Alcuni “brutti” pensieri che ho in testa!

di don Giorgio De Capitani
Mi riesce più spontaneo fare un video a braccio che stendere un articolo, anche perché mentre si scrive bisogna osservare certe regole, mettendo virgole e gli accenti al posto giusto, e magari per un congiuntivo sbagliato si rischia di essere sommersi da critiche.
Quando si parla a braccio, tutto è lecito, e si è più incisivi.  
Ecco, ho in testa alcuni “brutti” pensieri, che non posso nascondere. Non sono pornografici, ma fuori di ogni decenza formale.
Perché politici e amministratori restano più che possono legati alla sedia? Perché c’è un mensile da prendere!
Perché non si approvano in Parlamento certe leggi “giuste”? Perché si fanno calcoli elettorali!
Questo Papa non è che giochi al ribasso, quando nomina certi vescovi a capo di una Diocesi? Deve salvare il suo primato nella Chiesa, o no?

1 Commento

  1. Giuseppe ha detto:

    Sbagliare è umano. Non credo sia mai esistito qualcuno che non abbia sbagliato, almeno una volta, in vita sua. Non discuto l’operato di papa Francesco, perché sono convinto che, anche se dovesse commettere degli errori, agisca sempre cercando di fare del suo meglio per svolgere la difficile missione a cui è stato chiamato. Posso parlare però, e con una sufficiente consapevolezza, data l’età, del comportamento di coloro che siedono in parlamento o hanno incarichi in seno alle istituzioni e nell’amministrazione della cosa pubblica. E in questo caso condivido le tue impressioni, perché temo che una buona parte di loro, non solo non sono animati da spirito di servizio, che forse sarebbe addirittura pretendere troppo, ma siano attratti esclusivamente dai benefici, economici e non, che il loro ruolo comporta e perciò tendono a rimanere il più possibile incollati alla poltrona, a costo di dilatare i tempi per lo svolgimento delle proprie mansioni (tra cui l’approvazione di leggi e decreti). Non solo, ma da qualche decennio (più o meno da quando l’ex cavalier Berlusconi è “sceso in campo”), complice la confusione e la rissosità che caratterizzano il microcosmo della politica di casa nostra, la campagna elettorale non è circoscritta al periodo che precede la chiamata dei cittadini alle urne, ma è diventata perenne. Anche perché grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione, sondaggi elettorali e statistiche varie sull’indice di gradimento e sull’orientamento politico della popolazione, la cui attendibilità, spesso, lascia molto a desiderare, hanno invaso letteralmente gli organi di informazione, e ormai una statistica o una “ricerca di mercato” non si nega a nessuno. Inevitabilmente allora, allora, l’ultima cosa che conta e a cui si pensa, nonostante i proclami e le rassicurazioni, è il bene comune.

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