Nuova Margherita o patto repubblicano: i cattolici democratici “rilanciati” da Prodi e Delrio

da www.rainews.it

Nuova Margherita o patto repubblicano:

i cattolici democratici “rilanciati”

da Prodi e Delrio

Si chiamerà “Comunità democratica”, per rinvigorire la partecipazione dei cattolici in politica. Per ora una corrente di pensiero che nasce nel giorno dell’anniversario dell’appello ai liberi e forti di don Sturzo, manifesto del Partito Popolare
Don Luigi Sturzo
Si chiama “comunità democratica” l’associazione che il 18 gennaio a Milano verrà lanciata da un nutrito gruppo di politici, amministratori locali, studiosi e professori di area cattolica con lo scopo di ridare voce pubblica alla cultura politica cattolico democratica, negli ultimi anni divenuta afona a livello politico. A promuovere l’iniziativa il senatore del Pd Graziano Delrio, in un evento in cui parleranno alcuni padri nobili dei “cattolici adulti”, come Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti, intellettuali d’area come Ernesto Maria Ruffini, e soprattutto una rete di personalità del mondo culturale e politico. Delrio chiarisce che comunità democratica “è una associazione e non una corrente” del Pd, e che l’appuntamento del 18, nella sala Biagi del palazzo della Regione, non è dunque una iniziativa di corrente.
Graziano Delrio è il promotore della corrente di pensiero che prova a ri-dare casa ai Cattolici democratici (@web)
Certo, nasce “senza ambiguità all’interno del centrosinistra” e non ipotizza la nascita di un “partito cattolico” che sta al centro dei due poli; oltretutto con una legge elettorale maggioritaria. L’associazione dunque “non è una corrente ma una sorgente di pensiero” con due obiettivi: ridare voce pubblica al cattolicesimo democratico, ma anche ridare capacità di proposta al centrosinistra sui grandi problemi che affliggono il paese, come la crisi demografica che metterà a repentaglio il welfare, o un grande ripensamento della sanità, o anche la rigenerazione delle città e delle periferie. Due i cardini, spiega Delrio: “un ritorno allo spirito coraggioso degasperiano sull’Europa, con una cessione di sovranità all’Europa; dall’altro lato l’autonomismo di Sturzo, con un municipalismo spinto” alternativo al neo-centralismo regionale.
Romano Prodi, presente anche lui a Milano per il “battesimo” della Comunità Democratica (lapresse)
In tal senso comunità democratica vuol coinvolgere una serie di studiosi e docenti (quelli che hanno dato vita al progetto piano b sui temi sociali) che diano vita ad un think tank, in grado di sfornare idee, progetti, programmi. Il 18 interverranno in un panel Leonardo Becchetti e Elena Granata. “dopo le elezioni europee non sono in vista altri appuntamenti elettorali nazionali”, osserva Delrio, non c’è la pressione del voto immediato: “noi siamo intenzionati quindi a farci sentire su questi temi, ma anche su quelli etici” all’appuntamento di Milano è previsto un intervento di Ernesto Maria Ruffini, da alcuni indicato come possibile aggregatore di un’area di centro. Ma l’idea non è quella di lanciare la sua leadership bensì quella di dar vita a una rete di personalità disposte ad impegnarsi. Di qui lo spazio a molti amministratori locali e sindaci: l’intero pomeriggio sarà dedicato ad un confronto a più voci di personalità impegnate sui territori. E non a caso ad aprire l’iniziativa è il consigliere regionale lombardo Emilio del Bono, mister preferenze ed ex sindaco di Brescia: “l’iniziativa è finalizzata a valorizzare un filone politico importante per il paese e per quello che mi riguarda nel Pd, e comunque per rendere più limpida la proposta del centrosinistra. In concomitanza dell’anniversario dell’appello di Sturzo “ai liberi e forti”, è un appello a un mondo che negli ultimi tempi è rimasto più ad osservare che ad essere protagonista. Invece è importante che rientri in campo, perché è parte della cultura riformista e moderata”. “radicali nella proposta, moderati nel metodo”, sintetizza Delrio. “Creare legami. Guarire la democrazia” sarà il titolo dell’evento. Ma l’iniziativa è pensata all’interno del Pd o all’interno del più ampio centrosinistra? Diversi esponenti dem interverranno, come Lorenzo Guerini o Simona Malpezzi. Ma ci sarà anche la neo-governatrice umbra Stefania Proietti, che in tasca non ha tessere. Dalla segreteria dem l’annuncio non è stato commentato. Altri esponenti dell’area liberal democratica per ora osservano. Osvaldo Napoli di Azione definisce “degna di rilievo” l’iniziativa con la quale, se si sviluppasse all’esterno del Pd, azione “potrebbe essere aperta al confronto”. E analoghe sono le parole di Enrico Borghi, di Italia viva.

A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni”.
E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.
Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffatrici dei forti.
Al migliore avvenire della nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano – che per virtù dei suoi figli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldta la coscienza nazionale, dedichiamo ogni nostra attività con fervore d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.
Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali.
Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, non solo agl’individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.
Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività, che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo. Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.
Le necessarie e urgenti riforme nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incremento delle forze economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.
Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell’Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismi settari, che nella forza dell’organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.
A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma.
Roma, lì 18 gennaio 1919
LA COMMISSIONE PROVVISORIA
On. Avv. Giovanni Bertini – Avv. Giovanni Bertone – Stefano Gavazzoni – Rag. Achille Grandi – Conte Giovanni Grosoli – On. Dr. Giovanni Longinotti – On. Avv. Prof. Angelo Mauri – Avv. Umberto Merlin – On. Avv. Giulio Rodinò – Conte Avv. Carlo Santucci – Prof. D. Luigi Sturzo, Segretario Politico.

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