Pensieri atroci!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Pensieri atroci!

Non posso accettare con serenità stoica che si possa vivere un’intera esistenza terrena, senza mai porsi il problema se tutto debba ridursi a un nutrirsi di cose che si consumano e consumano l’essere umano fino a ridurlo a dis-umano, come se fossimo un grumo di qualcosa di materiale che, chissà per quale legge naturale, si produce, si riproduce, si agita, si evolve, si corrompe, in balìa del tempo che invecchia ogni cosa, lasciandovi inesorabilmente segni di morte.
E che dire dei piccoli che non arrivano a conoscere neppure la brutalità del tempo? Che sono più fortunati di quanti, vivendo a lungo, si lasciano trafiggere da una lunga agonia?
Ma forse invidio chi neppure si pone il problema di una infelicità, che in quanto strutturale fa parte di ogni creatura che nasce per morire, in una consumazione lenta ma progressiva, che via via spegne ogni coscienza di ciò che si è, supposto che ogni bimbo che nasca non sia già un aborto di coscienza, costretto a vegetare fino alla morte.
Ma ho una sensazione, bruttissima, che sia proprio così: che l’uomo sia un aborto di vita, non interessa se ricco o povero di cose, fortunato o disgraziato, felice o depresso (uno tragico gioco di apparenze/realtà).
Ciò che è abortito fin dalla nascita è la possibilità di prendere coscienza di essere venuti da un mondo misterioso: una danza di particelle vaganti, prodotte da un seme per un piacere di carne. Che cosa cambia tra l’accoppiamento di animali e l’accoppiamento di due corpi umani? Sempre di carne si tratta!
– E l’amore?
Ma che cos’è l’amore?
– E il pensiero o intelletto?
Ma che cos’è il pensiero o intelletto?
L’umanità si riproduce più per la carne o più per l’amore o il pensiero/intelletto?
Perché basta poco, ovvero un po’ di sperma fisico, e non uno sperma mentale per produrre una nuova vita?
Il pensiero sta morendo in un ammasso di prodotti generati da un seme incontrollato!
Già! È la legge della natura, ovvero di ciò che nasce o è sempre in fieri di nascere.
E quale legge naturale? Che nello sperma ci sia potenzialmente già un pensare, una coscienza, un essere? E che dire allora dello sperma di chi si masturba? Pensieri, coscienze e esseri che vagano nell’aria o che finiscono nella fogna? Se non è così, quando allora un grumo tenero di carne prende vita, ovvero si fa pensiero, coscienza ed essere?
Già! Ci pensa la scienza provvidenziale o la religione a risolvere il problema della vita, facendo intervenire qualcosa di misterioso, che immetterebbe in quel tenero grumo di carne una scintilla, destinata però a spegnersi in una prigione di morte.
Una scintilla per tutti i teneri grumi di carne, prodotti anche da violenze di un pene scatenato!
Quand’ero giovane teologo, il mio professore di Morale dogmatica ci diceva che l’istinto sessuale “per fortuna” è incontrollabile, altrimenti il mondo sarebbe già estinto da millenni. Dunque, solo con l’amore puro e l’intelletto puro, il mondo non ci sarebbe più!
Ma per fortuna, anche per la fortuna dell’amore puro e dell’intelletto puro, l’istinto sessuale prevale, generando teneri grumi di carne, in cui un essere misterioso immetterebbe una misteriosa scintilla di vita.
Ma questa scintilla non è destinata al 90 e più per cento ad abortire in una società dove il pensiero/intelletto conta poco, per non dire nulla, e l’amore si fa istinto di un sesso incontrollato?
Certo, purché si generi vita, e qualsiasi vita fa comodo anche ad una Chiesa che non potrebbe sopravvivere, se a prevalere fossero il pensiero/intelletto puro e l’amore puro.
4 novembre 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

3 Commenti

  1. dioamore ha detto:

    >”L’umanità si riproduce più per la carne o più per l’amore o il pensiero/intelletto?”
    Cosa risponderti? Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo spirito, dall’amore, dall’intelletto, è spirito, amore, intelletto. Gli istinti e le passioni, tra cui quelle sessuali, obbediscono agli ormoni. L’ormone, secondo Wikipedia, è “un messaggero chimico (dalla lingua greca όρμάω – “mettere in movimento”) che trasmette segnali da una cellula (o un gruppo di cellule) a un’altra cellula (o altro gruppo di cellule)”.
    Questo vale nel dominio della carne, o se vogliamo del corpo, della materia biologica.

    Nel dominio dello spirito l’ormone prende il nome e di angelo, perché l’angelo è un messaggero, porta un messaggio nel dominio dello spirito, la sua funzione è la stessa, la differenza e solo quella che opera in un dominio diverso.

    Alla riproduzione, nel dominio della carne, ci pensano gli ormoni. Alla riproduzione, nel dominio dello spirito, ci pensano gli angeli. Ma l’importante non è tanto riprodursi in un dominio o nell’altro, l’importante è vedere, sia nel dominio della carne per vedere la materia che ci circonda, sia nel dominio dello spirito per percepire l’osceno che ci circonda.

  2. giovanna ha detto:

    …Io la penso ESATTAMENTE come lei caro Don Giorgio….nulla di più …nulla di meno….

    “L’uomo è il sogno sbagliato di Dio”………..

  3. coscienzacritica ha detto:

    In molti casi è vero. esistenza fine a se stessa, che neppure si pone la questione escatologica.
    Perchè vivere, perchè nascere, perchè morire?
    Ma alcuni, forse una minoranza, tenta quanto meno di elevarsi al di sopra del mero dato proveniente dall’esperienza materiale.
    In un certo senso anche gli opposti fautori di visioni antitetiche, quanto meno cercano di prospettarne una,
    oguno a suo modo, invece di arrendersi al dato, tale denominato proprio perchè offerto, dato, non richiesto, di una realtà che, in quanto tale, non offre con pari immediatezza la risposta escatologica a chi la cerca.
    Ricerca che troverà le proprie convinzioni sugli esiti ultimi di una realtà, in una visione comnque incentrata su presupposti itellettuali, dalla presunta verità della scienza, ai presunti dogmi reglisioni, a quant’altro possa essere oggetto di qualche elaborazione intellettuale.
    Il resto, in effetti, è pura fenomenologia material-esistenziale, che pare avvolgersi in se stessa, ed in se stessa annientarsi e risolversi.
    Meglio uno che non la pensa come te, ma che almeno pensa, che l’obnubilazione della coscienza in una mera dimensione material fatalistica.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*