Sogno americano o incubo?

People gather in Trafalgar Square in central London on Sunday, May 31, 2020 to protest against the recent killing of George Floyd by police officers in Minneapolis that has led to protests across the US. (AP Photo/Matt Dunham)

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02-06-2020

Sogno americano o incubo?

di Paolo Ermani
Stati Uniti: dottrina del nemico, armi, violenze, diseguaglianze. E a farne le spese sono i meno tutelati e i più poveri. Altro che American Dream… è un American Nightmare.
Negli Stati Uniti la famosa dottrina del nemico che tiene in piedi l’economia del paese grazie all’industria militare, si applica per qualsiasi cosa. I nemici sono ovunque e pronti ad attaccare l’American way of life in ogni momento; quelli esterni si chiamano terroristi, comunisti, islamici, immigrati e quelli interni sono per antonomasia i neri poi gli ispanici e a seconda dei casi e dell’abbisogna, questo o quel gruppo etnico. Perché questo accade? Perché avere sempre un nemico interno o esterno, reale o meno che sia, alimenta la paura che a sua volta alimenta la voglia di sicurezza e quindi di conseguenza eccoci nello Stato più armato del pianeta e con la popolazione carceraria più alta in assoluto in proporzione agli abitanti. Dove nonostante le stragi che si susseguono, è possibile acquistare armi di ogni tipo assai facilmente, come se il Far west non si fosse mai interrotto con omicidi, sparatorie e violenza a non finire.
Televisione e videogiochi, anch’essi strapieni di violenza e di cui gli statunitensi sono grandi fruitori, non possono poi che fare da degna cornice a questa pazzia. Gli Stati Uniti sono anche il paese dove le diseguaglianze sono più forti in una costante legge della giungla camuffata dalla retorica dell’American Dream che in realtà è una American Nightmare, in cui si combatte una lotta all’ultimo sangue di tutti contro tutti per emergere, avere successo e chi ce la fa, lascia una scia lastricata di sconfitti. Ed è la stessa logica di guerra per prevalere sul concorrente, che viene importata anche da noi da decine di ridicoli guru del successo e delle performance, che non insegnano altro se non a schiacciare l‘avversario, ovviamente con il sorriso sulle labbra, retorica forbita e portafoglio gonfio.
In un inferno del genere chi ne fa le spese negli Stati Uniti sono sempre i meno tutelati e poveri, cioè soprattutto i neri sui quali si abbatte la prassi del nemico interno, oltre al razzismo sempre presente e radicato in una parte non indifferente della popolazione americana.
Lo stesso presidente Trump che è stato eletto soprattutto da bianchi e suprematisti, non hai mai nascosto il suo razzismo e xenofobia culminato in dichiarazioni incredibili, a maggior ragione per un capo dello stato, in cui ha definito paesi cessi quelli africani, Haiti e Salvador. Un popolo che elegge una persona di tale spessore culturale, rispetto per il prossimo e tatto, non può che avere al suo interno una situazione esplosiva vista anche la percentuale di neri e latini laddove si creano i presupposti per una guerra civile strisciante che vede costanti episodi non solo di discriminazione ma di autentica e gratuita violenza da parte delle forze dell’ordine. Si ripetono avvenimenti di persone inermi che vengono uccise o ferite dalla brutalità della polizia e che fanno scatenare reazioni di rivolta così come accade per l’ennesima volta in questi giorni.
Ma tutto ciò è casuale o voluto? Da sempre è risaputo che alimentare violenze e creare i presupposti per rivolte è il protocollo preferito da chi non ha altro obiettivo che la repressione e si frega le mani e brinda quando lo scontro si sposta sulle strade e diventa violento.
Mai nessuna rivolta infatti potrà nemmeno lontanamente scalfire la perfetta macchina da guerra interna ed esterna che è la spina dorsale degli Stati Uniti. Macchina da guerra che non aspetta altro che entrare in azione per dimostrare la sua assoluta necessità. La strategia precisa e consumata è quella del nemico sempre e comunque e finché vigerà questa unica e sola politica, ci saranno nell’agenda del terrore altre morti, altre repressioni, per fare in modo che l’America non si risvegli mai dal suo incubo.

