Grazie, don Giorgio!

Grazie, don Giorgio!

di Martina Viganò
Non sono brava a scrivere come lo è don Giorgio, ma vorrei essere possibilmente chiara.
Non è immediato farsi capire in questa società così tanto complessa, molteplice e caotica, e perciò sempre più schiava di quel troppo che la sommerge.
Difficilissimo poi è trovare anche solo una persona che non sia schiava di questo mondo terribilmente carnale.
Don Giorgio lo ritengo una voce fuori da qualsiasi coro, che vede attraverso gli occhi dello Spirito.
Ma in un mondo brutalmente carnale lo Spirito sembra scomparso, e chi è elevatamente spirituale diventa un problema.
Don Giorgio è sempre stato e continua ad essere giudicato ingiustamente, proprio perché non si tenta neppure di comprenderlo, al di là delle apparenze.
Giudicato male secondo la legge umana, ma non secondo le leggi del Padre divino.
Una prova sono le condanne che gli sono state inflitte, in modo da cercare di spegnere il suo spirito libero che vive di una Giustizia non terrena.
Giudicato e giustiziato sia dai tribunali, sia dalla sua Chiesa e sia dalla gente che conta.
Questi tre elementi da sempre vorrebbero chiudere, coprire, emarginare, soffocare, distruggere… chi non è come loro. Il motivo? Vedono solo attraverso gli occhi umani, quelli carnali, e quindi con loro diventa impossibile intendersi.
Mentre da parte dello spirito nobile c’è la volontà di aprirsi e di cercare un dialogo costruttivo, dalla parte delle istituzioni carnali ci sono muri alti e invalicabili, che non permettono di confrontarsi, mettendosi a nudo, e di cercare anche una sorta di equilibrio.
La tattica usata è quella di lasciar passare il tempo e di emarginare il Pensiero, prendendo la scusa che il dissidente non è che un bastian contrario per partito preso.
Credo vivamente che sia proprio il Pensiero a incutere timore, e perciò si cerca, come si è sempre fatto, di farlo fuori.
Se don Giorgio ha un Pensiero elevato e lo porta avanti è perché dentro di lui c’è una grandissima forza, un grandissimo senso di Giustizia e Onestà, che egli non può e non riesce (giustamente) a soffocare. Nonostante i numerosi insulti e le pesanti condanne don Giorgio va avanti senza paure.
Non ha mai lottato, neppure oggi, per qualcosa di personale, ma sempre per gli altri, sempre sempre sempre per il bene comune. Quanti lo fanno? Quanti?
Ma proprio per questo ci si vendica, ci si attacca a paurosi insulti senza capire il senso del suo lottare.
Don Giorgio ha sempre speso energie, tempo e fatiche per un mondo migliore, ma quanti lo capiscono?
C’è chi lo usa e poi sparisce, c’è chi lo insulta per partito preso e c’è chi lo denigra perché egli dice la verità, e perciò è scomodo.
Gesù non ha forse passato le stesse cose? Molti dei filosofi antichi non hanno subìto le stesse vicissitudini? E gli eretici non sono stati bruciati? Quegli eretici che poi sono stati magari canonizzati! Quanta ipocrisia!
Da tempo collaboro con don Giorgio, e ne sono profondamente onorata, mentre vedo con tanta amarezza ciò che c’è attorno.
Grazie a don Giorgio ho trovato me stessa e solo lui ha saputo guardarmi dentro e non fuori.
Ho voluto scrivere queste poche righe, uscite umilmente dal cuore, per dire GRAZIE con tutta me stessa all’Uomo Nobile che è don Giorgio.
Continuare è un dovere, e farlo con la forza, il coraggio e l’entusiasmo che ti caratterizzano è davvero ammirevole.
GRAZIE, don Giorgio!

5 Commenti

  1. Giorgio 1963 ha detto:

    10,100,1000 Don Giorgio!!

  2. Patrizia ha detto:

    Con queste belle parole, esprimi il pensiero di tutti noi.
    Grazie Martina.

  3. Luigi Sirtori ha detto:

    Perchè anch’io dico grazie a don Giorgio.
    Perchè mi ha fatto vincere le paure accogliendomi sul suo blog.
    Perchè quando mi provoca con parole come “imbecille”, mi fa capire che la Chiesa non è il vangelo, la fede non è la religione, la politica non è il bene privato ma pubblico, perchè lo Stato non è un Dio …
    Perchè “imbecille” il Risorto lo dà ai discepoli di Emmaus che continuano a guardare al passato: “Stolti e tardi di cuore” come a dirgli che sono “fuori di testa”.
    Non è “fuori di testa” il prete influencer don Ravagnani con le sue pirlaggini.
    Non è “fuori di testa” il sindaco di S.Maria Hoè che ha aerofagia nella mente e nella pancia che il sommo poeta lo catalogherebbe con il diavoletto che si fa notare con le sue trombette anali.
    Non è “fuori di testa” uno Stato che tace sulle rappresaglie delle sue guardie contro i detenuti
    Non è “fuori di testa” …
    Grazie don Giorgio.

  4. simone ha detto:

    Condivido ogni riga di questo scritto di Martina che ringrazio. Penso esprima bene il pensiero di tante persone che frequentano questo blog e che hanno la fortuna di confrontarsi quotidianamente col pensiero di don Giorgio.

    E’ uno stimolo che va oltre la facciata e le convenzioni. Il primo attacco che si fa a don Giorgio è spesso legato al linguaggio, al pensiero spesso estremo. Come se un prete dovesse vivere anestetizzato, nella gabbia di tante piccole regole formali e comportamentali.

    Io adoro don Giorgio perchè non ha paura di essere sincero. Non si nasconde dietro una tonaca evitando di dire ciò che pensa e di condividere ciò che per lui è verità. Quanti altri preti vorrebbero dire ma non lo fanno….perchè un prete non può dire certe cose? Non può permettersi certe uscite?

    Don Giorgio non ha paura di scavalcare questo muro di gomma: costi quel che costi!

    E’ illuminante quando spiega la scrittura, cercando di spingere l’uomo all’incontro con l’essenza della Parola. Senza protagonismi o inutili modernismi….le sue omelie sono uno “sforzo” per le nostre menti e un vento fresco per le nostre anime.

    Mi piace come lotta instancabilmente nonostante le tante legnate prese. Condanne, isolamento…don Giorgio ti hanno fatto di tutto ma non ti sei mai abbattuto.

    Questo atteggiamento da un sacco di coraggio a me e penso anche alle tante persone che ogni giorno lottano con parroci ottusi e ignoranti.

    A te don Giorgio devo la capacità di interpretare la Parola con uno sguardo diverso; la forza di discostarsi dai tanti stereotipi che la chiesa istituzionale ci impone.
    La voglia di provare ad incontrare Dio dentro di me e non nei gesti rituali.

    Insomma ti devo tanto don Giorgio; in un periodo difficile pur non essendoci mai incontrati ho sentito forte la tua vicinanza. La vicinanza della tua parola e della tua amicizia.

    Il vescovo ti priva di incarichi e di una comunità; scusami la presunzione ma questa è la tua comunità, coi limiti e difetti. La comunità di persone che stimolata da te prova ad interrogarsi sull’essere cristiano oggi; sulle ragioni della propria fede; sulle possibili strade per migliorare questi nostri paesi.

    Grazie don Giorgio, esempi di sincerità, libertà e amore per il prossimo. Grazie!

    • Martina ha detto:

      Mi sono commossa nel leggere queste parole, le condivido pienamente Simone.
      Completano le mie. Grazie.
      Questa è la comunità di don Giorgio che va oltre i limiti fisici.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*