Omelie 2016 di don Giorgio: DODICESIMA DOPO PENTECOSTE

7 agosto 2016: DODICESIMA DOPO PENTECOSTE
2Re 25,1-17; Rm 2,1-10; Mt 23,37-24,2
Se quella biblica è la storia di un’Alleanza continuamente tradita dal popolo eletto, ma rivendicata dalla cocciutaggine di un Dio, quello d’Israele, sempre pronto a rinnovarla, è anche la storia di un Tempio materiale, simbolo della presenza del Dio dell’Alleanza, ma talmente oggetto magico, come un talismano da toccare o da vedere per spremerne ogni favore, da sostituire il Mistero della Presenza divina.
“Questo è il tempio del Signore!”
Vorrei anzitutto riproporvi una pagina del profeta Geremia: «Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: Fèrmati alla porta del tempio del Signore e là pronuncia questo discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per prostrarvi al Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Rendete buone la vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo. Non confidate nelle parole menzognere ripetendo: Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore! Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete il sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre. Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: Siamo salvi! e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome. Anch’io, però, vedo tutto questo. Parola del Signore». (Ger 7,1-11)
Il Tempio e Gesù
Se l’Alleanza è stata ripresa da Gesù e allargata al mondo intero (oggi non ha più senso parlare di un’alleanza tra Dio e un solo popolo), per quanto riguarda il Tempio bisogna essere chiari: Cristo l’ha contestato, tanto da anticiparne la sua fine materiale. Verrà, infatti, distrutto definitivamente quando, nell’anno 70 d.C., l’esercito romano raderà al suolo Gerusalemme.
Con Gesù, dunque, il Tempio non avrà più motivo di esistere come costruzione materiale. Certo, la religione ha sempre avuto, e avrà sempre bisogno di templi per riunire i suoi seguaci. Ma con Gesù è avvenuto qualcosa di veramente rivoluzionario: la fine dei templi materiali. Lui è il nuovo Tempio, e in Lui ogni essere umano, in quanto essere spirituale. Il vero cristianesimo è la rivalutazione dell’essere umano, tanto da identificarlo con lo stesso Tempio vivente divino, che è il Cristo risorto.
Noi siamo il tempio di Dio
Ripeto, bisogna essere chiari: nelle nostre chiese, costruzioni materiali, che cosa vediamo? Simboli che richiamano lo Spirito oppure richiamano qualcosa di arido? Quando vado in chiesa, dovrei sentirmi a mio agio, ma nel mio essere interiore.
Dovrei sentirmi più “spirituale”, ovvero più interiore, per poi uscire di chiesa e far valere la parte più profonda del mio essere, in una società che sappiamo già farà di tutto per reprimerci nella nostra coscienza, ovvero nel nostro essere.
Gesù e la donna di Samaria
Come possiamo dimenticare le parole di Gesù alla samaritana o il suo dialogo notturno con Nicodemo? Per questioni di tempo, mi soffermo sull’incontro di Gesù con la donna di Samaria. Anche qui, siamo chiari: sono parole che dovrebbero far sentire continuamente in colpa la Chiesa-istituzione, che non ha fatto che ripetere gli stessi errori degli ebrei, contestati duramente da Cristo. Vediamo il perché.
Il dialogo con la samaritana è talmente rivoluzionario da chiederci come sia stato possibile che i tre sinottici (Marco, Matteo e Luca) l’abbiano del tutto ignorato. Solo Giovanni, il mistico, l’ha ripreso nel suo Vangelo.
Anzitutto. Il dialogo si svolge attorno a un pozzo. Già il pozzo che cosa richiama, se non il fondo dell’anima? Gesù, per incontrare quella donna, non la invita in un tempio, anche perché la samaritana adorava il suo Dio sul monte Garizim, in contrasto con il Dio che gli ebrei adoravano nel Tempio di Gerusalemme. Gesù sceglie un posto all’aperto, diciamo neutrale, a metà strada tra i due luoghi religiosi, quasi a dire: Adesso, basta! Il vero Tempio è fuori di ogni costruzione materiale, di ogni struttura di pietre. Il nuovo Tempio ha come tetto il cielo immenso e come pareti i campi, i prati, i boschi, i fiumi. Dio si trova là, dove l’essere umano è impegnato nei suoi doveri quotidiani. Qui Dio trasforma le necessità del corpo in necessità dello spirito. Se il corpo ha bisogno di acqua, lo spirito ha sete della grazia di Dio.
Ed ecco la seconda parola: grazia. La grazia richiama la bellezza della gratuità dei doni divini. Dire gratuità è dire qualcosa che esce dai soliti schemi umano-sociali e religiosi. Sì, perché nel nostro essere, dentro di noi, nel fondo dell’anima, c’è il Divino infinito, che non è mio o tuo, come qualcosa da barattare. Più si scende, più l’essere umano si scopre gratuito, perché il Divino è la gratuità, come del resto l’acqua che proviene dalle sorgenti sotterranee è un bene gratuito universale.
E poi Gesù dà la stoccata finale, quando relativizza la necessità del tempio materiale, affermando che Dio è Spirito e che i veri adoratori devono adorarlo in spirito e verità. Gesù richiama, più che i profeti dell’Antica Alleanza, quei mistici dell’antico oriente che avevano già scoperto il Divino nel fondo dell’anima.
In altre parole, Gesù rivela alla samaritana che la vera casa di Dio è il proprio essere interiore e che qui, nell’intimo del proprio essere, lo Spirito di Dio è uno solo e unisce tutti gli esseri umani. Le chiese in muratura sono ambienti relativi, non hanno importanza, anzi possono disunire i credenti di ogni religione. Non ha più senso dividerci sulle chiese cattoliche o sulle sinagoghe o sulle moschee. L’unica vera chiesa o sinagoga o moschea è l’essere interiore. Fuori, ci sono solo divisioni, violenza e sangue. Cristiani, ebrei e islamici torneranno ad essere umani, solo se scopriranno la realtà dello Spirito interiore. Lo Spirito non ha un nome, non è struttura, non ha chiese privilegiate. Basterebbe un pozzo, fermarsi, dialogare con noi stessi, se vogliamo attingervi l’acqua pura della Gratuità divina.

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