Con Papa Bergoglio si è dissolta la dissidenza nella Chiesa

Con Papa Bergoglio
si è dissolta la dissidenza nella Chiesa

Anch’io, quella sera famosa quando il nuovo Papa, Jorge Mario Bergoglio, dal balcone di San Pietro, si era presentato per la prima volta davanti al mondo intero suscitando subito un grande entusiasmo, avevo gioito, anche perché avevo temuto fino all’ultimo che al suo posto ci fosse il cardinale di Milano, Angelo Scola.
La mia gioia continuò per qualche mese, poi man mano mi ridimensionai, e ora, dopo un anno di pontificato, nutro forti riserve sul grande consenso che Papa Francesco sta suscitando attorno alla sua persona, costruendo così quel personalismo che già avevo contestato in Papa Wojtyla.
Un grande consenso dovrebbe sempre preoccuparci, e in particolare preoccupare una Chiesa fondata su quel Cristo che rifuggiva la popolarità, così tanto da finire sulla Croce.
Chi dice la verità, diventa scomodo a tanti. Se tutti ti applaudono vuol dire che non dici la verità per intero. Qualcuno accusa l’attuale Papa di furbizia. Non so fino a che punto sia scaltro. Dico solo che il consenso generale condiziona, imprigiona, non permette di dire tutta la verità. Il Papa finora non ha fatto nulla che mettesse in discussione il dogmatismo dottrinale e morale della Chiesa. Oltre a facili ed equivocate battute che comunque gli sono servite per dare l’illusione di essere progressista, finora non ho ancora visto nulla di quell’apertura all’Umanità che da secoli i profeti hanno sognato.
Oggi anche nella Chiesa si parla di umanesimo, Pensate al cardinale Scola che infila questa parola in ogni suo discorso o intervento. Poi, gratta gratta, che cosa in realtà trovate dietro a questa parola? Nulla di nuovo. Ma la parola incanta, illude.
Certo, c’è tanta umanità nei modi di fare o di dire di papa Francesco, mentre per Scola nemmeno questo. Ma è un umanesimo di facciata. L’Umanesimo è un‘altra cosa. L’Umanesimo va oltre le apparenze: tocca la sostanza. Non mi pare che la Chiesa, nemmeno con Papa Bergoglio, abbia compiuto in questi ultimi tempi qualche passo in avanti.
E la mia rabbia è questa: perfino quei movimenti ecclesiali cosiddetti “di base” si sono lasciati sedurre dai modi di fare del nuovo Papa. Leggo le prese di posizione di “Noi Siamo Chiesa” o delle Comunità di base ancora oggi esistenti, e anche di teologi del dissenso, e mi meraviglio nel vederli prostrati al Sacro Trono. Si sono spenti, e se avanzano ancora qualche riserva sulla Chiesa, lo fanno in un modo del tutto sbagliato e superficiale.    
   
Adesso, se la stanno prendendo perché domenica scorsa hanno canonizzato Papa Wojtyla. Ma è questo il vero problema? È la canonizzazione ecclesiastica in sé che va messa in discussione. Ma questo loro, gli pseudo-dissidenti, non lo capiscono. Ogni tanto, tanto per sentirsi ancora dissidenti, tirano fuori questo o quel problema istituzionale che è secondario. La Chiesa-istituzione o la Chiesa-religione va colpita al cuore. Loro no, la colpiscono nella pelle!
È il primato del Papa da mettere in discussione, è la collegialità dei vescovi che va potenziata, è il clero da convertire non solo nella sua moralità ma nella sua pastoralità, è il sistema sacramentario che va rifatto, non più come sistema, ma come grazia dello Spirito che agisce fuori da ogni tappa sacramentaria. Ma è soprattutto la visione di Dio che è ingannevole.
Non si pretende di rivoluzionare la Chiesa di Cristo in un secondo, e tanto meno partendo dall’alto. Papa Bergoglio non potrà fare molto, nonostante le sue migliori intenzioni. La rivoluzione deve partire dal basso, dal Popolo di Dio. Fino a quando i preti (anche i vescovi si muoveranno se il clero si sveglierà!) rimangono tuttora funzionari di una religione chiusa all’Umanità, neppure cento papi come Bergoglio riusciranno a dare una minima scossa alla struttura.
Partire dalla base è difficile, ma possibile. Lo dico per esperienza. La gente, se educata con coraggio a guardare oltre il ritualismo, il convenzionalismo, il tradizionalismo, arriverà prima o poi a comprendere che è bello credere “diversamente” da come è sempre stata educata precedentemente.
Con questo Papa si è dissolta la dissidenza nella Chiesa, e questo mi fa paura. Ma la cosa ancor più paurosa è che questi pseudo-Movimenti dissidenti, tipo “Noi Siamo Chiesa”, fanno credere di essere la vera voce profetica nella Chiesa.
Oltre a qualche malumore di pancia, anche nella Chiesa è rimasta la rassegnazione o, ancor peggio, l’illusione di essere finalmente sul treno che ci porta direttamente in paradiso. Ma, per quanto riguarda noi italiani, chiediamoci: chi sono gli ammiratori di Bergoglio o di una Chiesa imbellettata a nuovo? Non sono gli stessi che sostengono il Pregiudicato d’Arcore o i barbari leghisti o i dementi grillini? Baciano i santi, e baciano il culo dei porci e dei comici da strapazzo. In fondo, che differenza c’è tra lo Stato e la Chiesa? In entrambi, il consenso è l’arte dell’inganno. 
4 maggio 2014

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