Cattedrale: Scuola del Bello!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Cattedrale: Scuola del Bello!

Non mi è mai piaciuta la parola “cattedrale”, così come è intesa dalla Chiesa che, però, senza magari che se ne accorgesse, ha fatto di una Cattedrale uno Splendore di Luce.
“L’uomo propone, e Dio dispone”, recita un antico proverbio di saggezza.
La religione crede di fare di Dio ciò che vuole, ma Dio ribalta a modo suo ogni volere umano, specie dei suoi cultori, vittime di allucinazioni idolatriche.
Un paradosso!
Dio, ridotto a immagine carnale, ben altra cosa del Figlio di Dio fattosi carne nel grembo di una Vergine, che ora Risorto sublima templi di pietre, trasformandoli in pietre viventi, immagini del Sommo Bene.
Cattedre, ovvero sedi di un magistero!
Chi in realtà siede sulla Cattedra: il Logos/Verbum, Parola oppure una sua immagine deformata, sotto le vesti di un cultore di verità indottrinate?
Un servitore della verità che si fa maestro, il maestro!
E l’aula divenne tempio, ovvero… cattedrale!
Ma gli Artisti, Geni innamorati del Bello, finsero, ignorando la pretese di una Chiesa di farsi Maestra, di mettersi in Cattedra, in una reggia, degna del re sole, un pagliaccio che si credeva dio onnipotente.
Sì, gli Artisti finsero, e crearono un’Opera d’Arte, umiliando ogni cattedra terrena, facendone la Cattedra del Bello, l’unico Bello.
La gente, già sensibile ad ogni bello, ma irresistibilmente attratta dal Bello divino, entra nella Cattedrale, ignorando la cattedra del pastore, presunto maestro, poco buon pastore, contemplando invece quella Bontà, i cui riflessi sono quasi catturati dallo splendore delle colonne, delle volte, degli affreschi e delle vetrate. Tutta una serie “spettacolare” di un Divinoo, Sommo Bene, che si materializza quasi nelle più fantasiose creative forme che solo l’Artista sa inventare, “vedendo” in sé, nel “fondo dell’anima”, la Bellezza dello splendore divino.
Dicono che i grandi Artisti – grandi, anche se ignoti alla massa di critici, attratti più dalla pelle che dallo spirito – partorivano di notte le loro Opere, quando le stelle brillano intense nel firmamento: se ne innamoravano, catturandone qualche raggio invisibile agli occhi carnali.
L’Artista è il Logos che si rigenera nello spirito interiore.
Tutti dovremmo essere Artisti, sì tutti, e lo “siamo”, ma solo alcuni sanno materializzare lo Spirito con dita divine.
Noi, umili esseri umani, non siamo invidiosi: ora ci godiamo Cattedrali che le mani divine dell’Artista hanno elevato a gloria del Bello.
Dicono che le grandi Cattedrali medievali, uniche nel loro genere, si elevassero verso il Cielo infinito, anche con le mani delicate di umili artigiani che, non solo si offrivano gratuitamente, ma ogni mattino, prima di mettersi al lavoro, sentivano il bisogno di purificarsi.
Sì, ogni  Cattedrale affascina in tutto il suo insieme, che è una coralità di corpi purificati, di anime purificate, di spiriti contemplativi. C’è il grande Genio, ma ci sono anche i suoi preziosi collaboratori, servitori del Bello.
Quando brucia una Cattedrale, ci si chiede se non sia una punizione del Bello, deturpato da una inciviltà che non rispetta nemmeno l’innocenza dei bambini (mini cattedrali!), o non sia una risata sonora del Maligno, l’artista del bello apparente, in perenne conflitto con il Bello Reale.
Al di là del conflitto millenario tra il Creatore e una sua ribelle creatura, rimane una ferita, che non è tanto una Cattedrale in fiamme, ma la coscienza umana, che si risveglia solo quando un’Opera d’Arte rivela tutta la propria fragilità, in una società maledettamente volgare, brutale, di corpi disfatti o per il troppo avere o per il nulla avere, e di spiriti castrati nel loro essere divino.
Forse la tragedia più tragica è una Cattedrale che non dice più nulla: afona, quasi cadaverica, oppure splende in un deserto bruciato da un sole artefatto.
Sì, questa è la tragedia di oggi.
Basterebbe anche solo pensare a quanto succede davanti al Duomo di Milano: rumorosi concerti, danze scatenate, urla e canti, un mercato di gente preoccupata di acquistare.
Ogni Cattedrale esige rispetto, almeno in un raggio di centro metri.
No! Succede anche che, perfino all’interno di una Cattedrale, ci sia una frotta di turisti, ridicolmente addobbati di ogni ben di dio, che guardano, ma non “vedono”,  commentano disturbando il Silenzio divino, ascoltando magari la voce petulante di un esperto che ha imparato a memoria quattro nozioni d’arte.
Solo il Mistico entra in una Cattedrale: non guarda , ma ”vede” la presenza del Volto bello del Divino Immenso.
Ogni paese ha la sua Cattedrale – piccola o grande, bella o meno bella che sia – ma la gente viene in chiesa, si siede su una panca, anche per riposarsi fisicamente, osserva il suo dovere di buon credente, e se ne esce, bestemmiando ogni figlio di Dio, venuto da lontano, con l’unica colpa di essere nato in un posto sbagliato, nel momento sbagliato.
Vorrei che si riflettesse di più su quanto, magari con tanto di bocca spalancata, diciamo: “Solo la Bellezza salverà il mondo!”.
Ma perché offriamo al mondo il volto di una bruttezza, che sta tutta in quella alienazione, forse da anni cullata, connivente una religione, ogni religione che sa mostrare solo la sua parte carnale?
4 maggio 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    C’è un inno di D.M. Turoldo dal titolo “Cattedrale del silenzio”. E’ un inno alla Vergine che cantano in alcune comunità di frati serviti (servi di Maria). In questo inno alla “Cattedrale del silenzio” ci trovo la “Scuola del bello”. Ne scrivo solo la parte iniziale: “Sei la palma di Cades, orto sigillato per la santa dimora. Sei la terra che trasvola carica di luce nella nostra notte. Vergine, cattedrale del Silenzio, anello d’oro del tempo e dell’eterno …”.

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