Parigi scopre la Famiglia, setta rimasta nascosta per quasi tre secoli

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ESTERI
29/08/2020

Parigi scopre la Famiglia,

setta rimasta nascosta per quasi tre secoli

Matrimoni tra consanguinei, alcol, abusi sui minori. Cade il primo velo su una comunità che conta oggi circa tremila adepti
By Danilo Ceccarelli
Una comunità religiosa nata a Parigi nel 18° secolo e arrivata ai giorni nostri nel segreto più totale, chiusa in un guscio di omertà e diffidenza che oggi comincia a schiudersi portando alla luce una realtà sconosciuta e tante zone d’ombra ancora da chiarire. Secondo diverse ricostruzioni, attualmente sarebbero circa tremila i membri della Famiglia. Un nome emblematico, per un gruppo composto da otto nuclei familiari diversi, che nel corso dei decenni si sono intrecciati con matrimoni tra consanguinei, necessari a tenere la comunità al riparo dal mondo esterno. Ma negli ultimi tempi molti di loro hanno deciso di uscire allo scoperto e denunciarne l’esistenza, insieme alle sue pratiche.
A far cadere il primo velo ci ha pensato Le Parisien, seguito da altri media d’oltralpe, che hanno raccolto testimonianze e informazioni. Dalle ricostruzioni emerge una setta di orientamento cristiano, inserita in una realtà parallela alla vita parigina, fatta di lavoro e devozione.
La maggior parte dei membri della Famiglia vive tra il 20°, il 12° e l′11° arrondissement, nell’est della capitale, anche se il loro feudo è a Villiers-sur-Marne a pochi chilometri dalla città, dove sorge una villa utilizzata come luogo di incontro. E proprio tra quelle mura il gruppo si ritrova per celebrare matrimoni, pranzi e feste religiose, sempre inondate da fiumi di alcool, diventato ormai una piaga inestirpabile e sfondo di diversi episodi di violenza sessuale su minori, che generalmente vengono regolati tra le mura della comunità, senza ricorrere alla giustizia.
Ma l’aspetto religioso non è l’unico elemento che caratterizza la Famiglia. L’intera organizzazione sembra essere strutturata in modo da garantire la massima distanza con il mondo che la circonda, visto come principale fonte di vizi e peccati da cui bisogna tenersi alla lontana.
Nessuno ha il diritto di frequentare estranei, tutto deve rimanere all’interno della comunità, pena l’espulsione e l’interruzione definitiva dei legami familiari. Molte delle persone che hanno deciso di compiere il grande passo varcando una volta per tutte la soglia hanno raccontato di minacce e pressioni ricevute un volta usciti. Alcuni hanno avuto anche pesanti ricadute psicologiche dopo essersi ritrovati soli in un mondo sconosciuto, senza amicizie o aiuti.
Alle donne, che fino a poco tempo fa non avevano nemmeno il permesso di tagliarsi i capelli, è permesso lavorare, ma il loro compito principale è quello di assicurare la discendenza, per questo aborto e contraccezione non devono nemmeno essere nominati.
L’unico modo per far parte della Famiglia è nascere al suo interno e rimanerci per tutta la vita. Per questo i matrimoni tra cugini sono all’ordine del giorno e avvengono sempre tra giovanissimi. Una pratica che comporta gravi problemi genetici per molti membri, primo fra tutti la sindrome di Bloom, una patologia molto rara che provoca tumori in giovane età, ma anche altri gravi handicap fisici e mentali.
“Pensano che quando il segreto della loro esistenza verrà rivelato saranno perseguitati e spariranno. Così non potranno arrivare alla fine dei tempi”, spiega all’HuffPost Anne, che ha scoperto l’esistenza della Famiglia grazie ai racconti fatti dai suoi due figli quando rientravano da scuola. “Ho cominciato ad interessarmi a questo tema dopo che mi hanno parlato di alcuni compagni di classe che avevano tutti lo stesso nome, erano cugini e se ne stavano in disparte”, afferma la donna.
