Omelie 2020 di don Giorgio: EPIFANIA DEL SIGNORE

6 gennaio 2020: EPIFANIA DEL SIGNORE
Is 60,1-6; Tt 2,11-3,2; Mt 2,1-12
Storia e mitologia: saper cogliere il messaggio
Ci sono nella Bibbia pagine storiche e pagine mitiche. Le pagine storiche si riferiscono a eventi realmente accaduti, e le pagine mitiche riguardano un messaggio importante, ma rivestito di un’apparenza storica: sembrano fatti storici, in realtà sono narrazione letterarie che non  hanno nulla di storico.
Non è sempre facile distinguere le pagine storiche da quelle mitiche. Gli stessi esegeti per alcuni racconti ci hanno messo poco tempo per capire che si trattava di una mitologia, per altri racconti ancora oggi si discute.
Le prime pagine della Bibbia, ad esempio, sono chiaramente mitologiche: i racconti non sono storici nel senso stretto della parola, tuttavia, questo è importante, contengono un messaggio religioso che va colto in tutta la sua essenzialità. Anche Gesù, raccontando le parabole, intendeva lanciare un messaggio, al di là del fatto raccontato, più o meno inventato. Gesù, all’inizio di ogni parabola, dice: “Il Regno di Dio è simile a…”. Per questo le parabole sono suggestive e ancora attuali: parlano sempre, ci dicono sempre qualcosa di nuovo. Un fatterello dice poco in sé. Può essere banale, ma può dirci tanto, letto allegoricamente.
C’è un simbolismo così ricco di messaggi spirituali, ovvero che scendono nel nostro interiore, da essere, purtroppo, ancora lì, tutto da scoprire, tanto più che oggi abbiamo perso il valore del simbolo, in una società che vive quasi esclusivamente di tecnologie fredde ma seducenti. Pensate ai piccoli che vivono di fantasia creatrice: immersi in questa società tecnologica perdono tutto il loro fascino interiore.
Pensate se dovessimo far comprendere ai bambini il valore simbolico dei racconti natalizi!  Ne beneficerebbe il mondo interiore. Invece no, giocano con le statuine del presepe, perché in fondo anche loro, i bambini, sono delle statuine, senza vita.
Non dobbiamo screditare i racconti evangelici dell’infanzia di Gesù. Dobbiamo, però, cogliere l’essenza del Mistero, e attorno a questo Mistero ci sta anche un mondo di narrazioni simboliche. La parola “simbolo” suggerisce l’idea che ogni elemento anche decorativo fa parte di un tutto, e che il tutto, nel caso del Natale cristiano, è la Nascita mistica del Figlio di Dio in ogni essere umano.
Lasciamo pure ai piccoli la possibilità di galoppare con la loro fantasia creativa, ma facciamo capire loro qual è il vero Messaggio natalizio. Agiamo sulla simbologia che è riccamente presente nei racconti evangelici.
Il racconto mitico dei magi
Ed eccoci arrivati alla festa di oggi: l’Epifania.
Tutti gli esegeti concordano nel dirci che il racconto dei magi non va letto in senso storico, ma che si tratta di un racconto allegorico. Gli ebrei hanno una parola per indicare simili racconti: midrash, che non sono invenzioni campate per aria, ma su riferimenti biblici ben solidi. Il racconto è inventato, ma con una simbologia che va colta in tutta la sua essenzialità.
E sta qui il bello, la cosa davvero affascinante: leggere il racconto dei magi nella sua simbologia. Pensate all’oriente da cui provengono i magi, pensate alla stessa parola “mago”, pensate alla stella, pensate alla città di Gerusalemme con il suo potere politico e religioso.
La vita come cammino
Vorrei soffermarmi quest’anno su un aspetto che mi pare particolarmente allegorico, ed è il cammino dei magi. Un cammino che parte dall’oriente (là dove sorge il sole, come dice etimologicamente la parola “oriente”) alla casa dove si trova il Bimbo divino, per poi tornare al paese d’origine per un’altra strada. Un cammino che si snoda sotto la guida di una stella. Se l’oriente richiama il sole, la stella è un riflesso del sole.
La stella fa, dunque, da guida ai magi, persone di difficile interpretazione, forse perché rappresentano la nostra realtà, tra l’esteriore e l’interiore, tra la scienza e la fede, tra la saggezza umana e la sapienza divina.
Dunque, un cammino che ha una partenza e un ritorno.
Ci si saremmo aspettati che, arrivati i magi alla casa del Bimbo, il racconto chiudesse in bellezza. E invece no. Matteo scrive che i magi sono tornati al loro paese, per un’altra strada. Il cammino non ha mai un termine, se non quando ci uniremo per sempre con lo Spirito divino.
Ogni incontro con il Bimbo, che è fuori di noi, è un ritorno al proprio essere misterioso.
Ogni ritorno ha strade nuove, perché l’Incontro col Bimbo è una Novità, una Sorpresa di Novità.
Ogni cammino è come un Natale che si rinnova, ovvero la Nascita di un Bimbo che è già dentro di noi, quel Bimbo che lo Spirito genera nel nostro grembo.
Natale era il 25 dicembre scorso, Natale è oggi. Sempre oggi.
Natale è il presente di un Dio che nasce nel nostro essere, quando facciamo spazio perché lo Spirito lo fecondi.
Un cammino, dunque, tutto interiore. Un cammino interiore, che naturalmente coinvolge il nostro agire nella società in cui viviamo.
La Scienza, se non vuole darci una mano, si fermi a contemplare il Mistero e riscopra in se stessa quel Bimbo che ha creato l’Universo, e lo rinnova. Anche la Scienza è un cammino, ma forse non sa ancora dove andare, perché non sa da dove sia venuta.
La Religione è un cammino, al di là dei suoi ritualismi e liturgie varie: ha in sé un Mistero di Nascita che non può ignorare.
La Chiesa è un cammino, che parte sempre da un Bimbo che nasce ogni giorno. È un cammino di conversione per un ritorno a casa, sempre per strade diverse, per evitare che il potere terreno la blocchi o la soffochi con la scaltrezza di un Erode tiranno e feroce, e con le dotte disquisizioni di una gerarchia colta, ma cieca.
Abbiamo sempre una stella che ci fa da guida. Non è fuori, lassù nel firmamento, ma in noi: è una scintilla divina.

1 Commento

  1. Come al solito,un commento da conservare nel marque page e da meditare attentamente.Vista cosi la nostra non è piu’ una religione fra tante altre,ma rivelazione del mistero DIVINO.GRAZIE DON GIORGIO E BUON ANNO 2020.

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