L’EDOTORIALE
di don Giorgio
Adesso vi dico dove sta la vera tragedia politica
Quando penso (e lo penso perché mi sono fatto e mi sto facendo qualche conoscenza in proposito) al passato “storico”, cioè di personaggi/interpreti e di eventi interpretati (un complesso, dunque, di storia incredibilmente dialettica), ne sento in un certo senso una forte nostalgia.
Certo, col senso di poi il passato lo si vede e lo si rivede sotto un’altra luce, che disvela per rivelare i giochi di una provvidenziale positività: in questo senso la “revisione” del passato ha una sua logica, se è intesa come rilettura futura al positivo di ciò che in passato era in realtà servito a contribuire ai perversi giochi del male.
Lo stesso forse lo diranno i posteri nei riguardi di questo attuale periodo storico. Ma è qui che vorrei dire la mia, lasciando comunque al futuro una eventuale saggezza di ricuperare ciò che oggi ci sembra solo un insieme di rottami da buttare in discarica.
In fondo, non solo Dio, ma anche i Suoi amici di fede sanno trarre dal nulla le cose migliori.
Ecco, ho pronunciato la parola fatidica: “nulla”!
Sì, è proprio il vuoto o il nulla che provo anche sulla mia pelle di ottantenne impenitente che mi dà tanta nausea o, ancor peggio, un risentimento profondo, anche di odio e di vendetta, pensando al passato storico, un misto di forte bene e di forte male, in un intreccio inestricabile, ma pur sempre diabolicamente suggestivo e divinamente accattivante.
Il vuoto o il nulla di oggi, che tragedia!
Ma tragedia per chi?
A pagarne le dolorose inevitabili conseguenze saranno gli stessi fruitori del nulla, a partire da un popolo svuotato “dentro” dai burattini del nulla.
Per il momento non penso al domani, anche se sarei tentato di farlo. Non ne ho assolutamente voglia.
Per ora penso a questo momento carico di un vuoto d’essere, che sfida lo stesso Tutto divino. Una sfida paradossalmente sciocca al pensiero di qualcosa che non c’è e tale da mettere a rischio il Tutto che c’è.
E la cosa ancor più paradossale è sentire il peso insopportabile del vuoto, come assenza di Bene o di quell’Essere divino, che è l’essenza della Storia come progresso di un Ben-essere radicalmente reale, ma che ora è solo “potenzialmente” reale.
E notate. Il vuoto ha preso sia la Chiesa che lo Stato, e tutto ciò che fa parte della Chiesa e dello Stato.
Parlare oggi di fede e di politica è del tutto assurdo, se vogliamo essere seri e non vittime del vuoto che ha fagocitato ogni respiro umano.
Ma come possiamo essere seri, ovvero coscienti, intellettualmente onesti, spiriti liberi, nel vortice di un vuoto tale da risucchiare nel nulla ogni tentativo di ribellione?
Passerà anche questo tragico momento di vuoto. Ma non illudiamoci: non servirà che i burattini del vuoto scompariranno finalmente nel nulla. Dietro ai burattini c’è un vuoto da riempire con quell’essere che è stato momentaneamente castrato dalla follia collettiva.
C’è una grande opera educativa educatrice da riattivare al più presto. Non toccherà agli uomini di potere, civile o religioso, ma a quel pugno di sementi, come germi vitali pronti a risuscitare.
Ci sono già. Spetta agli spiriti liberi, rinati al soffio dello Spirito divino, disseppellirli dall’oblio.
Religiosi o non religiosi, cristiani o atei, per tutti l’ora della riscossa è giunta.
Partiamo!
6 aprile 2019
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