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25 Luglio 2023
In Sudan più di un bambino all’ora
ucciso o ferito in 100 giorni di conflitto
di Andrea Iacomini
Almeno 435 bambini sono stati uccisi e 2.025 feriti. Majd ha 10 anni e desidera che la pace torni a Khartoum per potersi riunire alla sua famiglia nella loro casa: “Mi mancano il mio gatto e i libri”
“Niente proiettili. Una rosa per ogni bambino”.
Queste sono state le potenti parole di Majd, 10 anni, durante una sessione psicosociale tenuta dall’UNICEF e i suoi partner. Sono passati 100 giorni da quando migliaia di bambini sono stati costretti a lasciare le loro case in seguito al conflitto scoppiato in Sudan il 15 aprile. Majd è una di loro.
Mentre continuano a trovare nuove case, amici e modi per affrontare la nuova normalità, molti vivono con le cicatrici di un’esperienza orribile.
Majd non parla molto. Continua a soffrire di flashback dopo essere sopravvissuta a un attacco armato che ha ucciso due dei suoi amici più cari, Sarah e Asrar. Nonostante Majd apparisse triste, alla vista dei colori e della carta ha sorriso. Senza pensarci due volte, ha preso rapidamente la penna colorata e ha iniziato a disegnare. Il suo disegno rappresentava un soldato che brandiva un’arma con la canna chiusa da un fiore”. In seguito, avrebbe spiegato il significato del suo disegno con quelle parole.
Oggi Majd desidera che la pace torni a Khartoum e che il conflitto cessi per potersi riunire alla sua famiglia nella loro casa. “Mi mancano il mio gatto e i libri”.
In questi 100 lunghi giorni, noi di Unicef abbiamo ricevuto segnalazioni di ben 2.500 gravi violazioni dei diritti dei bambini: una media di almeno una all’ora. Poiché questi sono solo i numeri riferiti alle nostre fonti, è probabile che la cifra reale sia di gran lunga più alta, e ricorda l’impatto quotidiano della crisi sui più vulnerabili, in un Paese in cui quasi 14 milioni di bambini hanno bisogno di sostegno umanitario.
Almeno 435 bambini sono stati uccisi nel conflitto e almeno 2.025 sono stati feriti.
La portata dell’impatto che questo conflitto ha avuto sui bambini in Sudan negli ultimi 100 giorni va quasi oltre la comprensione. Ogni singolo giorno i bambini vengono uccisi, feriti, rapiti e vedono danneggiati, distrutti o saccheggiati scuole, ospedali, infrastrutture vitali e forniture salvavita su cui fanno affidamento.
Oltre alle vittime e ai feriti, abbiamo ricevuto notizie allarmanti di un’escalation di attacchi contro le strutture sanitarie in alcune zone del Sudan. Si stima che il 68% degli ospedali nelle aree più colpite abbia dovuto sospendere il servizio e che almeno 17 ospedali siano stati bombardati. Si ritiene che molti altri ospedali siano stati trasformati in basi militari e ci sono state ripetute segnalazioni di ambulanze attaccate.
A più di tre mesi dall’inizio del conflitto, milioni di famiglie sono state sradicate dalle loro case a causa della violenza. Prima della crisi, quasi 3,8 milioni di persone erano sfollate internamente in Sudan, fra cui 1,9 milioni di bambini. Altri 1,7 milioni di bambini sono stati allontanati dalle loro case e ora si spostano all’interno del Sudan e attraversano i suoi confini, vulnerabili alla fame, alle malattie, alla violenza e alla separazione dalle loro famiglie. Sono in aumento anche le segnalazioni di rapimenti, reclutamento di bambini in gruppi armati, violenza etnica e violenza di genere contro donne e ragazze, con 4,2 milioni di donne e ragazze a rischio di violenza di genere.
Le limitazioni di movimento dovute alla situazione della sicurezza, le barriere amministrative e gli impedimenti burocratici, nonché il rifiuto dell’accesso umanitario, rimangono ostacoli fondamentali alla consegna degli aiuti tanto necessari a chi ne ha disperatamente bisogno e rappresentano una minaccia per gli operatori umanitari. Insieme alla distruzione e al saccheggio di forniture e strutture cruciali, ciò ha lasciato almeno 690.000 bambini esposti a malnutrizione acuta grave e 1,7 milioni di bambini sotto l’anno di età a rischio di non poter effettuare vaccinazioni fondamentali, aumentando il rischio di epidemie.
Nonostante le sfide, negli ultimi 100 giorni, insieme ai partner, abbiamo raggiunto oltre 3 milioni di bambini e donne con forniture sanitarie, 1,4 milioni di persone con acqua potabile e 1,7 milioni di bambini con screening per la malnutrizione, di cui 82.000 hanno ricevuto cure salvavita. Inoltre, quasi 100.000 bambini e persone che se ne prendono cura stanno beneficiando di consulti psicosociali e di sostegno alla protezione, anche attraverso oltre 400 spazi sicuri allestiti in tutto il Paese.
A metà luglio, il nostro appello per 838 milioni di dollari per raggiungere quasi 10 milioni di bambini più vulnerabili in Sudan è finanziato solo al 9%. Abbiamo urgentemente bisogno di 750 milioni di dollari per sostenere e potenziare l’assistenza sanitaria, nutrizionale, idrica, igienica, per l’apprendimento e la protezione dei bambini più vulnerabili coinvolti in questa crisi.
È incredibile che in un’epoca in cui la comunicazione è immediata ci siano malversazioni e atti malvagi che hanno per bersaglio l’infanzia e di cui veniamo informati solo sporadicamente dalle organizzazioni umanitarie…