don Giorgio De Capitani
Non è perché si chiama papa Francesco, e allora tutto è oro colato ciò che Sua Santità dice o fa. Mi sembra che la sua popolarità gli stia giocando qualche brutto scherzo.
Ultimamente, sta diventando anche permalosetto. Non accetta alcuna critica. Pur godendo di una altissima popolarità da superare le Super Star, egli vorrebbe che tutte le stelle si inchinassero al suo passaggio.
Santità, prenda qualche giorno di riposo, magari un mese e oltre. C’è il rischio che lo stress da Star Le possa procurare qualche guaio psichico, e allora sarà troppo tardi.
Ma, a parte lo stress, Santità, non si chiede mai, dopo ogni lungo viaggio, quali saranno gli effetti benefici? In questi due anni e sei mesi che Ella ha preso il timone del Transatlantico, qualcosa è cambiato nella Chiesa? Partiamo dalla gerarchia ecclesiastica, vescovi e preti: c’è stato un rinnovamento? Forse sono cieco, ma non riesco a vedere alcun miglioramento. E che cosa possiamo dire delle comunità cristiane? Tutto come prima, se non peggio di prima. Le chiese si sono riempite o si sono svuotate?
È chiaro: è aumentato il consenso per una Chiesa che non sembra più quella di prima, ma sorridente, accogliente, piena di vitalità espansiva. La Chiesa ha finalmente conquistato la fiducia dei suoi più accaniti denigratori, ovvero di coloro che, fino a due anni fa, nutrivano un astio tale per la gerarchia ecclesiastica che qualsiasi cosa essa dicesse era giudicata antiprogressista. Ora, invece, anche quando papa Francesco condanna l’aborto, il divorzio ecc. tutti tacciono. Papa Francesco è diventato marxista, comunista, progressista, e così via, per cui basta che egli parli o scriva o compia un gesto qualsiasi, per essere osannato dagli atei, da quelli di sinistra, dai liberali. Ed è riuscito anche ad accalappiare i dissidenti di una volta, oggi pseudo-dissidenti, che hanno perso le unghie e si sono rintanati nel calduccio di casa.
Già l’ho detto. Questo papa sta sempre più rivelando la sua spaventosa superficialità. Il suo dire e il suo agire scivolano via su una superficie piatta. Non c’è in lui un intenso pensiero che scenda nell’interiore dell’essere.
Chi si aspetta da questo Papa qualcosa di sostanzioso, sarà ben presto deluso. E la delusione sarà grande, proprio perché la sua popolarità porta ogni giorno la gente a sperare.
Ha già espresso il desiderio di andare in Cina. Santità, ci ripensi. So che oramai è così preso dal vortice della popolarità che non mi ascolterà.
Se proprio vuole fare un altro giretto, senza proclamarlo ai quattro venti, Ella si rechi a Gaza, e, senza fare i soliti discorsi accademici, osservi le distruzioni, giochi con i bambini. Tornando a casa, non avrà voglia di dare inutili risposte alle domande idiote dei giornalisti.
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da La Stampa
Scomunicato stampa
29/09/2015
Massimo Gramellini
Se l’uomo più popolare del mondo delegittima in pubblico uno degli uomini meno popolari d’Italia significa che sono saltate tutte le regole del gioco e forse anche della misericordia. Dai tempi di Wojtyla ci siamo abituati all’idea che il Papa tenga conferenze-stampa come un allenatore di calcio. Ma gli allenatori non parlano mai dei singoli, mentre Bergoglio ha preso apertamente le distanze dal suo dirimpettaio d’Oltretevere, il sindaco Marino. Sull’aereo che lo riportava a Roma, stimolato da una domanda forse non casuale, il Papa ha tenuto a precisare di non avere invitato il sindaco in America e di essersi addirittura informato con gli organizzatori, finendo poi con l’attribuire la sua presenza al fatto che «Marino si professa cattolico». (Si noti la sfumatura gesuitica: non che «è cattolico», ma che «si professa» tale).
Peccato che i fatti, come spesso capita nel mondo della comunicazione, siano un po’ diversi. Marino non ha mai detto di essere stato invitato dal Papa. Anzi, fin dall’inizio dell’estate, tutti sapevano che l’invito gli era stato recapitato dal sindaco di Filadelfia, il quale si è accollato le spese del viaggio. Ma a un certo punto, complice la passione eccessivamente sbandierata da Marino per questo Pontefice, la realtà ha assunto la forma di una panzana molto più intrigante e il sindaco è stato trasformato in un «Papa boy» al seguito. Bergoglio è sceso ancora una volta dalla cattedra, stavolta per smentire una non notizia partorita dal retrobottega della politica. Ma così facendo ci è entrato anche lui. E un Papa nel retrobottega non è mai un bel vedere.
Neanche lui è stato mai invitato dai cittadini italiani a venire in Italia a fare il Papa, ne tantomeno votato.
Perciò, stia al posto suo, e non varchi determinati confiniPUNTO
per questo nemmeno dagli statunitensi, ma, meno male che gli sta facendo un culo così sulla pena di morte mettendoli di fronte a questa barbarie che continuano a perpetrare
Si vede!
da romano devo dire che non capisco queste critiche al nostro amato sindaco . a roma è tutto perfetto, ve la sognate a milano la nostra efficenza
I Papi perdono il pelo e non il vizio.
Oltre tutto ha offeso tutti i cittadini romani che hanno votato per Marino.
E le porcate dette da Paglia alla Zanzara?
