L’imbecillità, il genio e l’intelligenza

L’EDITORIALE
di don Giorgio

L’imbecillità, il genio e l’intelligenza

Eppure, il tempo prima o poi giudica, denudandola, l’imbecillità umana.
Ma non possiamo nemmeno dimenticare che l’imbecillità è sempre incinta. Messa incinta da chi? Da una carnalità mai sazia di rapporti carnali.
Solo la carnalità è imbecille; lo spirito è spirito, quindi intelligenza.
Dunque, più carnalità più imbecillità. Più spirito, più intelligenza.
Il Genio appare, quando la carnalità lascia il posto allo Spirito.
Il Genio è Spirito, l’imbecillità è carnale.
Ogni populismo è carnalità, dunque imbecillità. La massa è carnalità, dunque imbecillità.
Il Genio non è populista o popolare, ovvero di massa, proprio perché è Spirito, ovvero Intelletto.
Il popolino ammira magari il Genio, commemorando la nascita di un artista. In realtà, si tratta di una finzione. Il Genio non è nemmeno l’antitesi del populismo più imbecille. Il Genio non sarà mai una tesi per una sintesi, perché manca in ogni caso l’antitesi, essendo l’imbecillità quel vuoto di essere, che non potrà mai essere riempito nemmeno dal male, essendo il male una deficienza del bene.
L’imbecillità è l’impossibilità del bene a realizzarsi, perché l’imbecillità è priva dell’intelletto, che permette allo spirito di purificarsi e di imporsi come spirito.
L’imbecillità è l’Intelletto spento da una massa di carnalità, che costringe il Divino a emigrare altrove.
Il Genio è scomparso, perché il Divino è scomparso, coperto sotto una montagna di imbecillità.
Qui non è questione di religiosità. I laicisti stiano sereni. Sono loro casomai il problema, proprio perché i laicisti, che si sono staccati dal Divino in loro, sospesi anch’essi come in un vuoto d’essere, dimenticano che ogni essere è Divino.
I credenti sono l’altra faccia della stessa medaglia: anche essi non credono nella Divinità, ma in un dio manufatto con la pretesa di riempire con esso lo stesso vuoto di essere dei non credenti.
Imbecilli dunque i laicisti, e imbecilli i credenti.
L’intelligenza è l’immagine o la scintilla di quel Divino che è così nel fondo della nostra anima da chiedere e richiedere da parte nostra un impegno non indifferente di rientrare in noi stessi.
Più si rientra in noi, più si scopre l’Intelligenza, e l’imbecillità viene meno.
10 luglio 2021
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