerre x la sopravvivenza materiale e vive nel mondo reale dove purtroppo i numeri e la logica comandano.La religione si propone per lo spirito dove la logica e i numeri non contano e propina accoglienza e perdono e sacralita’ vita umana.Come conciliare tutto cio’ senza cadere nel ridicolo?

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