Una campagna elettorale oscena e demenziale

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Una campagna elettorale oscena e demenziale

Un tempo, che sembra sempre più lontano, le campagne elettorali erano all’insegna di una grande dialettica: certo, una dialettica mordente e passionale, ma vibrante di quella Politica che aveva un’unica finalità, ovvero il bene del popolo. Erano forti e ben marcate le divergenze ideologiche – sinistra era la Sinistra, destra era la Destra e il centro era il Centro –, ma tutte convergevano verso il Bene comune.
Oggi, tutto sembra scomparire in una grande bolgia, dove a prevalere sono le contrapposizioni più divergenti dal bene comune, in un contesto allucinante di: ignoranza, confusione, snobismo, opinionismo da talk show, ripicche e cattiverie, insomma un marasma tale di idiozie da abbracciare caoticamente intellettualoidi e analfabeti, ogni classe sociale, presunti credenti e pseudo-atei.
Non sappiamo come difenderci e ci lasciamo invischiare, credendo di salvarci aggrappandoci a rottami di fanfaroni che ululano come sciacalli bavosi e affamati.
Ciò che un tempo metteva d’accordo anche gli avversari più acerrimi nel campo politico, ovvero le calamità naturali o le emergenze sociali, oggi è tutto uno sciacallaggio vergognoso e criminoso: neppure i morti frenano quella sete di populismo, che è il vero virus della Democrazia.
Questi populisti “osceni”, violando ogni buon senso che è la legge comune scritta nel codice umano, sono trita-coscienze sempre pronti a frantumare i diritti umani, facendoli naufragare in quel vischioso calderone, da dove nessuno esce indenne.
Mi chiedo: come si è potuto scendere così in basso da non riuscire più a distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, la testa dalla pancia, travolgendo anche le leggi più elementari, in nome di “chissà quale principio”, per cui basta spianare e fare terra bruciata, protestare e radere al suolo, pur di rimanere su di un piedistallo come idoli, ovvero immagini della più lurida dissacrazione dell’Umanità?
In questo “osceno gioco” ci cascano anche i puri, gli ingenui, i santi, contorcendo i sentimenti più nobili credendo così di sognare cieli nuovi e terre nuove, perché intontiti dal fumo allucinogeno del bollente calderone.
Cristo, che cazzo è mai questa società, dove perfino i tuoi fedeli più devoti si fanno fregare dalle più masturbatrici mani diabolicamente vellutate?
Questa società che non salva neppure gli sventurati rivendicando i diritti fasulli coperti sotto la cenere dei doveri; questa società dei senza cervelli, divelti dall’accetta dei barbari nostrani; questa società, dove ogni parola sembra un puzzolente peto di culi senza più pudore; questa società, fatta di carne martoriata dall’egoismo più criminale, ecco… è quel Mostro che ogni giorno s’ingrossa, nutrendosi delle nostre carogne.
Sto esagerando? Può darsi! La mia attuale fantasia galoppa tra gli spettri o i fantasmi di un inconscio, ma che forse è quel poco di voce che mi è rimasta a gridare il suo allarme.
Questa campagna elettorale, che in questi mesi abbiamo per lo più subìta tra assillanti paure e cattiverie di ogni tipo, non è forse un segno che stiamo andando alla deriva? Sarà così? Se lo sarà, non ci resterà che aggrapparci a qualche salvagente e gridare aiuto a quelli che stanno al di là del fiume melmoso in piena. Chi sono? Forse le anime degli eretici trucidati dal dio bastardo di una Chiesa trionfalista, o forse gli spiriti liberi di quanti hanno dato la vita per salvare quell’unico diritto umano, che è il Pensare in grande.
2 dicembre 2016
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