“Duemila euro se fai tre figli”: la parrocchia offre il bonus per il terzo bebè

donbimbi
È una di quelle notizie che preferirei non commentare, per non cadere in perentori giudizi che aumenterebbero il mio radicale dissenso verso una Chiesa, di cui il don Stefano Bimbi  (il cognome dice già tutto) non è che un degno rappresentante.
Mi chiedo il motivo per cui la Chiesa, da secoli, porti avanti la battaglia procreativa a tutti i costi. Più figli, e ancora figli. Una delle tante accuse mosse all’Enciclica Laudato si’, è anche questa: non aver detto nulla sulla limitazione o controllo delle nascite, per un mondo più vivibile. Riporto le parole di un  critico: «Il problema però è che la Chiesa, che da sempre si ispira al “crescete e moltiplicatevi” della Genesi è contraria al controllo delle nascite, ritiene il malthusianesimo una teoria errata e il sovrappopolamento un falso problema. Ma la contraddizione dell’enciclica è che il pacchetto decrescita e quello ambientalista vanno presi nel loro complesso, non si può cioè scegliere la decrescita economica e la moratoria tecnologica da un lato rifiutando però la decrescita demografica, altrimenti l’ecosistema non regge comunque, ci saranno sempre troppe persone per troppe poche risorse. D’altronde qualche tempo fa era proprio Jeffrey Sachs, l’economista ed ecologista della Columbia University che ha assistito il Papa nella stesura di questa enciclica, a sostenere che uno degli ostacoli allo sviluppo dell’Africa è proprio la posizione della Chiesa: “ The fourth threat is rampant population growth. The Roman Catholic Church, politically powerful throughout the continent, continues its opposition to birth control and family planning”».
Non è la prima volta che esprimo le mie idee sull’amore e sulla procreazione. 1. Ognuno è libero di amare chi vuole e come vuole. 2. Ogni nucleo familiare è libero di decidere se avere figli o non averli, e quanti ne vuole.
La Chiesa che c’entra?
Incentivare con i soldi la nascita di più figli è l’assurdità di una religione che ha fatto di se stessa l’idolo più blasfemo. Immaginate il terzo figlio, quando si fa grande, a cui gli si chiede: Tu non sei il frutto dell’amore, ma di duemila euro?
***
da www.leggo.it

“Duemila euro se fai tre figli”: la parrocchia
offre il bonus per il terzo bebè

Domenica, 9 Agosto 2015
Duemila euro dal terzo bambino in poi, per dare «un aiuto concreto in questo momento di crisi alle famiglie che con coraggio accettano il dono di un figlio!». Così è scritto sul sito della parrocchia di Staggia Senese che ha promosso un suo personale bonus bebè per i bambini nati nel piccolo borgo medievale della provincia di Siena, una frazione del comune di Poggibonsi, in Val d’Elsa, duemila abitanti o poco più. Un contributo riservato intanto alle coppie cattoliche italiane e poi, se ci saranno ulteriori fondi, anche a quelle straniere, purché sempre sposate in chiesa. A promuovere l’iniziativa un giovane sacerdote, don Stefano Bimbi, parroco appunto di Staggia.
AIUTO CONCRETO «Abbiamo deciso di aiutare le famiglie numerose con un contributo straordinario – spiega il sacerdote alla Nazione -. La nostra parrocchia vuole dare un aiuto concreto in questo momento di crisi ai genitori che con coraggio accettano il dono di un figlio. Abbiamo purtroppo poche risorse. Il bilancio non è rose e fiori: ciò nonostante il Consiglio per gli affari economici ha deciso all’unanimità il contributo fino all’esaurimento dei fondi» stanziati in bilancio. E se per l’assegno di natalità previsto dallo Stato, per ogni figlio nato o adottato o in affido preadottivo tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, ci si rifà alle soglie Isee dei nuclei familiari, tra i requisiti per ricevere l’aiuto parrocchiale occorre essere «coppie di cittadinanza italiana, regolarmente sposate in chiesa e residenti a Staggia».
L’ASSEGNO A questi genitori, «dal terzo figlio (in poi), sarà dato il giorno del battesimo un assegno da 2.000» euro. Così si legge sul sito della parrocchia alla voce ‘bonus bebè – 2.000 euro ai bambini nati a Staggia’. «Se le possibilità ce lo consentiranno – spiega ancora don Stefano – in futuro estenderemo il contributo anche alle famiglie straniere. Me lo auguro vivamente. Al momento siamo partiti dagli italiani, non possiamo fare di più». La parrocchia, «come sapete – si legge sempre sul sito – non ha risorse se non le offerte che liberamente le donano i fedeli». Intanto sono già stati concessi dei bonus bebè: dall’inizio dell’anno a oggi sono quattro i bambini nati a cui sono stati donati i 2.000 euro, in occasione del loro battesimo.

