Omelie 2023 di don Giorgio: BATTESIMO DEL SIGNORE

8 gennaio 2023: BATTESIMO DEL SIGNORE
Is 55,4-7; Ef 2,13-22; Mt 3,13-17
Anche in questa omelia vorrei fare una premessa. Ogni premessa è importante, se aiuta poi a comprendere meglio le riflessioni che ne seguono. E la premessa è questa: presso tutti i popoli antichi, c’era un rito di iniziazione o un rito di appartenenza. Ancora oggi: potrebbe essere la bandiera o l’inno nazionale o la stessa carta d’identità. Presso i popoli antichi, i quali avevano un altro concetto della esistenza, solitamente legata a vincoli sacri o religiosi, il segno di appartenenza poteva essere un marchio fisico o l’asportazione o taglio o incisione di un pezzo di carne.
Ho detto che tutti i popoli antichi, cosiddetti idolatri, avevano un concetto del tutto sacro della vita. A Talete di Mileto (filosofo, astronomo e matematico greco, vissuto tra il VII e il VI secondo a.C.) si attribuisce il motto “Tutto è pieno di dèi”. Ovvero, per gli antichi greci il mondo è la molteplicità delle divinità: “sono le figure divine a rivelare tutto ciò che è essenziale e vero”.
Già qui potrei fare un’amara considerazione, pensando al mondo odierno: dopo più di duemila anni di Cristianesimo, siamo costretti a dire che oggi tutto è così privo di sacralità da essere sommersi, schiavi di una carnalità putrescente, per cui altro che dire che il mondo pagano andrebbe distrutto, così come hanno tentato di fare già i primi cristiani.
I Valori divini sono universali: già San Giustino (filosofo, apologeta e martire cristiano, vissuto nel II sec. d.C .) parlava di “semi o germi divini”, in greco “lògoi spermatikòi”, in latino “semina Verbi”, in italiano “semi del Verbo o del Logos”, presenti in tutto il Creato, quindi anche nel mondo pagano. Espressione che, dopo secoli di silenzio, verrà poi ripresa e inserita nei Documenti del Concilio Vaticano II.
Presso gli ebrei, come rito di appartenenza, c’era e c’è ancora l’usanza di far circoncidere i bambini, a otto giorni dalla nascita. Secondo antichi dipinti la procedura della circoncisione risalirebbe almeno a 6 mila anni fa, pratica che era molto diffusa in Egitto. E non dimentichiamo i contatti che il popolo ebraico ha avuto con l’Egitto, soprattutto durante il periodo di schiavitù, terminata quando Mosè ha liberato gli ebrei conducendoli verso la terra promessa.
Per gli Ebrei, la pratica della circoncisione è stata ed è uno degli aspetti primari e fondanti della religione ebraica stessa. Fu tramandata di generazione in generazione come identità essenziale e indissolubile dell’appartenenza a Dio del popolo ebraico, con un patto stabilito dal primo patriarca Abramo con Dio.
Nonostante fosse una legge da rispettare con fedeltà estrema (pensiamo al martirio degli ebrei che si ribellavano al divieto di farsi circoncidere imposto dal mondo romano ed ellenistico), Cristo abolì con la religione ebraica anche la legge della circoncisione, sostituendola con il battesimo, che ha aspetti anche rituali, ma che va ben oltre, in quanto l’appartenenza a Dio è già nell’essere umano.
Oggi la Liturgia ci invita a celebrare il Battesimo del Signore, secondo quanto dicono i quattro evangelisti.
Diciamo subito che il Battesimo già dai primi tempi del Cristianesimo ha sostituito la circoncisione ebraica, anche se ci sono voluti anni e anni, anche un Concilio, il primo nella storia della Chiesa, ,quello tenutosi a Gerusalemme attorno all’anno 48/49 d.C., perché gli Apostoli, che erano tutti di origini ebraiche, si mettessero d’accordo. Dopo un dibattito lungo e assai vivace tra gli Apostoli più aperti ai pagani che si stavano convertendo al Cristianesimo (Pietro e Paolo) e gli Apostoli ancora legati alle leggi mosaiche (Giacomo, vescovo di Gerusalemme), decisero che solo nel nome di Cristo si ottiene la salvezza, dunque la circoncisione era inutile, bastava ricevere il Battesimo.
Ma attenzione: bisognerebbe sempre chiarire il senso da dare al Battesimo cristiano, che è solo un rito di appartenenza alla Chiesa cattolica, ma non è, come si fece credere per millenni, indispensabile per entrare nel Regno dei cieli, secondo quel detto oggi per fortuna fatto cadere: “Extra Ecclesiam, nulla salus”, al di fuori della Chiesa cattolica non c’è salvezza, ovvero: se non si è battezzati si è dannati.
E per i bambini non battezzati avevano trovato un escamotage, ovvero un trucco, inventando di sana pianta il limbo, che per fortuna nel 2007 è stato abolito da Benedetto XVI, che ha così giustificato il decreto: «la misericordia di Dio vuole che tutti gli esseri umani siano salvati» e «la Grazia ha priorità sul peccato».
Ma c’è un’altra cosa da chiarire: è assolutamente sbagliato dire che con il battesimo si diventa figli di Dio, come se chi non fosse battezzato non sarebbe figlio di Dio. Si è figli di Dio già quando si è concepiti nel grembo della madre. Tutti perciò, credenti e non credenti sono figli di Dio.
E ora soffermiamoci sul brano del Vangelo, quando Matteo scrive: «Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui».
Credo che per il momento basti anche solo intuire qualcosa di ciò che è successo. Sì, intuire, al di là delle parole. Chi non rimane estasiato davanti a quel “si aprirono per lui i cieli”? Come non risentire le parole del profeta: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!»?
Si aprirono i cieli ed ecco discendere su Gesù lo Spirito di Dio, quello Spirito che, come dice il primo versetto della Genesi, “aleggiava sulle acque”. Forse dal verbo “aleggiare” venne poi l’immagine di un volatile, che prenderà il nome di colomba.
Acqua e Spirito, anche nel Battesimo cristiano si usa l’acqua, e lo Spirito è sempre legato all’acqua. Pensiamo anzitutto al dialogo tra Gesù e la donna samaritana e alle parole del Maestro: «Chiunque beve dell’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. E poi: «Ma viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità».
E ricordiamo quando, come dice Giovanni, nell’ultimo giorno della festa delle Capanne, Gesù, ritto in piedi, gridò: «“Se qualcuno ha sete venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”». L’Evangelista commenta: «Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui».
Infine, vorrei solo accennare alla differenza tra il battesimo solo di acqua del Precursore e il battesimo di Gesù in spirito santo e fuoco. Altro che rito, celebrato magari nella più assoluta esteriorità da parte di genitori che non conoscono più nemmeno l’abc di ciò che è il Cristianesimo. Gesù ci battezza in Spirito e fuoco!