7 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    L’America (più precisamente gli USA) è il paese delle contraddizioni. Il paese delle opportunità, dove chiunque, purché bianco e pieno di spirito di iniziativa (che spesso significa “fottere” gli altri) può diventare un leader e finanche presidente. Il paese che ha avuto il coraggio di eleggere presidente della repubblica un afroamericano per due mandati consecutivi, ma poi ha scelto come successore una via di mezzo tra il mitico John Wayne e l’altrettanto mitico Paperon de Paperoni. Un paese in cui i padri fondatori hanno voluto riconoscere per primi i diritti fondamentali della persona ponendo tutti sullo stesso piano, ma allo stesso tempo ha mantenuto la schiavitù fin quasi alla fine del XIX secolo, e ancora oggi è tra i più razzisti del pianeta. Il paese che guarda alla legge del far west con ammirazione e orgoglio e per questo è il paese più armato del mondo, anche se è sempre in prima linea quando si parla di pace… e così via…

    • Francesco ha detto:

      Obama ha dato molte speranze agli americani ma poi ha deluso, in parte anche la popolazione di colore. Ha scelto un vice un po’ debole, non all’altezza del compito, quel Joe Biden che ora va contro Trump. Speriamo che Joe sia maturato a sufficienza per riuscirci.
      Armi: La Costituzione sancisce il diritto di tenere le armi (2th Amendment) ma sancisce anche, per esempio, il diritto di parola in modo, per noi italiani, incredibile (1st Amendment). Da alcuni Trump è stato apostrofato come “a fucking idiot” e nessuno ha obbiettato sulla forma.
      Tempo fa in Italia un nostro politico è stato apostrofato come “un vecchio scoreggione” ed è quasi caduto il mondo!
      Io penso che, difetti a parte che tutti gli stati hanno, gli USA sono un popolo da cui si può imparare.

  2. Lanfranco consonni ha detto:

    Sogno americano o incubo? Per me incubo, e non solo per l’america

  3. Francesco ha detto:

    L’autore di questo articolo evidentemente non è stato negli USA. Io ci ho vissuto per 17 anni e vi garantisco che non è come descritto.

    • Don Giorgio ha detto:

      Questi commenti sono comici, sei stato in America, e dove? in un piccolo paese di 3 abitanti… e credi di giudicare l’America. Non far ridere!!!

      • Francesco ha detto:

        Mi permetta di specificare:
        2 anni a Tampa, Florida
        18 mesi a Lafayette, Louisiana
        2 anni a Houston, Texas
        1 anno a Raleight, North Carolina
        18 mesi a Hot Spring, Arkansas
        2 anni a Tulsa, Oklahoma
        18 mesi a Fresno, California
        3 anni a Rochester, Minnesota
        2 anni a Utica, Montana
        Negli stati del Sud molti poliziotti sono neri e neppure loro vanno per il sottile quando le persone da arrestare fanno resistenza, ma questo è quello che vuole la gente che esige di essere protetta.
        Certo, ogni tanto qualcuno tristemente esagera o addirittura provoca la morte del “suspect”, ma se colpevole viene buttato fuori dalla polizia senza riguardo al colore della pelle e senza appello.
        Questa è la realtà, se ci teniamo a dirla tutta.
        Infine, dobbiamo aggiungere che il livello di criminalità è molto basso negli stati del centro-nord: Montana, Dakota, Wyoming, Iowa ecc… mentre al sud e nelle grandi metropoli è alta e l’ordine pubblico è mantenuto molto severamente.

        • Francesco ha detto:

          Approfitto della gentilezza di don Giorgio che ha pubblicato il mio scritto aggiungendo una cosa importante: In questi anni di lavoro negli USA ho avuto cinque capi neri, persone degnissime e molto intelligenti. Ebbene, fra le molte cose importanti che mi ha detto per farmi capire la società è che il razzismo in USA assume molte forme, ed è presente anche fra gli ispanici e molto di più fra i neri verso i bianchi.
          E’ una forma di istruzione e di intelligenza mancando le quali tutto è possibile.

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