“Coloro che appartengono alla comunità vivono facendo diversi mestieri, soprattutto quelli artigianali. Molte donne si occupano di sartoria, anche per importanti case di moda”, continua, spiegando che a Villiers-sur-Marne “non c’è un vero leader spirituale”, al massimo “un piccolo gruppo di persone che ha un potere economico in quanto detiene le chiavi della struttura”. “Alcuni di loro – continua – dicono di avere delle rivelazioni mistiche, che condividono con il resto della comunità”. Anne conferma anche il fenomeno dell’alcolismo. “Non riguarda tutti, ma è un problema” dice, ricordando che “ci sono state violenze sessuali” perpetrate da persone ubriache. È sicuro che “ci sono stati abusi su minori, ma non si tratta di un fenomeno che avviene regolarmente. Sono episodi che in genere si verificano negli ambienti chiusi. Ma senza dubbio quella della Famiglia è una realtà che non aiuta lo sviluppo dei bambini”, aggiunge.
E sono stati proprio i rischi legati alla sicurezza dei minorenni a mettere in guardia la Miviludes (Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie), organo del ministero dell’Interno incaricato di osservare e segnalare le sette considerate pericolose. “È un gruppo diverso rispetto a quelli sui quali operiamo di solito”, afferma la responsabile, Anne Josso. Un lavoro delicato che richiede il massimo della prudenza, soprattutto perché, come ricorda la dirigente, “ci sono molte persone felici all’interno del gruppo e fino a poco tempo fa nessuno aveva testimoniato contro la Famiglia”.
“Per capire se c’erano rischi per i bambini, abbiamo allertato i i servizi dell’educazione nazionale, che hanno sentito i minori”. “Se fossero emersi elementi molto gravi avremmo agito in modo più risoluto di quanto abbiamo fatto. I servizi conoscono questo gruppo, ci sono già stati dei programmi di protezione per alcuni minorenni al suo interno”, spiega, sottolineando però che non si può parlare di “violenze sistematiche contro i bambini”.
Ma la Famiglia non si limita solamente a Parigi. Nonostante affondi le sue radici nella capitale, il gruppo nel tempo è arrivato anche in altre parti della Francia, dando vita a nuove comunità. Un fenomeno iniziato negli anni Sessanta, quando un suo membro, Vincent Thibout, ha deciso di sposare una donna che non apparteneva al gruppo e fondare a Pardailhan, nel sud, una nuova realtà sul modello dei kibbutz israeliani insieme ad altri confratelli. Dopo quel progetto, che non andò a buon fine, ne nacquero altri, tra cui quello di Malrevers, nella regione dell’Auvergne-Rhone-Alpes, dove è nato Joseph 30 anni fa.
“Queste realtà hanno modi di vita differenti tra loro e la Famiglia di Parigi non viene vista di buon occhio”, dice all’HuffPost il ragazzo, che ha definitivamente tagliato i ponti con le sue origini. “Dopo che un cugino ha denunciato delle violenze sessuali su minorenni avvenute all’interno del gruppo, nel 2003 sono stato allontanato insieme ai miei genitori per timore che potessero testimoniare”, spiega.
A Malrevers, dove vivevano circa un centinaio di persone, i bambini venivano cresciuti ed educati da persone diverse dai loro genitori. Era un modo per rompere i legami, faceva parte dello spirito comunitario. Io, ad esempio, vedevo i miei una volta a settimana”, ricorda, sottolineando che i “bambini all’epoca non andavano a scuola, anche se adesso le cose sono cambiate”.
Un sistema che ha avuto profonde ripercussioni una volta abbandonata la comunità. “Dopo essere stato cacciato sono rimasto con mia madre e mio padre circa quattro mesi. Ma per me erano degli estranei, per questo sono finito in una famiglia adottiva”, spiega Joseph.
“Personalmente non ho mai subito violenze sessuali – continua – ma le punizioni per i bambini erano molto crudeli, spesso venivano picchiati. Dovevamo rimanere in piedi per ore e ore tenendo in mano, con le braccia tese, delle bocce e quando qualcuno le abbassava o inarcava la schiena per la stanchezza scattavano le bastonate”.
Una serie di usanze e meccanismi radicalmente differenti da quelli di Parigi, anche dal punto di vista economico. “Nessuno esce per recarsi al lavoro, visto che sono tutti impiegati in una fabbrica che produce capi di abbigliamento situata all’interno della struttura dove vivono tutti. È un’attività che rende bene e che ogni anno registra ricavi importanti”, spiega il ragazzo.
La Francia scopre così una realtà rimasta nascosta per quasi tre secoli e oggi finalmente uscita allo scoperto, anche se resta da fare ancora luce su molti punti.

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