1 Commento

  1. simone ha detto:

    Ho ascoltato, come faccio sempre, questa omelia su youtube sabato mattina. Ieri sera nella messa vigiliare l’omelia è iniziata sottolineando che col battesimo si diventa “figli di Dio”. Mi veniva quasi da ridere. Non solo per la profetica precisazione contenuta in questa omelia ma soprattutto per la testa fasciata che hanno parecchi preti milanesi. Certe volte mi vien da dire: “menomale che l’omelia non l’ascolta più nessuno” (questo è un bene solo per le omelie prive di un pensiero illuminato. Non vuole essere un invito a diffondere questo comportamento deprecabile). Preti quadrati, rinchiusi tra le pareti erette dal pensiero teologico di 200 anni fa. Incapaci di elaborare un pensiero illuminato dallo Spirito e dalla ragione.
    Io ho il grave difetto di arrabbiarmi davanti alle castronerie che sento. Torno a casa arrabbiato e ci vogliono giorni per farmela passare. Arrabbiato perchè non si può non coinvolgere tutta la propria sensibilità prima di esprimere certi concetti. Arrabbiato perchè possiamo fare meglio, possiamo imparare a “raccontare” Gesù, Dio con parole diverse, più efficaci. Perchè come cristiani possiamo fare sicuramente meglio per aiutare i fratelli a “scoprire” Dio che vive in ciascuno di noi. Ma siamo incatenati da riti, precetti, dogmi, teologia….e alla fine finiamo per raccontare castronerie inascoltabili. Pace e amen. Fortunatamente il sole tramonta poi sorge e il tempo cancella anche la rabbia.

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