Un’orgia di selvaggi buonismi!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Un’orgia di selvaggi buonismi!

Per i credenti l’Avvento è l’attesa dell’Atteso.
Ma l’Atteso giorno dopo giorno si coseifica, ovvero si fa cosa magica che, ogni anno, immancabilmente, come un super desiderato oggetto/giocattolo di vetro, palleggiato tra le mani e i piedi, si romperà nel giorno dell’Incanto, o dell’Inganno.
E ogni anno vi è qualcosa in più, che aumenta l’attesa dell’atteso/Oggetto magico dell’Inganno.
Non capisco la causa o il motivo di quel qualcosa in più, che torna a creare una maggiore atmosfera magica di attesa dell’atteso/Oggetto dell’Inganno.
E l’Inganno ha inizio da un insieme di ritualismi incontrollati e incontrollabili, che fanno parte del gioco dell’Inganno, la cui arte consiste proprio nel creare un’attesa sempre più accattivante dell’Oggetto stupratore.
E l’Inganno si prende gioco anche dei sentimenti più primitivi, caricandoli di una tale ingenua emotività da far credere che l’Atteso restituisca all’Umanità la sua parte mancante, ovvero Se stessa nella sua parte migliore.
Ma ogni anno l’Umanità si depaupera, nell’aumento della sua parte peggiore.
Qualcuno si sta chiedendo se il vero problema dell’Umanità sia l’ambiente inquinato che la porterà alla rovina, o non sia invece l’Umanità stessa che perde ogni giorno la sua parte migliore.
Ed ecco l’Inganno! Ci fa credere che con un po’ di benessere (ben-avere!) si restituisca all’Umanità la sua parte migliore: qualche gesto materiale di carità, compiuto tra l’altro per vie traverse (do ut des), qualche adesione a raccolte umanitarie (per sentirsi un po’ risollevati nella coscienza), qualche incontro casuale con qualche sacramentario ecclesiastico: selvaggi buonismi che partono da istinti o da bisogni psicologici, senza passare per la “caverna del cuore”.
Ma nello stesso tempo vi può essere la nausea per una selvaggia strumentalizzazione dei buoni sentimenti. E così si rimane appesi nel vuoto, senza arrivare a qualche certezza di chi sa difendersi dall’Inganno, imponendosi quella doverosa rinuncia al mondo dei condizionamenti selvaggi per interiorizzarsi nel mondo dell’essere.
E se ogni anno vi è una maggiore presa di coscienza di ciò che è il Necessario da attendere, alla fine però si rimane ancora nel vuoto di una solitudine, che ti isola dal mondo degli inganni, facendoti sentire in parte in colpa per non essere riuscito a far ragionare la massa.
Più l’Atteso si fa il Veniente necessario, più genera negli spiriti disposti a riceverlo l’attesa liberatoria e pura, creando però un tale dissidio sociale da scavare come una fossa incolmabile: tra la massa che continua a trastullarsi con l’oggetto/atteso fino a romperlo nel giorno dell’Inganno, e quella Realtà che svela l’Inganno, attirandosi però le ire delle masse deluse.
7 dicembre 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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