 

11 Commenti

  1. Alba ha detto:

    Mi permetta Don Giorgio ma questa sua ricostruzione è piuttosto forzata (e malevola). Non mi sembra affatto che possa trattarsi di un incentivo alla procreazione. Onestamente mi sembra solo un semplice aiuto alle famiglie al terzo figlio, per quanto limitato. Di certo nessuno farebbe un figlio appositamente per avere un bonus di 2000 euro, in quanto le spese che un figlio comporta sono indubbiamente maggiori. Abbia pazienza ma lei ha troppa rabbia dentro di sè e sembra che voglia vedere il male ovunque.

  2. Valentina ha detto:

    Sono d’accordo con Don Giorgio: ognuno è libero di amare chi vuole e come vuole e spetta ad ogni coppia decidere se avere figli e quanti averne o se non averne affatto. La Chiesa non c’entra niente e pensi ai fatti suoi, gli affari intimi delle persone non la riguardano. Sul caso in questione, a parte quel simpatico “nomen omen” (“il nome è un presagio”, in questo caso il cognome: Don Bimbi che aiuta chi ha tanti bimbi), che anch’io avevo notato, trovo poco simpatico tutto il resto. Aiutare le famiglie bisognose è un’iniziativa giusta e lodevole, certo. Ma in questo caso sarebbe stata perfetta, e più coerente con la fede che il sacerdote non solo professa, ma rappresenta, se lui avesse deciso di aiutare le coppie in difficoltà economiche senza “corsie preferenziali”. Don Bimbi giustifica l’esclusione di coloro che non sono “sposati in Chiesa” e dei sempre più numerosi stranieri con la scarsità di fondi. Ma allora, volendo fare del bene, a maggior ragione avrebbe dovuto spartire equamente le poche risorse fra i bisognosi. Le coppie straniere e quelle sposate in comune o conviventi non possono contare sull’aiuto del sacerdote? Pare di no. Io non lo trovo giusto.

  3. federico ha detto:

    mettere al mondo figli se non si hanno i soldi, è da irresponsabili? allora berlusconi è irresponsabile perché alle sue due mogli ne ha fatti fare in totale solo cinque.
    quanta diseducazione!!!
    irresponsabile chi ha fatto passare questa mentalità da disperati!
    bravo don Stefano, grazie per il tuo coraggio. E quello che si firma don non conosce il Concilio
    ciao.
    federico

  4. alessio ha detto:

    anche il Benito era per fare tanti figli !!!! WWWWWW

    • valentina ha detto:

      anche il presidente francese François Hollande che caccia dei bei soldi per i nuovi nati del suo paese

    • Valentina ha detto:

      Per me “Benito” si sarebbe tenuto le sue idee, io non le avrei condivise come non le condivido ora: “tanti figli” a me non vanno bene.

  5. Giuseppe ha detto:

    Vengo da una famiglia numerosa, che col tempo si è andata lentamente disperdendo e che, adesso che abbiamo tutti oltrepassato i sessantanni, è sparsa un po’ dovunque. Il bello delle famiglie come la nostra era il poter crescere assieme e condividere gioie e dolori uniti nell’affetto reciproco, con i più grandi pronti ad insegnarti qualcosa, qualsiasi cosa, e i più piccoli desiderosi di diventare presto come loro. Ma erano altri tempi, la vita sebbene per diversi aspetti irta di difficoltà, era tuttavia più semplice e meno insidiosa (nonostante la cronica scarsità di mezzi) e per i genitori era relativamente facile educare i figli, mantenerli e farli crescere dignitosamente, anche perché dopo essere passati indenni da una guerra disastrosa, la gente comune aveva imparato ad apprezzare anche quel poco di cui disponeva, accontentandosi. Vivevamo in una società piuttosto chiusa, i cui modelli educativi venivano per lo più suggeriti dai preti e dagli ammaestramenti della chiesa cattolica, ancorata alla sua concezione arcaica della famiglia di cui, per certi versi, non si è ancora liberata del tutto. Oggi invece viviamo in un epoca molto diversa e piena di contraddizioni. Se da una parte c’è maggior benessere (ma non per tutti) ed esiste una serie di supporti che servono a facilitare le nostre attività, dall’altra il superamento (sacrosanto) di tabù e vincoli ha portato ad eccessi spesso incontrollabili, e a dimenticare, se non addirittura ripudiare, valori fondamentali. Offrire del denaro per mettere al mondo dei figli, è a dir poco indecente ed immorale, ma perfettamente in linea con la confusione da cui è intrisa la società. Mi sembra evidente che per i cattolici tradizionalisti il concetto di maternità e paternità responsabile è oltremodo indigesto.

  6. federico ha detto:

    c’è ancora qualche prete coraggioso. o, come preferisce dire don Giorgio, con le palle!
    ciao.
    federico

  7. don ha detto:

    Forse quel don Stefano dimentica che il Concilio Vaticano II ha introdotto il concetto di paternità e maternità responsabile: non limitarsi alla procreazione ma pensare anche all’educazione dei figli!

  8. Antonio ha detto:

    Che devo aggiungere? Nulla. Solo: grazie a questo sito e alla chiarezza delle sue analisi.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*