Ignazio non devi mollare!!!
Cercando di aggiungere considerazioni apparentemente più leggere mi vien da scrivere che pensavo che l’invito alle cerimonie in questione fosse rivolto ai cattolici ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà e certamente appartiene a qualcuna di queste categorie.
Speravo che sul Papa, Don Giorgio si sbagliasse, ma temo che possa aver ragione anche questa volta.
Siamo nuovamente a parlare della “macchina del fango”. E’ impressionante vedere come ancora funzioni bene e come ancora sia bene utilizzata. L’informazione è malata, non siamo stati capaci di sviluppare anticorpi capaci di debellare la malattia, eppure le medicine non sono mancate: superata l’epoca dei giornali e dei telegiornali, non è bastato internet a costituire un canale di informazione alternativo e più affidabile. Proprio nel tentativo di guarire da questa malattia, anni fa mi sono imbattuto nel sito di Don Giorgio. Ma non basta. Milioni di siti internet dove trovare tutto e il contrario di tutto, troppa dispersione. E quindi? Neanche il Santo Padre ci ha aiutato a far chiarezza, forse vittima della stessa malattia di cui tutti soffriamo. Concordo, in questo caso almeno da Lui ci si aspettava qualcosa di meglio.
Ingrato e pericoloso (per l’opinione pubblica) il mestiere del giornalista. Che ci sia una campagna di stampa senza precedenti contro Marino perché, purtroppo per lui, ha avuto l’ardire di candidarsi a sindaco di Roma e, peggio ancora, vincere le elezioni a mani basse, è cosa nota a tutti. All’illustre chirurgo, stranamente, non si perdonano le nefandezze e la corruzione ereditate dalla sciagurata gestione dello s-fascista Alemanno, come se l’aver preso il suo posto come primo cittadino della capitale, lo facesse automaticamente identificare con il precedente inquilino del Campidoglio. E così basta fare una domanda tendenziosa a sua santità, possibilmente in un clima amichevole di cordialità, per poter crocefiggere il sindaco che, secondo i bene informati, avrebbe sostenuto di essere stato invitato a Philadelphia dal papa in persona (o dal suo entourage), mentre perfino i sanpietrini sapevano già da tempo che l’invito era partito direttamente dal primo cittadino della città americana. La politica è una brutta rogna per chi cerca di fare il proprio dovere ed è fondamentalmente una brava persona. Le lotte di potere non risparmiano nessuno e, siccome nella nostra bellissima capitale la destra ha una roccaforte di potere piuttosto coriacea, potendo contare -tra l’altro- su gran parte di “quelli che contano” notoriamente compromessi con la malavita organizzata e le eminenze grigie dello Stato della città del Vaticano, l’informazione (anche quella che si professa indipendente) si mostra molto sensibile ai cosiddetti poteri forti. Sbaglierò, ma sono convinto che se, per ipotesi assurda, Alemanno avesse ottenuto un nuovo mandato, lo scandalo di mafia capitale e tutte le altre porcherie che sono affiorate ultimamente, non ci sarebbero state, o eventualmente sarebbero state molto sfumate. C’è un detto latino che dice press’a poco così : «Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini» che sta ad indicare che il danno maggiore a Roma più che dalle invasioni barbariche è stato provocato dalle ruberie e dai soprusi della nobiltà e dei suoi sgherri.
Credo nella buona fede di papa Francesco che, ingenuamente, con la sua sincerità ha involontariamente fatto il gioco dei maliziosi intervistatori…
Gli articoli propongono due temi, uno assolutamente inventato di sana pianta come notizia, quella di un invito da parte del vaticano, e francamente non capisco proprio il perchè di tutto questo interesse della stampa, o forse si capisce anche troppo (vedi oltre), l’altro ovviamente l’unico di un certo spessore, e che merita qualche approfondimento, la figura di questo papa.
Ma un filo rosso conduttore tra i due temi esiste, quello dell’invenzione di fatti non veri da parte di certa stampa.
Sul primo, posso solo annotare che, a ben vedere, dicono entrambi la stessa cosa, cioè sia Marino che Bergoglio confermano che il sindaco non è stato invitato dal vaticano, ma dal sindaco di Filadelfia, quindi non capisco perchè questo rilievo mediatico, forse perchè faceva comodo a qualche giornalista appunto inventarsi un piccolo scoop (sappiamo che in Italia va di moda quest’abitudine dei giornalisti: l’importante è far notizia, poi se non c’è, magari la si inventa….il che si commenta da solo). Anche il papa ormai si è accorto che viene usato dai media, addirittura con news inventate, ed ovviamente la cosa lo irrita, come traspare dal video.
Sul papa, sul ruolo storico assunto da questo pontefice, non ho molto da aggiungere a precedenti considerazioni: ricordo solo che al suo arrivo, molti si aspettavano chissà quali modifiche teologiche o dottrinarie.
Avevo detto che era una tesi infondata, peraltro ingrata verso lo stesso pontenfice, delle cui reali intenzioni in questo modo non si teneva alcun conto, ed anzi, gli si mettevano in bocca cose mai dette.
Mi pare che sia così, ed anche questa non notizia, relativa a Marino, conferma che ormai Bergoglio è divenuto obiettivo dei mass media che, tanto per far parlare, si inventano qualunque cosa, si tratti di false innovazioni dottrinarie o di inviti mai fatti..
Questo serve solo a dimostrare l’infimo livello cui è arrivato certo giornalismo e, quanto al pontefice, appunto, nihil sub sole novi.